Ha fatto così tante cose che a volte ci si dimentica che è nato solo nel 1985. Franco Aliberti arriva alla soglia dei trent'anni con un bagaglio di esperienze e un palmarès da urlo, ma soprattutto con la realizzazione di un sogno. Dopo l'ultima esperienza, quella a Modena, come pastry chef alla corte di Massimo Bottura, lo scorso anno molla tutto e va in riviera romagnola. Insegue il sogno di un ristorante tutto suo e flirta con l'idea di una cucina a scarto zero. Chiama l'amico Andrea Muccioli (conosciuto ai tempi di Vite, il ristorante di San Patrignano) e insieme iniziano a ragionare sul progetto. E lo scrivono. Il risultato è tutto in 169 pagine e 298 metri quadrati, inclusa la foresteria per giovani chef coinvolti nell'esperienza, a cui si aggiungono i 302 metri quadrati di spazi esterni comprensivi di orto biologico e didattico, fonte di materie prime per ÈVVIVA.
Al grido di zero sprechi, ovvero massima valorizzazione dei prodotti della natura e del lavoro dell'uomo, il progetto si definisce in modo sempre più chiaro: attenzione all'ambiente, basso impatto, chilometro zero, riuso, salubrità, conservazione e recupero, dalla cucina agli arredi. Parole chiave e stimolo continuo. Lo stesso locale, la vecchia lavanderia del Grand Hotel, è stato salvato dal suo destino che lo voleva abbattuto e ricostruito ex novo.
Oggi l'obiettivo è fare una proposta accessibile a tutti (il prezzo medio per la cena completa si aggira intorno ai 35-40 euro) in grado di soddisfare esigenze e appetiti diversi con menu diversificati per struttura, stile e dimensioni e i piatti proposti anche in versione mini, da assaggio. Il locale è multiforme: caffetteria, pasticceria, ristorante, scuola di cucina e negozio dove acquistare ogni oggetto presente, non solo il cibo, e poi ancora spazio espositivo, insieme con la Galleria Rosini Gutman (primo appuntamento con Mario Schifano). Con spirito disincantato e poco ortodosso, forte di un diaframma bene aperto tra sala e cucina, tra chef e ospiti. E molti amici coinvolti: l’architetto Luca Tausani Ferrini, il grafico Salvatore Gregorietti, il fotografo e art director Pippo Onorati, tra gli altri. ÈVVIVA si appresta ad aprire le porte, con la sua brigata e il progetto di sostegno, formazione e inserimento lavorativo per tre ragazzi (16-22 anni) che abbiamo maturato situazioni di disagio, sociale o relazionale. L'atmosfera è quella di un laboratorio di esperienze, un luogo di incontro di creatività e voglia di fare bene e fare di più. A partire dal 2 aprile, giorno di apertura al pubblico. Per avere un'idea di come sarà e di cosa si mangerà da ÈVVIVA date un'occhiata alla photogallery.
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a cura di Antonella De Santis
foto: Giorgio Salvatori