ra spesso impossibile.
Per cui ce ne siamo andati gironzolando tra gli stand, scoprendo tante chicche interessanti. Dai prodotti della Slovenia – e i suoi simpaticissimi cuochi, primo fra tutti Tomaz Kavcic – alle nuove farine Petra del Molino Quaglia, con tanto di sfoglina romagnola a tirar la pasta!
Ambitissimo anche il “privè” dello stand Scholtès, che presentava la nuova gamma S3 Scholtès: elettrodomestici da cucina all'avanguardia che consentono nuovi metodi di preparazione e cottura degli alimenti, portando anche nelle cucine di casa le strumentazioni usate dai cuochi professionali, come il roner domestico che permette di cuocere gli alimenti a temperatura costante o il piano a induzione in cui la generazione di un campo magnetico abbinato a una particolare attenzione nella scelta dei materiali impiegati si traduce in un miglioramento delle prestazioni e in una riduzione dei consumi.
Testimonial d'eccezione Moreno Cedroni, che per l'occasione ha composto un menu apposito in omaggio al cinquantesimo anniversario de “La Dolce Vita”, il capolavoro di Federico Fellini che immortala la vita a Roma tra gli anni '50 e '60.
E infatti i piatti di Cedroni erano ispirati ai simboli della cucina – e quindi della cultura – italiana di quegli anni, da quella popolare e quotidiana a quella più ricercata o dei giorni di festa, legandosi anche al tema del congresso, il Lusso della Semplicità.
"Per la creazione delle ricette mi sono ispirato alla semplicità degli ingredienti con l’intento di nobilitarli, attraverso le tecnologie d’avanguardia offerte dalla gamma degli elettrodomestici Scholtès, come ad esempio la cottura ad induzione e la cottura sottovuoto. Un periodo storico affascinante, quello degli anni Sessanta, in cui il piacere della cucina era, ed è tutt’oggi, una componente importante dello stile di vita del nostro paese”.
Ecco dunque in menu il “ragù” in versione pop (una polpetta di carne cruda con fonduta di Grana Padano e ragù di carne servita in una scatoletta che richiama anche quella della famosa zuppa Campbell's) e gli spinosini al limone (pasta fresca condita con salsa al salmone affumicato e lemongrass, salmone fresco marinato e salsa di barbabietola, cotti sul piano a induzione ) che rimandano a tante scene del cinema italiano del Dopoguerra e degli anni del Boom, da Totò ad Alberto Sordi alle prese con la pasta, alimento italiano per defizione.
E poi la fantastica anatra laccata al caramello di aceto al lampone con cavolo cappuccio e germogli di mungo, con la squisita pelle croccante e la carne succosa grazie alla cottura “teppanyaki” ottenuta con S3 Multiplo, la nuova vasca di cottura Scholtès che integra le prestazioni di forno e piano cottura e rivoluziona il concetto di cottura domestica applicando la modularità delle vasche professionali e i principi innovativi della cottura sottovuoto e a induzione.
Perché l'anatra? «Rappresenta la carne pregiata, che un tempo si mangiava una volta a settimana e rappresentava una festa per la famiglia» dice Moreno.
Ma a noi, restando in tema cinematografico, ricorda anche L'Anatra all'arancia, il film di Luciano Salce del 1975, tratto dall'omonimo lavoro teatrale di William Douglas-Home e Marc-Gilbert Sauvajon e divenuto emblema della commedia all'italiana di quegli anni, in cui intorno al piatto “afrodisiaco” ruota l'incontro-scontro tra due coppie.
Luciana Squadrilli
02/02/2010