la materia prima, al mantenimento del contatto con le tradizioni e al legame con il territorio, ricoperto per più della metà da boschi.
L’importanza del legno si trova al centro del suo lavoro di ricerca non solo per un motivo affettivo ma anche per un fattore concettuale: «il legno è all’inizio di tutto», dice, dell’attività umana del fare cucina attraverso l’uso del fuoco.
La presentazione del suo primo piatto, elegante e al contempo rustico, è una vera e propria performance: un filetto di vitello, unto con olio di oliva in cui sono state macerate noci e nocciole tritate, cotto al forno in una piastra di legno (due tavolette di legno di faggio che avvolgono la carne come un panino) all’interno della quale sono inserite foglie di quercia che durante la cottura rilasciano il loro aroma e, in conclusione, bagnato con il brodo di manzo (sostentamento quotidiano del suo popolo, che si trova alla base di ogni piatto della cucina tipica slovena).
L’intervento si conclude con la ricostruzione di uno scenario folkloristico: tronchi di faggio che fungono da tavolini e sedie, tovaglia ricamata a mano, cuscini ricamati con pizzo d’idria imbottititi con foglie di quercia, questa è la mise en place per i due ospiti del pubblico che sono invitati sul palco a partecipare al banchetto.
Claudia Tiberti, Master in Comunicazione e Giornalismo Enogastronomico del Gambero Rosso ed. 2009/2010