Olio: occhio ai prezzi!

14 Set 2011, 15:46 | a cura di

Da un indagine effettuata dall’osservatorio economico di Unaprol risulta che nei supermercati italiani vi sono olii extra vergine offerti ai consumatori tra 1,90 e 2,50 €. Eppure un buon olio extra vergine di oliva italiano sullo scaffale non potrebbe costare meno di 6,00 € il litro. 

 

A determinare il pr

ezzo finale al consumo concorrono diversi fattori. Si parte dagli attuali 3,50 € il chilo per un buon olio extra vergine già lavorato e disponibile per la vendita in un frantoio. Al prezzo di base, vanno aggiunti i costi di confezionamento per bottiglia, etichetta ed etichettatura, tappo, imballaggio, trasporto, quantificabili in 0,74 €. 

 

Seguono, poi, altre 0,76 € per i costi di commercializzazione. Sono quelli che comprendono le spese di marketing: annunci, messaggi pubblicitari, grafica e di distribuzione alla rete vendite. Concorre, infine, a determinare il prezzo finale della singola confezione il ricarico del punto vendita, quantificato, quest’ultimo, in 0,62 € a bottiglia. Si raggiunge, così, considerando come punto di partenza la cifra di 5,62 € quale costo unitario di un chilo di olio extra vergine di oliva – cui va aggiunta l’Iva del quattro per cento. Si ottiene, quindi, un prezzo finale che arriva a sfiorare i 6,00 €.


 

Come fare per non sbagliare la scelta e districarsi nella giungla dei prezzi? Unaprol e il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari del Mipaaf hanno messo a punto un nuovo decalogo per aiutare i consumatori a fare acquisti consapevoli.

 

Innazitutto, è bene ricordare che l’olio extra vergine di oliva è soprattutto una spremuta di frutto e come tale deve avere il sapore dell’oliva. Quando si stappa una confezione tenetelo bene a mente: si deve sentire il profumo e la fragranza del frutto appena franto.

 

E’ importante poi verificare quanto riportato in etichetta. È il punto di incontro tra chi vende e chi compra.

Deve comunicare nel modo più trasparente informazioni utili per agevolare un acquisto consapevole e quindi aiutarvi ad individuare il produttore ed eventualmente il confezionatore del prodotto, se diverso dal produttore.

 

Un etichetta trasparente dovrebbe poi riportare il luogo di provenienza delle olive, il previsto dall’Unione Europea (DOP, IGP o Biologico), un numero di lotto, per facilitare la rintracciabilità del prodotto stesso e anche la quantità di sostanze nutritive quali: il contenuto di acido oleico,

polifenoli, vitamina E e provitamina A.

 

La speranza è che l’impegno di tanti operatori del settore al fianco dei corpi dei Carabinieri possa consentire lo sviluppo di una più efficace azione antifrode a tutela della qualità del Made in Italy.

 

 

Michela Di Carlo

14/09/2011

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