Appena nove mesi e il ministero dell'Agricoltura si ritrova ancora una volta senza una guida. Cinque ministri in cinque anni e un 2014 tutto da sbrogliare con la riforma della Pac da un lato e l'organizzazione dell'Expo 2015 dall'altro. Nunzia De Girolamo, classe 1975, eletta nelle file del Pdl nel 2008 (considerata una delle fedelissime di Berlusconi, e sposata con Francesco Boccia del Pd), nominata ministro ad aprile 2013 e passata di recente con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, ha rassegnato le dimissioni sbattendo la porta perché "il governo non mi ha difeso" e per "salvaguardare la dignità".Troppo pesante l'assenza del premier Enrico Letta in Aula quando la De Girolamo legge la sua lunga autodifesa ("contro di me un complotto" e "non ho mai sponsorizzato alcun incarico ai vertici Asl") a seguito della spy story legata all'Azienda sanitaria di Benevento che l'ha travolta ai primi di gennaio come un fiume in piena (accusata dall'ex direttore Felice Pisapia), pur non essendo indagata dalla Procura. Al centro dell'inchiesta, la gestione della sanità sannita che secondo il Gip Flavio Cusani era manovrata da un "direttorio politico-partitico" che ne avrebbe condizionato le scelte, con a capo l'ormaiex ministro, in quel periodo coordinatore provinciale del Pdl.
"Ho deciso di lasciare un ministero e di lasciare un governo" spiega la De Girolamo "perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità". Il 4 febbraio si sarebbe dovuta discutere la mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque Stelle di Grillo. Il suo legale e gli esponenti di Ncd parlano di "atto esclusivamente politico che non ha alcuna attinenza con la vicenda giudiziaria".
In ogni modo, un Mipaaf senza guida preoccupa e non poco le organizzazioni di settore, a partire dalla Coldiretti che, con il suo presidente Roberto Moncalvo (che accolse la De Girolamo al Brennero in una manifestazione sul made in Italy, suscitando lo sconcerto di Confindustria), auspica di superare al più presto questa fase di incertezza. E un appello al premier Letta giunge anche dall'Alleanza delle Cooperative agroalimentari: "Abbiamo bisogno di avere subito una nuova guida al Ministero" sottolinea il presidente Giorgio Mercuri "perché dobbiamo applicare entro pochi giorni in Italia la Pac messa a punto a Bruxelles, altrimenti si rischia di fare danni di centinaia di milioni di euro per le nostre imprese".
Per il comparto vino, in particolare, resta aperta una delle questioni più importanti: quella della semplificazione contro la burocrazia. In un'intervista con il Gambero Rosso a pochi giorni dal suo insediamento la De Girolamo parlava di maggiore coordinamento tra gli organismi di controllo per rendere più razionali le verifiche alle imprese, soffocate da troppi oneri. Si tratta di uno dei provvedimenti più attesi dalla filiera che il prossimo titolare del dicastero dell'Agricoltura dovrà riprendere in mano senza esitazioni. La palla passa ora al premier Letta, chiamato a un rimpasto forzato e a trovare presto un successore competente.
Da quell'intervista a oggi sono passati nove mesi che, certo, sono pochi per dare svolte decisive al sistema dell'agricoltura, ma sufficienti per delineare un proprio programma. Ripercorriamo, mese per mese, le tappe principali del ministero De Girolamo.
MAGGIO-GIUGNO. Primi due mesi di mandato sotto il segno dell'Unione Europea. In particolare con il sostegno a due importanti battaglie ancora aperte: il via libera per l'olio d'oliva ad una maggiore trasparenza delle informazioni in etichetta e il raggiungimento dell'accordo sui diritti d'impianto delle viti per i quali la De Girolamo prosegue sulla stessa linea dell'ex ministro Catania contrario alla liberalizzazione selvaggia.
LUGLIO. Sulla falsariga del più famoso contratto con gli italiani di berlusconiana memoria, la De Girolamo firma il suo contratto con tutti gli agricoltori in cui vengono presentati i punti chiave del suo programma: “Ho messo per iscritto il mio impegno per dire no agli Ogm in Italia, abolire l'Imu agricola, semplificare la burocrazia del comparto, premiare gli agricoltori attivi e promuovere l'internazionalizzazione dell'agricoltura italiana". Nello stesso mese comincia a guardare fattivamente all'Expo 2015: annunciata la creazione di un Padiglione interamente dedicato al vino.
AGOSTO. Via libera al decreto che disciplina nell'ambito della pesca la possibilitàper chi effettua la vendita al dettaglio di inserire la dicitura "prodotto italiano" . “Un passo in avanti verso valorizzazione del pescato italiano”, è il commento del Ministro.
SETTEMBRE. Per sottolineare l'importanza del settore-vino, in piena vendemmia, la De Girolamo incontra presidente e direttore di Assoenologi (Riccardo Cotarella e Giuseppe Martelli) annunciando che il valore delle esportazioni di vino è salito dell'8% nel primo semestre. Si riaccende la fiducia.
OTTOBRE. È il mese dei controlli: Nac e Icqrf scovano 600 mila etichette irregolari tra pasta, latte e ortofrutta. Nella provincia di Matera sequestrati 15 mila quintali di mosto da uva da tavola. Soddisfazioni del ministro campano.
NOVEMBRE. Centrato uno degli obiettivi prefissati: l'abolizione anche della seconda rata dell'Imu agricola. La De Girolamo calcola un risparmio per gli agricoltori di 537 milioni di euro: 64 milioni sui fabbricati rurali, 315 milioni sui terreni di proprietà degli imprenditori agricoli professionali e 158 milioni sui terreni di proprietà dei non agricoltori.
DICEMBRE. Il Ministro partecipa alla protesta degli agricoltori Coldiretti che bloccano il valico del Brennero, punto strategico per l'arrivo dei prodotti dall'estero, con l'intento di difendere il Made in Italy. Il mondo agricolo si divide tra approvazione e sgomento.
GENNAIO. L'ultimo atto – appena una settimana fa - la creazione del sito Mipaaf-Google per promuovere le eccellenze agroalimentari italiane in tutto il mondo.
a cura di Gianluca Atzeni e Loredana Sottile
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