L'olivicoltura in Umbria
Quello fra umbri e ulivi รจ un legame profondo, autentico, che va avanti da secoli. I produttori olivicoli di questa regione si impegnano giorno dopo giorno per trarre la massima espressione dai frutti degli alberi che definiscono il paesaggio collinare, realizzando prodotti d'eccezione e rispettando l'ambiente circostante da cui tutto ha origine. La famiglia Viola vive a Foligno, in provincia di Perugia, e con questa terra ha da sempre un rapporto intenso. Generazioni di olivicoltori si sono succedute per lavorare in campo a stretto contatto con le piante, con amore e pazienza, optando per l'agricoltura biologica e la riduzione al massimo di tutti i trattamenti. ร per questo che una delle loro etichette si รจ distinta nella guida Oli dโItalia del Gambero Rosso come uno dei miglior oli biologici dell'anno, pari merito con l'azienda Marfuga.
Le origini dell'olio
La memoria storica della famiglia risale al diciannovesimo secolo, con Biagio e Lucia Viola, che trasmettono al figlio Ferdinando la passione per l'olivicoltura, tanto da spingerlo ad acquistare, a metร Ottocento, un piccolo uliveto sulle colline di Scandolaro, per contribuire all'economia familiare. ร poi la volta di Diamante e dello zio Feliciano, che estendono la proprietร a oltre 30 ettari e inseriscono il frantoio aziendale all'interno del Castello di Sant'Eraclio. E ancora il figlio di Diamante, Biagio, via via fino ad arrivare a Marco Viola, attuale proprietario dell'azienda che ha completamente rivoluzionato il modo di concepire l'extravergine. Cominciano le innovazioni tecnologiche, nuovi metodi e tempi di raccolta e lavorazione che spingono il prodotto verso una qualitร sempre maggiore.
La produzione dell'olio umbro
Oggi sono 15 in tutto gli ettari di proprietร della famiglia, โoltre a 80 ettari di terreno in affitto indotto che abbiamo in gestioneโ. Con circa 23mila piante di moraiolo, frantoio e leccino, l'azienda realizza 5 diverse etichette: Costa del Riparo bio, un blend di frantoio e moraiolo, Il Sincero, monocultivar di moraiolo, il Colleruita Dop Umbria Colli Assisi Spoleto (frantoio, moraiolo e leccino), Inprivio, blend di frantoio e leccino, โe poi un prodotto base, Tradizioneโ. A questi, si aggiunge poi, durante la campagna olearia, il Nuovo, olio novello โche filtriamo comunque per garantire stabilitร โ.
Il lavoro in campo
Per dar vita a questi prodotti, si comincia dalla cura delle piante, a partire da gennaio con la concimazione organica. Si passa poi alla potatura, e ancora alla trinciatura della potatura, e poi al trattamento, โsia convenzionale che biologicoโ, e di nuovo le trinciature, โin base alla piovositร โ, senza dimenticare di togliere i polloni ad agosto. La raccolta inizia i primi di ottobre, mentre ora, a luglio, siamo alla fine della fase di allegagione, ovvero il passaggio da fiore a frutto: โLa fioritura รจ stata eccellente e ci aspettavamo un'allegagione migliore, ma i frutti comunque ci sono. I precedenti mesi di siccitร non hanno fatto bene alle piante, e in generale le ultime quattro campagne sono state difficoltoseโ. In particolare la 2014, annus horribilis dell'olio d'oliva, media la 2015 e mediocre la 2016, โsperiamo nella prossimaโ.
La scelta del biologico
Nonostante gli ostacoli, Marco sceglie comunque di proseguire con la coltivazione biologica, almeno in parte. โL'investimento per il bio รจ impegnativo a livello economico e non solo, e lo diventa ancora di piรน nelle annate difficiliโ. Contro la mosca, occorre intervenire con lo spintor fly (un'esca insetticida a base di spinosad e di sostanze attrattive specifiche sviluppata per il controllo dei parassiti) o il caolino, โtutti elementi che hanno un costo elevatoโ. Fondamentale รจ sempre il monitoraggio, โcontrolliamo costantemente le piante da oltre un mese per prevenire un eventuale attacco della moscaโ. Anche le coltivazioni convenzionali, in qualsiasi caso, non prevedono l'utilizzo di trattamenti diversi, โse non qualcuno per la mosca in casi estremi, altrimenti รจ sufficiente il rameโ.
Perchรฉ quella del biologico non รจ una scelta dettata dall'esigenza di mostrare la certificazione sull'etichetta, ma una filosofia di vita, โun approccio che ho da sempre, nato dall'amore per la mia terra, che voglio mantenere integra. Vivo di territorio a 360 gradi, tutto l'anno, non posso rovinarlo proprio ioโ. Non รจ stata una scelta facile per Marco, soprattutto all'inizio, quando si รจ dovuto scontrare con il padre, โun uomo autorevole e autoritario. Usava molti prodotti chimici, trasportava le olive nei sacchi, raccoglieva tardi: commetteva una serie di errori che intaccavano la qualitร dell'olioโ. Ci รจ voluto tempo perchรฉ il figlio riuscisse a convincerlo a cambiare rotta, a investire nei macchinari e ad accettare la perdita di resa, โtrovarsi con 8,9 quintali di olio anzichรฉ 15 come era abituato, per lui รจ stato uno shockโ. Ma come sempre, la qualitร premia, anche a distanza di anni.
Il frantoio
Col tempo, infatti, รจ migliorato anche il frantoio, che cambierร nuovamente pelle a breve con l'apporto di nuove tecnologie avanzate, โche stiamo impiantando proprio oraโ, come lo scambiatore di temperature. Niente conto terzi, โmoliamo solo le nostre oliveโ, e nessuna regola fissa, โรจ impossibile definire un parametro per la frangitura o la gramolazioneโ. Oltre alla cultivar, il grado di maturazione e l'annata, conta molto il livello di idratazione, โche per ogni partita รจ diverso e va monitorato attentamente in gramola, perchรฉ a seconda della quantitร d'acqua che la pasta di olive rilascia in questa fase, andranno modificati tempi e temperatureโ.
La vendita e la comunicazione
Nuove tecnologie, miglioramenti in campo e in frantoio, maggiore attenzione sulla materia prima: la scena olivicola nazionale sta crescendo, e di pari passo aumentano anche le vendite. โSiamo presenti in diverse oleoteche e negozi specializzati, in qualche ristorante, e vendiamo anche all'estero, nella grande distribuzione e nei localiโ. L'interesse del consumatore รจ maggiore rispetto al passato, e Marco ce lo puรฒ confermare, โinizialmente รจ stato difficile, ma col tempo siamo riusciti a far percepire la differenza tra un extravergine di qualitร e uno scadenteโ. La strada รจ ancora lunga, โdovrebbe esserci un progetto olivicolo nazionale ben strutturato, curato dalle associazioni di categoria, le istituzioni e i produttori, differenziato per ogni regioneโ.
La formazione
Ma comunicare in maniera efficace un prodotto non รจ sufficiente: occorre formare consumatori consapevoli. โAbbiamo una nostra scuola dell'olio, dove invitiamo i clienti e li aiutiamo a capire meglio l'extravergine, attraverso assaggi e degustazioni mirate, in purezza ma anche in abbinamento ai cibi e all'interno dei piattiโ. Soprattutto clienti stranieri, โda sempre piรน interessati degli italiani, che spesso si sentono eccessivamente sicuri delle loro specialitร , tanto da ignorarne storia e metodo di lavorazioneโ. E poi visite guidate in azienda, legate anche al paesaggio, โla nostra รจ un'olivicoltura difficile, collinare e con climi rigidi, ma senza questa terra non andremmo da nessuna parte; va valorizzata sempre al massimoโ. L'obiettivo futuro? โRinnovare completamente la struttura, ampliarci, avere uno spazio maggiore per ridurre i costi e lavorare in serenitร โ. E poi estendere anche le tenute, con nuovi ulivi, per impreziosire ancora di piรน il paesaggio da cui tutto prende vita.
Viola | Foligno (PG) | via Borgo San Giovanni, 11/b | tel. 0742 67515 | www.viola.it/it
a cura di Michela Becchi
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Oli d'Italia 2017. Miglior Dop: Trappeto di Caprafico di Casoli
Oli d'Italia 2017. Miglior olio biologico: Marfuga di Campello sul Clitunno
Oli d'Italia 2017. Miglior monocultivar: Sebastiana Fisicaro Oleificio Galioto di Ferla
Oli d'Italia 2017. Miglior blend: Fattoria Ambrosio di Salento
Oli d'Italia 2017. Miglior performance territoriale: Accademia Olearia di Alghero
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