In attesa di un vero e proprio decreto sanzioni riferito al Regolamento Europeo 1169/2011 sull'elenco degli allergeni, il Ministero dello Sviluppo Economico ha fornito indicazioni operative tramite la circolare del 6 marzo 2015: "Applicazione dell’articolo 18, in materia di sanzioni, del Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 109 alle violazioni delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011". In poche parole sono tuttora in vigore e applicabili le pene a suo tempo previste dall'articolo 18 del D.Lgs. 109/1992. Al di là delle pene (e dell'inerzia del legislatore italiano e delle autorità di controllo) è innegabile, però, che la maggioranza dei pubblici esercizi e dei ristoranti non applica le regole basilari: indicare quali ingredienti allergenici sono o possono essere presenti in ciascun alimento.
iMenù Good App!
Detto questo, per tutti coloro che volessero mettersi in linea con la nuova legge, esiste un'app studiata apposta per facilitare la questione. Parliamo di iMenù Good App!, start-upcreata da Romualdo Scotto di Carlo, business angels con alle spalle molte realtà interessanti, tra cui Cibando (recentemente acquisito da Zomato), assieme a Dario Possamai e Alberto Alcini. In che cosa consiste esattamente? Ce lo racconta Romualdo.
Che cos'è iMenù Good App!?
È un'applicazione Android per la visualizzazione del menu su tablet che prevede la gestione e l'inserimento degli allergeni contenuti in ciascuna portata. Tra l'altro, con questo strumento, non ci siamo fermati ai quattordici allergeni previsti per legge ma siamo andati oltre, inserendo tutte le schede prodotto di ciascun ingrediente. In modo tale che ogni cliente, quello celiaco ma anche quello allergico all'aglio, sia tutelato.
Così facendo siete andati oltre la normativa. Perché?
Il problema, per noi, non è più il rispetto della legge ma mettere in condizione il cliente di sapere che piatti può prendere oppure no.
Come e quando è nata l'idea?
Ho conosciuto Alberto Alcini e Dario Possamai, i programmatori di iMenù, durante un evento organizzato da H-Farm un anno fa. Loro stavano presentando un menu digitale su tablet e io avevo ben presente il caos che sarebbe arrivato dopo l'entrata in vigore del Regolamento 1169 del 2011. Loro avevano le competenze informatiche e io sapevo che avremmo potuto anticipare i tempi offrendo una soluzione concreta ai molti ristoratori che si sarebbero trovati persi di fronte alla legge sugli allergeni. Sì, perché non basta riferire ai propri addetti alla sala gli ingredienti di ogni singola portata, ma questi devono essere informati anche sulla composizione dei singoli ingredienti. Mi spiego: non basta sapere che nella pasta alla carbonara ci sono pasta, quindi glutine, uova e guanciale, ma bisogna capire se all'interno del guanciale è presente qualche allergene. Insomma ogni cameriere dovrebbe sapere tutte le schede prodotti. Impresa titanica, impossibile.
La soluzione?
Dare al ristoratore uno strumento intuitivo e di facile utilizzo, sia per i dipendenti che per i clienti. La soluzione è appunto iMenù. Strumento, che tra l'altro, consente al cliente di accedere alle informazioni nella lingua madre.
Come funziona esattamente dal punto di vista del ristoratore?
Quando si comincia a utilizzare iMenù, il primo passo consiste nel creare i contenuti nell'area di gestione online. A disposizione dei ristoratori ci sono più di duecento immagini fotografiche di piatti standard. Basterà scegliere quelli che compongono il menu, associare gli ingredienti e di conseguenza gli allergeni, anch'essi già inseriti in iMenù grazie alla collaborazione con consulenti HACCP, e scrivere il nome della portata catalogandola in base alla tipologia di appartenenza. Se invece vogliono caratterizzare maggiormente il loro iMenù, possono caricare le loro foto. Una volta preparati i contenuti basta sincronizzare i tablet e, con un semplice click, il gioco è fatto.
Sembra molto complicato.
È un grande lavoro di upgrade ma una volta fatto (e ricordiamoci che prima o poi deve essere fatto) la vita del ristoratore sarà più facile. Tra l'altro la maggior parte del materiale richiesto, foto e scheda ingredienti, è già fornito da noi o dai fornitori stessi. Cerchiamo di dare, così, un pacchetto chiavi in mano, formando anche il personale e garantendo l'assistenza per il primo anno.
Quali sono i vantaggi?
Il menu è modificabile in qualsiasi momento senza doverlo ristampare ogni volta. E ogni ingrediente può essere arricchito da una descrizione più corposa: se per esempio si vuole differenziare degli ingredienti particolari o tipici, o caratterizzare un prodotto di elevata qualità, è possibile aggiungere una nota supplementare. E ancora, la disposizione delle portate può essere variata in ogni momento e secondo le proprie esigenze.
Che tipo di contenuti o approfondimenti può inserire il ristoratore?
Foto oppure schede dei vari prodotti, dove si spiegano l'origine e la storia. Le prime schede le stiamo stilando in collaborazione con FIC (Federazione Italiana Cuochi).
Solo foto o schede prodotto?
In un futuro vorremmo introdurre anche le informazioni nutrizionali, così, se il cliente vuole un pranzo di 1000 kilocalorie, il sistema glielo compone e gli propone le diverse soluzioni. Il sistema è già predisposto ma sarà il ristoratore a dover fornire tutti i dati necessari per concretizzare la cosa.
È solo app per Android? Il cliente può scaricarsela per vedere preventivamente il menu del ristorante nel quale andrà a mangiare?
La scelta di prevedere dei tablet, ma non iPad, è stata fatta per agevolare i ristoratori: costano decisamente meno. Poi è inutile avere una Ferrari per andare a fare la spesa. No? Per quanto riguarda i clienti, possono scaricare l'app generale ma non troveranno il menu di ciascun ristorante.
I ristoratori possono collegare i dati del tablet con quelli del sito?
Assolutamente sì: con iMenu si può aggiornare il sito web automaticamente. In questo modo gli utenti che navigano sul sito potranno sfogliare il menu aggiornato.
A oggi in quanti collaborate?
Siamo in sette. Oltre ai tre founder, ci sono Andrea De Martin (Developer), Chiara Gatti (Helper), Lorena Grillo (Graphic Designer) e Stefano Azzalini (Developer
Quanto costa il servizio al ristoratore?
Il servizio base viene 69€ e comprende il tablet e l'app installata, già completa e pronta all'uso. Questo significa che al suo interno sono presenti oltre duecento fotografie, trecento ingredienti e cento tag con descrizione particolareggiata, già tradotti nelle lingue più importanti.
Fornite solo un tablet?
Questo è un servizio che possono usare tutti, dalla trattoria, per sopperire alla mole di lavoro che gli procurerà questa normativa, al ristorante blasonato, che potrà sostituire definitivamente i menu cartacei. In questo caso i tablet sono numerosi e il costo del servizio maggiore.
Come reagiscono i ristoratori alla vostra idea?
Quando capiscono la mole di lavoro alla quale la normativa li ha messi di fronte, si spaventano. Poi, quando si rendono conto della soluzione che gli offriamo, molto bene. Ovvio, prima si guardano in giro per trovare alternative ma poi, quasi sempre, tornano da noi.
Quanti e quali ristoranti hanno aderito?
Siamo agli albori. Per ora una quindicina, dal Veneto fino a Roma. Nei prossimi sei mesi vorremmo coinvolgere tutta Italia.
Cosa ci guadagnano i ristoratori?
Vi rispondo con un dato interessante: chi ha sostituito i menu cartacei (quindi non l'ha fatto solo per rispondere alla normativa) ha avuto un incremento del fatturato annuo del 40%. È vero, i clienti in parte aumentano perché sono curiosi della novità, ma anche perché, per un cliente, è bello vedere un menu ricco di immagini ad alta risoluzione con tutti i dettagli correlati. C'è di più, essendo modulabile, i ristoratori possono puntare maggiormente sui prodotti che preferiscono, magari quelli che hanno più margine di guadagno. Anche qui vi faccio un esempio concreto: un ristoratore vendeva più birra alla spina ma gli è bastato cambiare l'ordine di visualizzazione per cominciare a vendere più birra in bottiglia, per la quale aveva un margine di guadagno maggiore. In poche parole, grazie a iMenù c'è un incremento del numero di clienti e una redditività media per singolo cliente maggiore. Se poi il locale lo desidera, può offrire degli spazi pubblicitari ai propri fornitori oppure promuovere eventi e manifestazioni della zona attraverso dei semplici banner.
Come vi siete finanziati inizialmente?
Di tasca nostra con oltre 50.000€.
Che problematiche avete dovuto affrontare?
Il vero scoglio lo affronteremo quando si capirà bene la normativa. Per ora le maggiori difficoltà derivano dalla mancanza di chiarezza della normativa stessa.
Progetti futuri?
Nel breve periodo: diffonderci in tutta Italia. Nel lungo: andare in Europa. È per questo che stiamo cercando dei collaboratori
Che tipo di collaboratori?
In questa fase, consulenti HACCP e commerciali nel settore Ho.re.ca.
Questo e molti altri temi verranno approfonditi nel corso di Gourmet.
Gourmet | Expoforum | Horeca Food & Beverage | 22-24 novembre 2015 | Lingotto Fiere Torino | www.gourmetforum.it
a cura di Annalisa Zordan
LA NOSTRA MAPPATURA SULLE START-UP
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