Maurizio Barotto porta sottobraccio il grande volume primo del Mulino del Po, il romanzo di Riccardo Bacchelli che giร allora โ era la fine degli Anni Trenta, prima della guerra โ lamentava la scomparsa di questo mondo fatto di acqua e farina, di terra e grano. Prende la pagina giusta, Maurizio, guarda la sua giovane Fousia e inizia a leggere:
โE Dosolina stupita: - Come? Non mangiavate di questo pane?
Cosรฌ venne fuori che il Rei, sempre per non dipendere, non faceva pane lievitato e cotto al forno, ma la pinza alla molinara cotta sul testo o sotto la cenere della fogara. In una parola, aiutandosi colla pesca e la caccia, e colle erbe selvatiche commestibili, e con un po' d'orto nella golena deserta, egli dipendeva dal mondo civile soltanto per il sale...โ
Cโรจ in poche righe tutta la poesia di questo mondo e di questo pane che lui ha voluto riscoprire, a cui sta dietro da anni e che ora, grazie allโamore della sua compagna marocchina appassionata di impasti e pani, un amore legato anche alla sua tradizione familiare e culturale, puรฒ servire ai tavoli della sua locanda. Da dove si vede la sala macchina e la ruota dellโantico molino ad acqua mosso dalla corrente del Canal Bianco che unisce Adige e Po, a Fratta Polesine, a pochi minuti da Rovigo.
Qui, in una zona non ricca nรฉ di formaggi nรฉ di vini, il pane e la tradizione degli uomini del fiume acquistano unโimportanza decisiva nel disegnare e conservare unโidentitร .
โMulini del Po: si contano forse sulle dita ed ogni anno scemano e per scoprirli bisogna andare apposta a cercarli... tanto pochi, nella vastitร molle e potente del fiume serpeggianteโฆ sono scuri e frusti, e coll'aspetto cadente illustrano la disposizione del Genio Civile che ha segnato il destino di questi ultimi superstiti alla concorrenza molitoriaโฆ son pur lenti e duri a consumarsi i superstiti!โ. Inizia cosรฌ Bacchelli lโaffresco di questi paesaggi dโacqua. Che sono cosรฌ ancora oggi, immersi nel verde delle rive e nascosti nella rete dei canali. Cosรฌ, Maurizio e Fousia si sono fatti carico di ripartire dalla farina e dal pane. โTanto che ora anche a Stienta, per caso anche mia cittadina natale, ne han fatto lโoggetto di una sagra appositaโ sorride Maurizio โcโรจ voluto tempo per mettere a punto la ricetta, ma ora in molti vengono qui proprio per questoโ.
Ed รจ bello pensare che questa rinascita โ o riscoperta โ avvenga proprio per la passione profonda di una chef marocchina che si รจ innamorata di questo pane antico e lo sforna a regola dโarte. Merita quasi da solo il viaggio!
Al Pizzon | Fratta Polesine (RO) | via Pizzon 945 | tel. 340 3505 771 | www.locandaalpizzon.com
a cura di Stefano Polacchi