Il Ttip
Tra le sigle diventate familiari c'รจil Ttip, il Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti per il commercio e gli investimenti: un negoziato che vuole regolamentare gli scambi commerciali tra le due sponde dell'Atlantico, mediante una serie di punti che disciplinano l'accesso al mercato (appalti pubblici, abolizione dei dazi doganali); la cooperazione normativa sugli standard produttivi (che include sicurezza alimentare, uso di chimica e Ogm) e norme in tema di sviluppo sostenibile, protezione degli investimenti, controversie tra governi. L'accordo riguarda diversi settori: farmaceutico, cosmetico, ingegneristico, tessile, automobilistico, agroalimentare e promette di rivoluzionare l'assetto commerciale globale. Ma รจ molto controverso e nelle ultime settimane le voci contrarie si sono moltiplicate, non solo per la campagna Stop Ttip, che coinvolge associazioni ambientaliste, reti contadine, movimenti sociali e singoli cittadini, ma anche per la presa di posizione di alcuni Paesi dell'Unione Europea.
Il punto della situazione
A inizio settembre il Ministro dellโEconomia tedesco Sigmar Gabriel dava per falliti i negoziati per il Ttip, subito smentito da Angela Merkel: mentre la Francia ha rincarato (nuovamente) la dose chiedendo ufficialmente, per voce del Segretario di Stato al Commercio Estero Matthias Fekl, l'interruzione delle discussioni, auspicando il blocco dei negoziati, per ripartire su basi piรน solide.
A rendere tutto piรน incerto รจ l'attuale contingenza politica, a un passo dalle elezioni americane che vedranno la nomina del successore di Obama, sostenitore dei trattati, a differenza dei due candidati Hillary Clinton e Donald Trump. All'esito delle elezioni del Presidente degli Stati Uniti rimanda Francoise Hollande l'appoggio francese. Mentre, per il portavoce rappresentante commerciale degli USA Michael Froman, le trattative sul Ttip non sono ancora congelate.
Cosa sta succedendo?
A fine giugno i capi di governo europei hanno confermato il mandato alla Commissione per continuare i negoziati. Davvero Francia e Germania vogliono affossare il negoziato? โLe dichiarazioni tedesche e francesi" dice Paolo De Castro (Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale al Parlamento Europeo) "sono legate e a questioni di politica interna, la ricerca di consenso si gioca anche su un tema che ha suscitato molte polemicheโ. Un anticipo di campagna elettorale per le presidenziali del 2017, insomma. Anche perchรฉ, ribadisce De Castro, non ci sono novitร rispetto al 14esimo round negoziale di luglio. Altre tappe previste? โNo, almeno fino a dopo l'8 novembreโ. Il dopo-elezioni Usa avrร comunque una coda lunga: bisognerร vedere non solo chi vincerร , ma quali politiche metterร in campo; con molta probabilitร , si rimanda tutto alla prossima primavera, โsempre che il trattato si facciaโ. Perchรฉ non รจ impensabile uno stop definitivo alle trattative.
Sui negoziati del Ttip pesa senz'altro, di qua e di lร dell'oceano, la cattiva reputazione di cui gode questo trattato. In Europa anche per la poca trasparenza che ne ha accompagnato i primi passi e alla scarsa o cattiva informazione. โOra i documenti si possono leggere, il sito della Commissione Europea รจ molto dettagliatoโ dice Luca Salvatici, del Dipartimento di Economia dell'Universitร Roma Tre e sostenitore dell'accordo, che sollecita un'informazione il piรน possibile completa su un tema complesso che orienta l'opinione pubblica e genera reazioni forti, talvolta emotive. (Per saperne di piรน si puรฒ leggere il sito della Commissione europea o i nostri approfondimenti: 6 punti per capire il Ttip, Accordo di libero scambi: rischio o opportunita?).
E quali sono i rischi se il Ttip salta?
โLa domanda non รจ cosa succede di negativo se salta il trattato, ma cosa non succede di positivo. Io credo che dal Ttip possano nascere cose buoneโ dice Luca Salvatici, che aggiunge โIl punto non รจ se ci siano benefici o danni, ma conseguenze grandi o piccole: รจ piรน realistico immaginare che non ci saranno effetti immediati di grande portataโ. Secondo l'economista, la partita si gioca sulle normative: โI dazi, tutto considerato, sono cosa secondaria. Le modifiche piรน importanti si hanno sulle regolamentazioni, gli appalti pubblici, le indicazioni geograficheโ. Che hanno conseguenze a lungo termine. โPensiamo che il trattato di Roma, che istituisce la Comunitร Economica Europea, รจ del 1957โ dice, e continua: โLeggo valutazioni fatte sulla situazione attuale, come se fosse destinata a rimanere questa in eterno. Non รจ cosรฌ: noi possiamo decidere di non fare questo accordo, ma nel frattempo gli altri Paesi ne fanno a loro voltaโ. Il confronto sarร con il panorama che oggi si sta formando, anche con i trattati come il Ttip, il Tpp stretto tra Usa e 11 Paesi dell'area del Pacifico e Asia (tra cui alcuni cardine come Singapore, Giappone, Australia) e il Ceta (tra Ue e Canada). โAttualmente rimane fuori dagli accordi la Cina; รจ lรฌ che l'Europa dovrebbe guardareโ dice Salvatici โรจ una provocazione, ovviamente, perchรฉ se abbiamo timore con gli Stati Uniti, figuriamoci con la Cinaโ.
In questa realtร mutevole, anche dal punto di vista commerciale, rimanere immobili รจ un rischio. โIl vantaggio del Ttipโ spiega De Castro โรจ soprattutto l'essere protagonisti di un tavolo di trattative che ci riguardano: se non prenderemo noi queste decisioni, dovremo adeguarci a quelle degli altriโ. Con molta probabilitร , ben lontane dalle nostre esigenze: gli standard normativi e qualitativi che vogliamo tutelare non sono gli stessi di paesi extra UE. โL'Europa non deve abdicare al suo ruolo e precedere, perchรฉ stare fermi e non fare niente, mentre il resto del mondo va avanti con accordi e trattative, ha un costo infinitamente maggiore. Prima di bocciare i trattati, bisogna vedere come sarannoโ. Del resto De Castro ha piรน volte dichiarato che peggio di cosรฌ non puรฒ essere
I modelli di sviluppo
โSono per la varietร dei sistemi di sviluppoโ dice Salvatore Monni (Dipartimento di Economia dell'Universitร Roma Tre) che non nasconde la sua contrarietร a questo accordo, spiegando โogni Paese ha delle caratteristiche specifiche e un modello economico e commerciale a esse idoneo che bisogna tutelare, un po' come per la biodiversitร โ. L'Europa รจ fatta di piccole realtร (soprattutto per l'agroalimentare) che sarebbero schiacciate dalla competizione con aziende di grandi dimensioni di tipo americano. E aggiunge: โAndrebbero fatti accordi bilaterali per la tutela della specificitร di ogni modello di sviluppoโ. Che include anche questioni come welfare e normative produttive e burocratiche (basti pensare agli Ogm): eliminare le barriere metterebbe in competizione realtร completamente diverse, facendo scomparire il nostro modello. Nei fatti, perรฒ, non avviene giร questa presenza delle grandi imprese sul nostro territorio? โInfatti: le multinazionali non hanno certo bisogno di accordi, si muovono giร con disinvoltura sui mercati globaliโ risponde Salvatici โSemmai sono i piccoli che hanno bisogno di accordi per riuscire a entrare nel mercato globale. Il Ttip potrebbe far uscire fuori cose buone anche per le piccole impreseโ, oggetto di uno dei punti del trattato.
Il panorama internazionale
Mentre da questa parte del mondo si continua a discutere, di lร dall'Oceano, da quasi un anno, gli accordi sono stati raggiunti tra Usa e 11 Paesi dell'area Asia Pacifico, per la diminuzione progressiva dei dazi doganali fino alla completa eliminazione. Questo ci mette in una condizione svantaggiata? In parte: se il Ttip salta le nostre merci avranno costi aggiuntivi rispetto a quelli dei Paesi del Tpp. Ma questo non sembra allarmare nessuno: โsi tratta di modelli di sviluppo troppo diversi per una valutazione di questo genereโ ribadisce Monni. Per Salvatici, invece, non รจ un punto essenziale, perchรฉ parliamo di prodotti e realtร completamente diverse: nessuno sceglierร mai una pasta di Singapore invece che italiana per questa ragione.
Perchรฉ questa doppia velocitร nel definire gli accordi? I motivi sono diversi. Dopo l'accordo raggiunto con l'Asia, gli Stati Uniti hanno meno interesse di chiudere il trattato con l'Europa, dato che cambiano gli equilibri nel panorama complessivo. โInoltre รจ impopolareโ dice De Castro โtanti, anche negli Usa, guardano con diffidenza all'accordo con l'Europaโ temendo conseguenze sull'occupazione. Come spiegare questa difficoltร nel giungere a un accordo? โIl saldo tra Stati Uniti ed Europa รจ a vantaggio dell'Europa, siamo noi a esportare di piรน e ad avere maggiore interesse a chiudere l'accordo; ovvio che gli Usa preferiscano lavorare dove c'รจ piรน possibilitร di sviluppo: e oggi i mercati piรน profittevoli sono quelli asiaticiโ. La trattativa ora รจ fortemente sbilanciata. Come รจ emerso anche dai documenti pubblicati mesi fa, che mostravano una UE disponibile a trovare un accordo che assicurasse un piรน semplice accesso al mercato statunitense e un riconoscimento delle denominazioni, e gli Usa fermi sulle loro posizioni.
Non solo, aggiunge Salvatici: โL'Europa puรฒ apparire come un partner instabileโ perchรฉ il Ttip deve essere approvato non solo dal Parlamento Europeo, ma (ed รจ la prima applicazione della procedura decisa con l'accordo di Lisbona), dai singoli Parlamenti dei Paesi dell'Unione โed รจ a rischio di strumentalizzazioni per questioni di politica internaโ. Mentre sull'altra sponda del Pacifico gli accordi proseguono senza rischi di frenate perchรฉ non รจ necessario avere l'unanimitร .
Dunque, l'UE puรฒ diventare marginale sullo scacchiere internazionale? โCome dimensione economica l'Ue รจ piรน forte, ma la crescita e le dinamiche di sviluppo sono maggiori dall'altra parteโ, dice De Castro. โMa gli Stati Uniti sono il nostro principale partner commerciale, e non capisco come sia possibile mancare questo obiettivo. Come se si fosse persa la fiducia nel ruolo dell'Europaโ aggiunge. Anche Salvatore Monni ricorda che il Ttip non รจ solo un fatto commerciale, ma politico: โrafforzare il legame tra Usa ed Europa allontana l'entrata della Cina nel Vecchio continente, partner storico degli Usaโ. Meno probabile, invece, che un fallimento del Ttip possa influenzare il Ceta, โanche se, come prima conseguenzaโ, aggiunge De Castro โsi parla del Ceta come di un mini Ttip. L'accordo รจ stato trovato, ma bisogna solo ratificarlo. In teoria, non dovrebbero esserci passi indietroโ.
Normative e denominazioni
A fronte dell'orgoglio italiano nel rivendicare a voce il valore dei prodotti, deve seguire un impegno concreto perchรฉ questo valore venga riconosciuto. Tra i temi caldi del Ttip, proprio la tutela del prodotto: โAttualmenteโ dice Paolo De Castro โ9 prodotti venduti su 10 negli Usa sono falsificazioni, e il fenomeno chiamato Italian Sounding (ndr: a livello mondiale genera un giro di affari di 54 miliardi di euro l'anno secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, oltre 3 punti di PIL italiano) รจ cosรฌ diffuso che in America chi compra prodotti falsificati non ne รจ assolutamente consapevoleโ Nel mondo piรน della metร dei prodotti venduti come italiani non sono made in Italy. L'entrata in vigore del Ttip potrebbe contribuire al recupero di una parte di questo mancato guadagno.
โIl trattato negoziale รจ l'occasione per mettere in piedi delle procedureโ spiega ancora SalvaticiโNon รจ credibile un'invasione di prodotti americani e un'impennata del nostro export dall'oggi al domani, o la cancellazione dei nostri standard. Non c'รจ il rischio di venire spazzati via da un uraganoโ. Anche perchรฉ, nell'agroalimentare, siamo soprattutto esportatori e un forte ingresso sui mercati europei dei prodotti statunitensi รจ in larga misura infondato. Mentre, parlando di denominazioni e tutela del prodotto, โpuรฒ essere l'occasione di portare avanti un dialogo, un sistema che non tocca certo il pregresso, ma potrebbe evitare appropriazioni indebite del nostro prodotto in futuro. Una direzione per le nuove normative, a partire dalla semplificazione di certe procedure, piรน che un cambiamento delle esistentiโ. In parole povere: tanto rumore per niente? Non รจ detto, Monni allerta: โSi pensa che garantire il libero mercato sia un bene per tutti. Ma non credo sia cosรฌโ.
Gli arbitrati ISDS
La questione degli arbitrati ISDS, (sigla che sta per Investor-state Dispute Settlement ovvero Risoluzione delle controversie tra investitore e Stato) invece? โร da capire se, cosรฌ com'รจ, rappresenta un punto debole. Questo tipo di clausola c'รจ sempre stato, ed รจ nata per tutelare le imprese dei Paesi ricchi negli accordi con Paesi emergenti della cui stabilitร politica e commerciale non ci si poteva fidareโ, dice Salvatici, che aggiunge: โl'Unione europea ha le spalle abbastanza forti per fare fronte ai questi dibattitiโ. Un po' come accaduto con Apple? โSe si pensa sono stati chiesti 13 miliardi di euro, cosรฌ debole l'Europa non รจโ. Di parere contrario Salvatore Monni, che ritiene che, nel caso dell'entrata in vigore de Ttip, i parlamenti nazionali non avrebbero potuto intervenire sul caso Apple in Irlanda. โChi produce sa giร che si confronta con una politica che cambia le regoleโ, non ha certo bisogno di ulteriori tutele e di una regolamentazione che entra nel merito delle dispute.
Conseguenze sul Pil
Ma per quanto riguarda le proiezioni economiche sui singoli Paesi? โAbbiamo dei dati sul Pil (che onestamente mi sembrano molto ottimistici) ma non quelli sull'occupazioneโ dice Monni. Sono dati che non necessariamente vanno di pari passo: la crescita potrebbe anche implicare perdita di posti di lavoro, cosa che naturalmente nessun leader politico vuole affrontare in questo momento.
a cura di Antonella De Santis
Per saperne di piรน si puรฒ leggere il sito della Commissione europea o i nostri approfondimenti: 6 punti per capire il Ttip, Accordo di libero scambi: rischio o opportunita?