e fila che in qualche modo si dedicano alla passione per il vino. Impossibile indicare un numero preciso, ma gli amanti del buon bere su Facebook superano ragionevolmente i 5 milioni, organizzati in “gruppi”, “pagine” e “fans club” dalle sfaccettature più impensabili. Si parlerà anche di questo a Vinitaly, (a Verona dal 2 al 6 aprile), evento di riferimento dell’enologia internazionale.
Utenti che si scambiano consigli, condividono esperienze, organizzano appuntamenti “enoici”, parlano di vino nei modi più diversi, dalle classiche note di degustazione a veri e propri momenti di goliardia. Nulla da prendere troppo sul serio, ma neanche da sottovalutare: semplicemente uno sguardo da vicino, con un calice di vino come lente di ingrandimento, ad uno dei fenomeni sociali del momento, che, solo per fare un esempio, è stato sbandierato come uno degli strumenti vincenti della recente (e vincente) campagna elettorale del presidente degli Stati Uniti Barak Obama.
I gruppi più numerosi sono, ovviamente quelli dedicati ai grandi vini: a fare la parte del leone è lo Champagne, che da solo supera il milione di web-appassionati, ma anche i grandi nomi italiani hanno schiere di fans: la pagina “Chianti Classico” più frequentata di Facebook conta da sola circa 30.000 iscritti, quella “Brunello di Montalcino” 17.000. Sono 6.000 i fan della pagina dedicata al “Nero D’Avola” più cliccata, 3.500 quelli del “Sagrantino di Montefalco Docg”, e 1.500 gli iscritti agli “Amanti del Nebbiolo Barbaresco e Barolo”. Non solo i vini, ma anche gli eventi dedicati a Bacco hanno il loro spazio, come lo stesso Vinitaly 2009, creato e amministrato direttamente da Verona Fiere, che conta quasi 500 iscritti, oltre ad altri 50 tra pagine e gruppi dedicati a una delle più importanti rassegne di settore a livello mondiale.
Ma se questi sono i “luoghi” di Facebook dedicati al mondo del vino di stile più classico, dove gli utenti esprimono i propri pareri, recensiscono e consigliano le etichette preferite, non mancano quelli dallo stile dichiaratamente più goliardico, dei quali già i nomi raccontano molto: da “In Verdicchio veritas” a “Barzellette su’ i’ vino”, smaccatamente toscano, all’internazionale “A glass of wine solves everything” (Un bicchiere di vino risolve tutto). Sul social network si trovano anche gruppi dedicati a etichette o produttori in particolare, e navigando e cercando tra i 150 milioni di iscritti può capitare di incontrare anche il profilo di qualche esponente delle più famose griffe dell’enologia italiana.
I social network però, per la maggior parte, sono utilizzati per divertimento e svago allo stato puro: ecco allora le tante applicazioni dedicate al vino, che aiutano a scoprire la bottiglia giusta per ogni occasione, o a fingersi enologi, come in “Winemaker 2.0”, o ancora a rispondere all’interrogativo se si è “Beer or Wine Person?”, e ancora il test per scoprire “Che vino sei”. Insomma, un universo informatico in cui, per gli appassionati del buon bere, c’è solo l’imbarazzo della scelta.