Sì, perché se finora le ricette di Palatium son state molto "rassicuranti", semplici e dirette rispetto all'uso anche tradizionale dei prodotti del territorio, ora i piatti si sbizzariscono in forme più eleganti, creative, dove gli ingredienti parlano una loro lingua slegata spesso dalle forme dell'abitudine quotidiana. "Ero molto preoccupato nell'introdurre note creative nel menu - ammette Giulio Somma - Ma poi, parlando con Dario e soprattutto assaggiando i suoi piatti, ho capito che era quella la strada migliore per far conoscere i nostri ingredienti, i prodotti dell'agricoltura del Lazio. La creatività crea un piccolo gap critico tra ospite e prodotto: in quel piccolo distacco, si inserisce la possibilità di vedere l'ingrediente nel suo vero essere, staccato dall'abitudine quotidiana e libero di esprimere il suo potenziale. Inoltre, questo tipo di menu evita anche la concorrenza con tutti i locali qui intorno che fanno carbonara, matriciana, cacio e pepe... Insomma, mi sono convinto che con piatti meno legati alla tradizione di un territorio si possano comunicare meglio i prodotti del territorio".
Partendo da queste considerazioni, poi, Giulio Somma traccia una sorta di linea di demarcazione tra il ristorante classico, commerciale, e l'Enoteca Regionale, dove si invertono del tutto le logiche di gestione e le mission... Ce lo spiega in questa breve video-intervista.
Stefano Polacchi
18 luglio 2012