che il 16 marzo aprirà le porte al popolo dei foodies amanti della migliore tradizione romagnola. Ad accoglierli, un locale rinnovato negli arredi e nei menu.
Saranno venti in totale, i ragazzi impegnati nel progetto: dieci ai fornelli e dieci in sala, provenienti dai settori di formazione della comunità, freschi di corsi professionali di cucina e panificazione con lo chef Vincenzo Cammerucci e il mastro fornaio Giuliano Pediconi.
Un locale rinnovato, con arredi “made in Sanpa” (il concept store di San Patrignano con prodotti unicamente realizzati dai 1500 ragazzi della Comunità) a far da cornice alla bellissima cucina a vista e al panorama mozzafiato sulle colline romagnole. Del menu rimane invariata la qualità degli ingredienti: materie prime a chilometro zero frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, selezione e controllo portato avanti dalla comunità stessa. Tutti i prodotti provengono infatti quasi esclusivamente dalla Fattoria di San Patrignano. Dai formaggi alla carne e ai salumi, dalle verdure alla frutta e all’olio. E, chiaramente, i grandi vini della comunità, accanto alle etichette più prestigiose del panorama italiano e internazionale. In tavola, i piatti della migliore tradizione: le tagliatelle con ragù di mora e chianina, gli gnocchi alla fonduta di formaggi di Sanpa, i cappelletti in brodo, arrosti.
“Il ristorante Vite proporrà un’offerta culinaria maggiormente legata al territorio - spiega lo chef Fabio Rossi- cercando di mettere sempre più in risalto la filiera della comunità, in grado di fornirci tantissime materie prime di grande qualità. Il menù potrebbe sembrare più semplice perché legato alla tradizione, ma si tratta di una cucina che comunque sarà rivista e rivisitata da me e dalla brigata. In menu rimarranno tuttavia alcuni piatti già entrati nel cuore dei nostri clienti come il Risotto Vite, la Pappa al pomodoro, la Mora sulla scala e altri. Riserveremo poi una proposta più veloce ed economica a chi sceglierà il nostro ristorante per pranzo. Oltre a questo il ristorante sarà utilizzato ancor più come luogo di formazione per i ragazzi di San Patrignano. Non è un caso che sia aumentato il numero di quelli impegnati nel ristorante che provengono da settori di formazione come la cucina, il forno e l’ospitalità”.
Non una semplice locanda, dunque, ma una testimonianza concreta di riscatto, un manifesto delle qualità e capacità che gli uomini sanno ritrovare e dimostrare. Al centro la proposta educativa della comunità, infatti, sempre più spazio viene dato all’educazione al cibo e alle attività formative, attraverso corsi e workshop già in programma, come quello di panificatore, e stage in collaborazione con le scuole alberghiere. Sarà inoltre possibile, per gli avventori e gli appassionati che lo desiderano, conoscere da vicino i vari aspetti della filiera agroalimentare, dalla produzione delle singole materie prime alla loro trasformazione e confezionamento.
Michela Di Carlo
14/03/2012