Pino Puglisi fa il macellaio a Torino da oltre trentโanni, nella bella macelleria di via Cibrario, nel quartiere centrale di Cit Turin. Un mestiere scelto per passione, da ragazzino, e โrubatoโ (come ama dire lui) andando a fare il garzone dai grandi macellai della cittร e della cintura, con unโostinazione che alla fine ha avuto ragione sul suo fisico esile e sui pregiudizi dei vecchi maslรฉ.
E fin dagli inizi ha un chiodo fisso: la ricerca dellโeccellenza. Cosรฌ comincia subito a indagare sullโallevamento del bestiame in commercio, sui processi di crescita e sullโalimentazione. Quello che trova non gli piace: vorrebbe un allevamento suo, da poter gestire personalmente. Introducendo quello che ritiene - e che sarร - una svolta, frutto di oltre 20 anni di studi e ricerche: la nocciola come elemento fondamentale dellโalimentazione dei bovini, eliminando ogni traccia di mangime composto e di integratori minerali.
Allโinizio il progetto sembra complicato: nessun allevamento tradizionale e redditizio ha interesse a lasciare la via vecchia e sicura per una strada nuova, complicata e onerosa. Ma Pino, lo abbiamo detto, รจ un tipo ostinato, e approfitta della crisi del settore negli anni โ90 per proporre a unโazienda agricola a conduzione familiare, quella di Giovanni Rossetti a Cavour, un allevamento a ciclo chiuso di bovini di razza piemontese in esclusiva per la sua macelleria e ai prezzi massimi di mercato. Antieconomico (per lui) ma molto convincente (per lโallevatore). Cosรฌ comincia lโavventura delle bovine โalla nocciolaโ, alimentate secondo le regole messe a punto da Pino: una vera rivoluzione nel settore dell'allevamento. I risultati sono superiori a tutte le aspettative per sapore e proprietร organolettiche. Nasce la Vicciola, carne bovina di Razza Piemontese allevata a nocciole, in esclusiva per la macelleria di via Cibrario (e solo femmine e castrati nati e ingrassati nellโazienda Rossetti). Certo, seguendo questo disciplinare la crescita dei capi รจ molto piรน lenta di quella degli allevamenti convenzionali: circa tre quattro etti al giorno dal momento in cui gli animali si mettono allโingrasso, contro una media che si aggira tra gli otto etti e il chilo e mezzo quotidiani dei bovini allevati in maniera tradizionale. Questa alimentazione a base di mais, crusca, fieno e nocciole, senza forzature, senza integratori volti ad aumentare la resa quantitativa e a velocizzare la crescita rispetta il ciclo fisiologico del bovino. Risultato: minore resa in termini di quantitร e una qualitร nettamente superiore. La Vicciola diventa in pratica un veicolo di trasmissione di proprietร nutritive: i bovini assumono alimenti (ed elementi nutritivi) in quantitร molto maggiore di quanto facciano gli uomini, e a loro li passano attraverso le carni. Cosรฌ si trasformano in un concentrato di princรฌpi organolettici, quando la loro alimentazione si basa su alimenti sani e nobili. Per esempio la nocciola,finora mai inserita nellโalimentazione dei bovini, che deve essere di alta qualitร per poter trasmettere tutte le sue proprietร : solo nocciole italiane (Puglisi alterna la tonda e gentile delle Langhe con la nocciola di Viterbo) integre, sgusciate, di calibro 13/15 (il disciplinare - severissimo, approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali - prevede siano superiori a 11mm di diametro), senza traccia di prodotto scaduto, rottame o scarti di lavorazione. โquando arrivano in cartoni sono perfette, come quelle per le pasticcerieโฆโ scherza Puglisi.
Grazie alle proprietร nobili della nocciola, non cโรจ aumento di sostanza grassa, a vantaggio di unโaltissima concentrazione di proprietร nutritive, un livello alto di grassi monoinsaturi e un bassissimo livello di colesterolo nella carne, come dimostrano regolari analisi effettuate dal Laboratorio Chimico Camera di Commercio di Torino. Un esempio? Il sottofiletto di Vicciola registra valori di colesterolo che oscillano tra i 28 e i 41mg/100g rispetto alla media nazionale che varia dai 49 ai 75mg/100g, meno persino del branzino selvatico (48mg/100g), del merluzzo o nasello crudo (50mg/100g) e molto meno della spigola di allevamento che si aggira sui 75mg/100g (dati Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione). Un risultato assolutamente unico per una carne di vitella di Razza Piemontese sotto i 12 mesi e con un peso intorno ai 350 kg.
Il macellaio Pino segue tutta la filiera, garantendo trasparenza, qualitร e genuinitร di tutti gli alimenti utili al nutrimento della Vicciola. Il risultato organolettico รจ sorprendente: una carne estremamente magra, ma dal gusto dolce e delicato, dalla consistenza morbida e suadente dovuta alla sua fibra oleosa, che mantiene una grande leggerezza. Una piemontese unica e dโeccellenza. Perfetta per lโarrosto, ma buona soprattutto in versione tagliata o cruda, battuta al coltello o allโalbese, giusto un filo dโolio, รจ buona giร da sola (โe se piace la testina, รจ specialeโ dice Pino). Non stupisce che abbia giร cominciato a suscitare lโinteresse della grande gastronomia. Come racconta con soddisfazione Pino Puglisi, la Vicciola รจ entrata nei menรน di Damiano Nigro al ristorante stellato Villa d'Amelia di Benevello, in Alta Langa, di Luca Zecchin da Guido da Costigliole al Relais San Maurizio diSanto Stefano Belbo, altro stellato, e di Sandro Vietti al Ristorante Gerla 1927 di Torino.
Puglisi รจ appena tornato da un viaggio in Svezia, dove la carne Vicciola รจ stata presentata da Goran Amnegรคrd, ristoratore e produttore di vini (probabilmente i piรน settentrionali del mondo) fra le campagne di Blaxta, vicino alla cittร di Flen, unโora e mezza da Stoccolma: insomma anche lโonda della cucina del Nord ha scoperto la carne di Puglisi, che ha ottenuto un gran successo in una cena dโeccellenza. Last but not least, la Vicciola รจ in carta anche del nuovissimo ristorante milanese di Cracco, Carlo e Camilla in segheria: hamburger scomposto The Cube, con cubi di vitella Vicciola. Non cโรจ storia, le โpiemontesi alla nocciolaโ di Pino Puglisi ne hanno fatta di strada.
Macelleria Pino | Torino | via Cibrario 53 | tel. 011 4375781 | www.vicciola.it www.facebook.com/vicciola
a cura di Rosalba Graglia