Autoironia e simpatia, ne hanno fatto uno dei beniamini del pubblico conquistato dalla sua versatilità e dalle sue doti di trasformista e imitatore (memorabili Naomo, parodia di Flavio Briatore, e Renato Zero). Non si ferma un momento Giorgio Panariello, ma il tempo per rifugiarsi nei sapori della sua Toscana se lo ricava sempre. Anche perché al pari del compagno "di merende" Carlo Conti, per il cibo e il vino ha passione vera.
“Sono nato a Firenze ma non aspettarti che ti parli di ribollite e bistecche perché io sono versiliese, è lì che sono cresciuto fino a trent'anni, e la Versilia è una terra molto eterogenea che da un posto all'altro cambia moltissimo, passi dal pane marocco di Montignoso con olive e peperoncino ai tordelli con la carne e con le spezie, il piatto della mia infanzia, (io avevo una nonna che cucinava benissimo), dal castagnaccio che dalle mie parti è molto basso e croccante ai coppi, delle verdure tipo sedano selvatico che vanno ben cotti e poi conditi con un po' di sugo o olio e limone e poi la torta Pasqualina... Oggi se voglio mangiare dei buoni tordelli fatti in casa e della carne fantastica vado a Pietrasanta, divenuta una sorta di piccola Parigi con grande fermento artistico, al Baccatoio; per zuppe e carne alla brace mi piace tanto anche l'osteria Candalla nella Camaiore alta, ricavata in un vecchio mulino lambito da cascate e corsi d'acqua, con una veranda che dà sul fiume. Se ami il pesce, Lorenzo a parte, a Forte vai alla Barca dove si trova un ottimo prodotto a prezzi contenuti; ma ora a Forte ci sono anche dei locali sulla spiaggia niente male, il mio preferito è il bagno Marechiaro, un posto romanticissimo, dove mangi con i piedi sulla sabbia, si apparecchia davanti alle cabine che hanno tutte una specie di verandina: splendidi gli spaghetti con le arselle; se ami i crudi non trascurare a Viareggio, Massimo, sul viale interno. Mi dimenticavo, c'è un posto molto particolare a Montignoso, la Ca' nell'Ulivo, un'idea geniale di un mio amico che con la moglie cuoca si è organizzato in modo che tu telefoni, prenoti e vai a mangiare a casa loro: tutte cose tipiche dall'acciuga fritta ai manufati, una zuppa con il cavolo nero e i fagioli che diventa una sorta di polenta, si lascia riposare un giorno, poi si fa un buco al centro e si mette dell'olio buono; se avanza il giorno dopo ancora si taglia a listarelle con il filo da cucina e si frigge...madonna che bona!».
Grandeee!!!!! Come direbbe Renato/Giorgio.
a cura di Laura Mantovano
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