Non è un Paese per giovani imprenditori. Fare impresa in Italia è una vera e propria sfida, fatta di tempi burocratici biblici e tasse onerose, ma Federico De Cerchio e Eros Durante, abruzzesi classe 1987 e 1984, per ora hanno avuto la meglio con il loro wineOwine, un portale di vendite private tutto dedicato al vino. Il ragionamento da cui sono partiti è abbastanza intuitivo ma allo stesso tempo all'avanguardia e applicabile a molti settori: “In Italia bisogna portare innovazione nei settori tradizionali, rivoluzionando i processi di vendita”, così esordisce Federico con il quale, assieme al socio Eros, abbiamo fatto quattro chiacchiere.
Che cos'è wineOwine?
È un portale di vendite private attraverso il quale proponiamo vini di produttori di nicchia o di denominazioni meno conosciute, a prezzi ragionevoli.
Come funziona?
Ogni settimana un team di esperti, composto da sommelier ed enologi, sceglie le etichette da offrire per un periodo limitato di tempo, in modo tale che l'offerta cambi costantemente senza mai trascurare il livello qualitativo. In base a come risponderà il mercato stiamo pensando di riproporre ciclicamente le stesse etichette, creando in futuro una selezione permanente.
L'obiettivo?
Cercare di risolvere, almeno in parte, uno dei problemi che in Italia affligge il vino, ovvero la distribuzione: quando si parla di piccole realtà o denominazioni meno conosciute, la distribuzione si spinge a livello territoriale e, nel migliore dei casi, regionale; raramente tocca tutta Italia. Noi cerchiamo di comunicare fuori dai confini regionali queste realtà ai consumatori di vino di oggi, che sono sempre di più enofili appassionati, curiosi e attenti alle storie che risiedono dietro a ciascuna etichetta. Cerchiamo così di portare innovazione in un settore tradizionale come quello del vino, che ha effettivamente bisogno di svecchiare e cambiare i canali di acquisto, perché è proprio questo quello che chiedono i consumatori.
Come avviene la selezione delle etichette?
Secondo due criteri fondamentali: qualità e prezzo. Siamo costantemente alla ricerca di piccoli produttori che facciano bene il loro lavoro e che ci vendano i loro vini ad un prezzo inferiore di quanto lo venderebbero a un'enoteca. Ultimamente sono i produttori stessi, soprattutto quando si tratta di ragazzi, a contattarci. Una volta ricevuti i vari campioni, procediamo con la degustazione alla cieca per fare una prima selezione qualitativa. La seconda fase selettiva si basa esclusivamente sul prezzo, che deve essere necessariamente competitivo.
Com'è nata l'idea?
Siamo entrambi appassionati di vino - io (Federico De Cerchio) vengo da una famiglia di produttori - e nelle enoteche abruzzesi è quasi impossibile trovare etichette particolari. Dando un'occhiata on line ci siamo accorti che nemmeno lì, tolti i soliti noti, c'è una grande fantasia in quanto a proposte, così abbiamo ipotizzato che occupare un settore di nicchia avrebbe potuto essere una grande opportunità. Da un nostro bisogno, quello di provare sempre etichette differenti, è nata quest'idea. Siamo certi che non siamo gli unici ad avere questa necessità.
Proponete vini di nicchia e poco conosciuti, non è troppo rischioso?
“Chi paga dieci euro per un'etichetta sconosciuta?” È stata questa la prima domanda che ci siamo posti. Ci siamo detti che la soluzione più immediata sta nel far conoscere queste etichette raccontando le storie dei produttori e dei vignaioli che hanno permesso la creazione di questi prodotti straordinari. Sono storie diverse tra loro, dal vignaiolo che fa questo da una vita, al banchiere che molla tutto e si dà ai lavori della terra, ma tutte ugualmente interessanti. Noi leghiamo ogni vino al racconto dei produttori, questo fa sicuramente la differenza.
Come è stata accolta la vostra idea tra i produttori?
Molto bene. Tanto che ci contattano moltissimi ragazzi, soprattutto nella fascia d'età tra i venticinque e i trent'anni, che hanno iniziato a fare impresa attorno al vino. Sta crescendo proprio un movimento di giovani e giovanissimi imprenditori di settore, che hanno bisogno dell'anello di congiunzione tra la loro impresa e il mercato. Noi ci proponiamo proprio in questi termini, contattiamo direttamente i clienti finali senza passare per il ristoratore di turno, che oggi non vuole più rischiare. Ad oggi, nonostante sia on line solo la versione beta, ci arrivano settimanalmente i campioni da quattro o sei aziende.
Cosa ci guadagnano i produttori?
Noi curiamo la loro immagine, in pratica siamo un mezzo di comunicazione che raggiunge tutta Italia.
Dove sta il vostro guadagno?
Compriamo e rivendiamo il vino, ovviamente con un ricarico nettamente minore delle enoteche. Il nostro magazzino ha sede in Abruzzo e qui avviene lo smistamento logistico di tutte le bottiglie comprate.
Spiegaci meglio
Ogni settimana apriamo la campagna vendite e una volta chiusa capiamo quanto vino comprare. I produttori ci inviano le bottiglie e noi le smerciamo ai clienti finali attraverso un corriere espresso.
Perché un utente dovrebbe rivolgersi a voi e non direttamente al produttore?
Provateci! Il piccolo produttore non è quasi mai attrezzato per la vendita on line, poi non venderebbe mai una singola bottiglia, a meno che il cliente non vada direttamente in cantina. Con il nostro servizio gli utenti finali possono comprare sei bottiglie di sei produttori differenti in un'unica spedizione, che è gratuita se la spesa supera i 79 euro.
In quanti collaborate a questo portale?
Oltre a noi due ci sono Dario Petrilli e Simone Capobianco.
Prima che facevate?
Veniamo tutti dal mondo dell'enologia, alcuni di noi hanno alle spalle studi economici che sono risultati assai utili nella fase di concretizzazione dell'idea.
Come siete entrati nell'incubatore e acceleratore di start-up Luiss EnLabs?
Attraverso una dura selezione fatta di business plan, interviste, colloqui, presentazioni e interventi sul palco di fronte a un pubblico di persone preparate.
Il vantaggio di essere nell'orbita di Luiss EnLabs?
I vantaggi sono molteplici, sia economici che di network, in Luiss EnLabs entri in contatto con moltissime realtà interessanti.
Che problematiche avete dovuto affrontare?
Soprattutto burocratiche. Fare impresa in Italia è una vera e propria sfida, alla fine ne esci sfinito tra tempi biblici e tasse da pagare, che oltretutto puoi pagare solo grazie all'appoggio delle famiglie. Insomma la nostra è stata una sfida contro lo Stato italiano, questo lo dico a malincuore
ALTRE START-UP
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a cura di Annalisa Zordan