Lo si potrebbe etichettare proprio così, Smart Food, cibo intelligente, il cibo protagonista a Torino in questo inizio di giugno, nell’ambito di un paio di grandi eventi votati al futuro dell’ambiente e del settore agro-alimentare: il Festival CinemAmbiente (16° edizione) e Eating City/Smart City Days.
Torino si conferma così città del cibo (e basta ricordare il Salone del Gusto, Terra Madre, Eataly…) e insieme città smart e innovativa, dove la Fondazione Torino Smart City lavora a un piano strategico per lo sviluppo sostenibile. Giornata “storica” il 2 giugno, Festa della Repubblica, celebrata in modo insolito, fra cibo e costituzione. Così Piazza Vittorio, una delle più grandi piazze europee, affacciata sul Po e la collina, si è trasformata in un gigantesco ristorante-open: 2800 persone a gustare un pranzo gratuito preparato partendo dagli scarti del commercio alimentare. E in più il mercato Campagna Amica, gestito da Coldiretti Piemonte: una cinquantina di produttori locali e lo stand della cooperativa Nanà per la vendita dei prodotti di Libera.
Parola d’ordine della giornata? Primo non sprecare, proposta sviluppata nell’ambito della campagna europea Un anno contro lo spreco ideata dall’agronomo ed economista Andrea Segré di Last Minute Market per sensibilizzare sullo scandalo degli sprechi alimentari e creare momenti di convivialità attorno al cibo.
“Non sprecare dev’essere il primo comandamento laico del nostro tempo di crisi” spiega il professor Segrè. “Gettare il cibo ancora buono da mangiare non solo è peccato in tutti i sensi, ma è anche un costo economico, ecologico e sociale. Ridurre gli sprechi alimentari dev’essere una priorità politica”. Vale la pena di ricordare che ogni europeo spreca ogni anno 179 chili di alimenti. Secondo Last Minute Market, a livello domestico in Italia si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. E da un punto di vista economico, per una famiglia italiana significa una perdita di 1.693 euro l’anno.
Primo non sprecareha in più il fascino del mangiare insieme, in piazza, condividendo del cibo destinato a diventare rifiuto, mentre è ancora perfettamente edibile e commercializzabile, non si tratta di cibo ‘avanzato’. A Torino per esempio sono stati serviti tortino di verdure, caponata, una pesca, pane artigianale, un bicchiere di vino rosso della Coldiretti e acqua della Smat, la Società Metropolitana delle Acque Torinesi. Semplice e perfetto.
Fra gli ospiti dell’Eating Day, oltre al professor Segrè, il ministro dell’ambiente Andrea Orlando, l’ assessore all’innovazione e all’ambiente della città di Torino Enzo La Volta, Gaetano Capizzi, direttore di Smart City Days e CinemAmbiente, don Luigi Ciotti di Libera. E un paio di personaggi inattesi. La star di Hollywood Bill Pullman, protagonista del film-documentario che ha aperto il festival Cinema Ambiente, The Fruit Hunters, i ‘cacciatori di frutta’, ha raccontato la sua esperienza di frutteto collettivo realizzato sui terreni della mecca del cinema e ha dato vita, insieme al regista Yung Chang e all’agronoma-archeologa Isabella della Ragione che va a caccia di frutti perduti, a un interessante dibattito sulla biodiversità e la necessità di salvare specie di frutta in via di estinzione. E Pierre Rabhi, il settantacinquenne guru dell'agroecologia, in una delle sue rare apparizioni fuori dalla sua fattoria nell’Ardèche.
Rabhi ha chiuso la giornata presentando al Cinema Massimo, location delle proiezioni del festival CinemAmbiente, Il mio corpo è la terra, il film-intervista che racconta la sua esperienza di contadino-filosofo e il suo progetto di agricoltura ecosostenibile.
Un finale perfetto per una giornata smart, interamente dedicata alla cultura del cibo.
A cura di Rosalba Graglia
www.smartcitydays.it
www.cinemambiente.it