Lungo e il Largo su Radio2, la trasmissione che purtroppo assicura il cambio-ferie al Ruggito del Coniglio, sono nuovamente incappato in una crociata contro la cucina molecolare, contro la bistecca sintetica (ma che c'entra l'una con l'altra???), contro i ristoranti da 150 euro (il punto era il conto, non come fosse il locale o come si mangiasse).
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Ferran Adrià; sotto un suo piatto descritto dall'inglese Independent come "Un'esplosione di sapori"
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Poi, citando come uniche bandiere del buon cibo - con una battutaccia del tipo: "Ma cosa mangia a casa sua Ferran Adrià? Voglio vedere se si fa un piatto molecolare o se si spara la paella!") - gli spaghetti coi ricci e la ribollita, i due baldi conduttori Massimo Cervelli e Giacomo Valenti provano a correggere un sms appena giunto in redazione in cui si osannava il "riso alla pillota": "Ma no, sarà alla pilotta" fa uno dei due. Rendendo ben evidente il fatto che pur parlando della cucina tradizionale contro quella creativa e sperimentale, i due non sanno neppure di cosa parlano, essendo il suddetto riso "alla pilota": il pranzo di coloro che lavoravano alla pilatura del riso (foto).
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Abbiamo sempre ritenuto sterili le crociate del gusto, non abbiamo mai sposato né il partito delle trattorie, né quello della cucina-laboratorio. Però non possiamo non notare che i luoghi comuni e le polemiche arronzate e qualunquiste, prive di qualunque argomentazione intellettualmente valida e senza alcuna base cognitiva, portano solo all'appiattimento della massa che segue i mass media e all'incancrenirsi di convinzioni assolutamente prive di qualsiasi fondamento. E questo, specialmente in un'emittente del servizio pubblico, è da ritenersi davvero sbagliato nel profondo.
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Detto ciò, c'è anche tra i nuovissimi chef e tra le nuovissime tendenze, la linea del nuovo movimento nordico Cook it Raw, ovvero cucina brutale, spoglia, nuda, selvaggia: teste di animali sbattute sulla griglia, budella variamente trattate ed erbe prese direttamente dai boschi (nella foto, un momento dell'happening dello scorso anno). Non è cucina molecolare, è la ripresa di un vecchio modo di alimentarsi che risale ai tempi del Buon Selvaggio... Questo è meglio della cucina molecolare? Ed è meglio anche delle tagliatelle della nonna?
Per fortuna che la possibilità di scegliere è ancora ampia e che il pensiero unico è relegato ad alcune fasce orarie del servizio pubblico, mentre noi gente comune possiamo ancora variare e vagare tra un'esperienza e l'altra e scegliere e pensare e divertirci come ci pare. Del resto, per andare indietro nel passato e ritrovare le radici del sapore comune, basta ricordare il monito del buon vecchio Dante: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"...
Stefano Polacchi
settembre 2011