Sono tanti i libri che elencano le più importanti scene enogastronomiche del cinema. Ma per il cinema la tavola non è una questione di "piatti": spesso se ne serve come vero e proprio motore narrativo capace di trasformare i personaggi del film, di fotografare una data comunità in un dato periodo storico, di fare addirittura politica evidenziando possibili scenari futuri. È questa la tripartizione scelta dal critico Marco Lombardi nel suo nuovo libro, Gustose visioni, dizionario del cinema enogastronomico che costituisce la prima parte del corso di Cinema ed enogastronomia che da anni tiene all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, facoltà di Scienze della Comunicazione. La cucina diventa allora essa stessa un personaggio, spesso il protagonista, delle pellicole, tiene banco e seduce con colori, rumori, forme, quando non odori e sapori, anche soltanto evocati. Sin dai tempi del muto e, via via, lungo i sentieri di epoche differenti, arrivando fino a oggi, il cibo segna i contorni delle epoche, ne definisce costumi e abitudini, traccia il profilo della storia e dei tempi. Fino a quando, parliamo dei nostri giorni, si è trasformato in spettacolo di massa, ossessione e riferimento di tanti, partecipanti attivi o semplici spettatori di questa età della gastronomia che pare richiamare tutti, indistintamente, intorno a taglieri, pentole, tavole imbandite.
E se il binomio cinema e cibo non è nuovo a opere editoriali, Marco Lombardi ne fa una vera e propria disciplina, la Cinegustologia, che indaga l'universo delle libere associazioni tra pellicole e piatti, e cerca di sviluppare un nuovo linguaggio che oltrepassi barriere linguistiche e affranchi il libero sentire di ognuno. Pur non avendo l'ambizione di definire un'unica via interpretativa, al contrario, puntando sulla pluralità di intuizioni e risposte. Tante quante sono le persone che si provano a mescolare le carte della visione con quelle della percezione gustativa.
Gustose visioni – oltre allo sguardo su oltre un centinaio di pellicole – nella prima parte fornisce tutta una serie di analisi sul perché il cinema racconti sempre più spesso le sue storie a tavola (quest'anno sono usciti in Italia una quindicina di film enogastronomici): dalle scelte culturali alle ragioni del product placement, delle mode e del life style. Ma anche seduttive, se a tavola vogliamo conquistare qualcuno che tanto ci piace. Introduzione di Heinz Beck che, cucina a parte, ama il cinema: in particolare Ratatouille, perché secondo lui la storia del topolino Remy è, per molti versi, anche la sua.
Gustose visioni | Marco Lombardi | Iacobelli ed. | pp. 160 | 15 euro