Ma la vera storia è nel fatto che poi, dal 2006, l’Osteria Fumetti è diventato un marchio per piatti pronti e che da 4 che erano i dipendenti sono diventati una trentina che sfornano e vendono ogni giorno migliaia di piatti pronti, di ottima qualità e fattura, tutti di impostazione toscana. Si trovano nei negozi Conad di Toscana e Lazio: alla Stazione Termini c’è un loro banco. Ma non solo: Massimo & co. sono tornati alla trattoria! Anzi, alla ristorazione. E non solo perché il 50% del loro fatturato è garantito da bar, ristoranti ed enoteche toscane, ma perché loro stessi hanno riaperto l’Osteria Fumetti.
Solo che non è più un’osteria, bensì un locale a metà tra il supermarket e la gastronomia (foto qui sopra), dove si può fare la spesa acquistando i prodotti pronti e portarli a casa oppure scegliere cosa si vuole, pagare, scaldare il cibo in uno dei 6 microonde a disposizione degli avventori e sedersi a mangiare in uno dei tavoli della sala. e si trova a San Giovanni Valdarno, poco distante dalla vecchia Osteria. Solo che qui gli abitanti sono un po’ di più, quasi ventimila.
Ma quali sono stati i primi clienti? “La verità? – sorride Massimo – i primi sono stati i carabinieri, poi i vigili urbani e a seguire i dipendenti dell’ufficio tecnico comunale: a prezzo fisso vengono a pranzare o a cenare, a seconda dei turni”.
Come nasce questa idea? “La filosofia è di passare a una trattoria per 30 persone a un ristorante per mille – spiega Massimo – Nel senso che i nostri piatti sono quelli che avremmo proposto all’Osteria, anche se li prepariamo in un moderno stabilimento (foto sopra). Il cambiamento è stato nella fatica di fare il ristoratore che dopo 23 anni era diventata insostenibile e nel programmare costi e investimenti per avere sempre una qualità alta. Il mondo cambia, non si può restare sempre fermi. Capisco i puristi che boccerebbero all’istante anche solo l’idea di mangiare un piatto pronto, ma li sfido ad assaggiare. Pensi che le prime prove che ho fatto sono stati i pici all’aglione, un classico toscano (nella foto sopra). Ho chiamato il piatto picio alla carrettiera ed è ottimo. Poi sono arrivati gli altri… fino a proporre anche i fritti: la fettina panata e la frittura di mare, tutti realizzati con pastelle di semola e non con i prodotti ad hoc per il microonde (nella foto qui sotto). Il successo, per fortuna, è arrivato presto, perché l’anno dopo ci ha chiamati la Conad per rifornire i loro negozi. Così è partito alla grande il tutto”.
Morale della favola? Per la qualità c’è spazio e anche i piccoli possono crescere, senza vendere l’anima al diavolo… Non sarà moltissimo, ma in un panorama in veloce sommovimento e con operazioni di dubbia sostanza, la storia di Massimo e dell’Osteria Fumetti tutto sommato è una bella pagina. Uno stimolo a percorrere anche strade nuove. Tanto che lo stanno già chiamando da Bologna, Verona e Roma per aprire altri punti come quello di San Giovanni Valdarno. Di provata tradizione toscana (nella foto qui sotto la porchetta di maiale).
Stefano Polacchi
9 agosto 2012