Manuele Colonna รจ uno dei publican e โ piรน in generale - dei personaggi che hanno saputo accendere i riflettori sul mondo della birra artigianale nel corso degli anni, facendolo crescere esponenzialmente fino ad arrivare al punto odierno. ร ideatore e promotore di alcune iniziative tra cui i festival Eurhop e il FrankenBierFest, autore del libro Birra in Franconia che ha, di fatto, riportato in auge la regione tedesca tra gli appassionati del settore, ha firmato vari locali di successo a Roma (e non solo). Oggi si occupa di distribuzione, oltre che della direzione del suo storico Ma Che Siete Venuti A Fa' in zona Trastevere, a Roma. Dice: โHo avuto fortuna a essere nel posto e nel momento giusti. Ho sempre avuto una gran dose di c**o, oltre alla bravura che forse cโรจ se dopo 20 anni siamo ancora quiโ.
Contemporaneamente al mondo della birra artigianale, negli anni รจ andata modificandosi la figura del publican. Come hai vissuto questo cambiamento?
Oggi il panorama รจ completamente diverso. Anni fa dovevi possedere una passione, oltre alla missione dellโevangelizzazione birraria. Chiunque, dal birraio al publican, affrontava questo mestiere per un piacere intimo, anche perchรฉ non cโera alcun riscontro economico degno di nota, non era un lavoro che dava sicurezze: era un salto nel buio, nel vuoto. Non c'erano corsi, materiale informativo e reti di distribuzione capillari: era tutto pionieristico, sembrava un discorso carbonaro. Ricordo che allora, quando nasceva un birrificio in Europa, lo venivamo a sapere dopo pochissimo e subito si destava il nostro interesse. Adesso devo appellarmi al geek di turno che me ne parla, oppure sono gli stessi birrifici a venire da noi perchรฉ siamo conosciuti.
Cosa manca?
Oggi ci sono maggiori facilitazioni, ma noto poco entusiasmo in generale, e anche il pubblico ormai conosce la birra artigianale e quasi non si emoziona piรน. Ecco, manca lโemozione. Col tempo anche io mi sono indurito: a volte guardo il mondo della birra artigianale con un forte distacco, perchรฉ non mi piacciono alcuni meccanismi innescatisi. Anche al palato, una birra mi emoziona molto meno rispetto a qualche anno fa. Poi basta una serata con gli amici e tutto ritorna a posto.
Molti giovani lamentano scarsa apertura da parte dei veterani. Credi sia effettivamente cosรฌ?
ร quel che accade anche a me quando ascolto i racconti di quelli che hanno iniziato prima, come Kuaska e Schigi che andavano in Belgio giร negli anni โ90. Sono mondi e situazioni che non potrรฒ mai vivere. ร inevitabile che dica โUna volta era cosรฌโ, non รจ un discorso retorico di chi appartiene alla generazione precedente. Prima si facevano le cose con passione, guardavi negli occhi un birraio e sapevi subito quello che stava facendo, cโera un prodotto e lo condividevi, cโerano pochi birrifici e partivi col furgone, facendo avanti e indietroโฆ Adesso emergere dal calderone รจ estremamente difficile ed รจ normale, nonchรฉ inevitabile, che chi cโรจ da prima si tenga il posto.
E come fare a emergere dal calderone?
Distinguendosi. Cโรจ chi lโha capito: a Roma รจ un esempio PorkโnโRoll, dove trovi una lista di birre diversa, particolare, che segue il cuore di Valentino. In questo momento, almeno nellโambiente romano, cโรจ una caduta di interesse della massa, perchรฉ la birra artigianale non รจ piรน una novitร . Adesso ci sono il vino naturale, il bere miscelato. La birra funziona se abbinata a unโidea buona riguardante il cibo. Un poโ quello che accade al Parco Egeria con eventi legati a grandi nomi del fritto, del panino gourmet e similari. La passione รจ imprescindibile, ma solo con quella ci fai poco: servono competenze, anche comunicative. Devi essere un proiettile, un cuneo che sfonda un muro, altrimenti diventi uno dei tanti.
Dunque cosa consigli?
Posso consigliare ai โnuoviโ di comunicare, comunicare e avere pazienza, apertura mentale, non essere talebani e cercare di avere amore per il prodotto, comunicandolo con tutti i mezzi a disposizione. Chi intraprende questo mestiere ora ha piรน difficoltร anche ad accedere ad alcuni prodotti, come Cantillon con il quale noi stessi abbiamo un ettolitraggio fisso, e questo aumenta la frustrazione, ma sono convinto che piano piano, soprattutto viaggiando, qualcosa cambierร .
Viaggiare รจ cosรฌ importante?
Sรฌ: non puoi pretendere di avere alcune cose senza essere andato svariate volte lรฌโฆ Vado in Franconia 6-7 volte lโanno e ogni volta imparo qualcosa di nuovo. Non basta la passione, non basta essere andati in Franconia, Inghilterra o Belgio una volta sola: bisogna andare a conoscere gli attori, le varie situazioni e il percorso di vita di una birra. Se non hai mai viaggiato, non puoi trasmettere nulla e il tuo si riduce a un lavoro meccanico. Non รจ la birra che deve parlare, sei tu che devi parlare per la birra al cliente. Valorizzare le tradizioni รจ importantissimo.
Lโofferta di birra artigianale si รจ ampliata di molto, specie in termini quantitativi, ma la bevuta pro-capite รจ ancora bassa. Come vedi il mercato della birra artigianale in Italia?
Lโespansione porta a un calo qualitativo generale: scemano le emozioni e aumenta la voglia di denaro facile, guardando solo al quotidiano senza fare un discorso per il futuro. Le birre artigianali hanno bisogno di essere presentate al meglio: chi fa parte della filiera deve essere preparato, cosa oggi un po' messa in secondo piano. Il futuro? Qualcuno finirร nella grande distribuzione, che fa grandi numeri molto piรน alti dei ristoranti. Ci saranno i locali ibridi, nei pub ci sarร lโingresso dei grandi birrifici, che detteranno il prezzo, e molti avranno anche birre industriali, questo significa sconti a fine anno, premi e varie. Alcuni birrifici artigianali italiani potranno competere con quelli industriali, affiancando i loro prodotti. Questo aumenterร la confusione per il cliente, ma porterร anche nuove possibilitร di mercato per i birrifici piรน grandi. Tuttavia, potremmo essere salvati da un servizio piรน selezionato, cioรจ dai pub di grande livello e dalle tap-room dei birrifici. Su questi occorre puntare, fregandosene dei pub ibridi. Anzi, senza la coesistenza dei due non cโรจ futuro. Ci sono talmente tanti birrifici che, se dovessero andare tutti nei locali specializzati, non avrebbero mercato.
E l'export non รจ una soluzione?
Sรฌ, forse, ma vendere in Italia significa andare a conquistare quella parte di mercato spesso snobbata.
Quale รจ il ruolo del giornalista e del comunicatore? Oggi la comunicazione avviene in modo appropriato?
Quello che ci ha sempre fatto paura, in relazione allโingresso delle multinazionali nel nostro settore, รจ anche la loro possibilitร di investire nella comunicazione, che รจ importantissima per arrivare anche a quel 95% che non beve artigianale. Ben vengano i giornalisti armati di passione, di conoscenza, che possano farci da megafono, e in Italia cโรจ un bel fermento tra blog e giornali. Ma il giornalista non campa di aria: abbiamo tanti esempi di divulgatori nel mondo della birra artigianale che a volte sono costretti a migrare verso lavori piรน remunerativi. Il nostro messaggio a qualcuno รจ arrivato, pure con i social, grazie a delle grida che a volte sono andate sopra le righe,
Per esempio?
Analfabeti della Birra รจ stato un potente megafono. So che alcuni ci vedono come talebani, alle volte come rozzi perchรฉ effettivamente la voce viene alzata, ma abbiamo raggiunto grandi successi che singolarmente non avremmo raggiunto. Dobbiamo sensibilizzare e far capire alla gente cosa sta bevendo: ogni arma, soprattutto lโinformazione, รจ assolutamente necessaria. Con lโaumentare del rispetto per la bevanda, anche grazie allo spirito di coesione promosso da Unionbirrai, noto una maggiore sensibilitร del mondo giornalistico. Questo mi fa molto piacere, perchรฉ non possiamo farne a meno.
A proposito di associazioni di settore: come valuti il loro operato?
In questo abbiamo sempre fatto male, in Italia. Io ora mi sento legato solo ed esclusivamente a Unionbirrai, perchรฉ negli ultimi due anni si รจ resa lโunica associazione da cui ci si puรฒ aspettare, secondo me, qualcosa di buono, non credo che le altre abbiano le stesse potenzialitร che ha in questo momento, specie se crea coesione nella filiera, come sta cercando di fare. Se si fosse piรน coesi sarebbe un bene per tutti. Mancano anche delle figure super partes che possano fare da collante e agire da megafono, qualcuno che non sia nรฉ un publican, nรฉ un birraio. A livello birrario non siamo secondi a nessuno: ci sono birre italiane che possono competere a livello mondiale. Purtroppo non siamo mai stati bravi nel marketing, nella comunicazione, perchรฉ dietro non cโรจ unโassociazione come ne esistono in Danimarca, nei paesi scandinavi, in America, dove il movimento รจ cresciuto coeso e ha conquistato fette di mercato importanti. Da noi รจ sempre stato tutto spezzettato, oggi ne paghiamo lo scotto. Speriamo nel futuro e che non sia troppo tardi.
Cosa senti di dire allโItalia birraria? Cosa cโรจ da fare?
Questo รจ un momento pericoloso: vedo le multinazionali ritrarsi anche per via del casino che abbiamo fatto, ma dovremo scontrarci nuovamente con i loro capitali e i loro tentativi di far scomparire nellโanonimato tanti piccoli birrifici. Questo costituisce un grosso spunto di riflessione, in positivo e in negativo. Il fiume deciderร : chi saprร nuotare meglio percorrerร lโonda, altri inevitabilmente affogheranno. Mai come oggi, il mercato รจ esploso e richiede selezione. Anche io ne farรฒ con i miei festival: so che potrรฒ attirarmi molte antipatie, cosรฌ come sono conscio del fatto di essere fallibile, ma il confronto con tante persone del settore potrร sicuramente aiutare. Io non voglio mischiarmi: mi piace che venga riconosciuto il saper offrire qualcosa di diverso.
A proposito di festival, sei la mente dietro Eurhop: quale รจ il loro futuro?
Fino a pochi anni fa cโerano festival di birra artigianale un poโ ovunque. Poi, probabilmente per il moltiplicarsi dei pub e dei punti vendita, sono andati scemando: occorre offrire qualcosa che non si trova in giro, come il confronto con birrai e realtร brassicole.Allโestero funzionano sempre piรน i festival con grossi nomi dietro, come Mikkeller, Beavertown e via discorrendo. In Italia cโรจ il Woodscrak di CRAK, per esempio. Avendo la possibilitร di sfruttare la rete tra i vari birrifici, e di ottenere prezzi vantaggiosi, per me il futuro รจ quello. A meno che non si voglia puntare su qualcosa di piรน culturale e/o ristretto, come possono essere lโArrogant Sour Festival e il FrankenBierFest.
Quali caratteristiche possiede il cliente perfetto?
Il cliente perfetto รจ quello che nun rompe er ca*** (ride ndr)โฆ รจ una bella domanda, anche perchรฉ questo locale ha una storia ventennale, in maggioranza con la stessa clientela di allora, con ragazzi che sono diventati uomini. Ogni fascia oraria ha le sue prerogative: i clienti cambiano molto da mattina a sera. Ma il cliente perfetto, per me, รจ quello che mi fa divertire quando sono dietro il banco. Il buon cliente รจ anche conscio e rispettoso delle tempistiche durante il lavoro. Se dallโaltro lato cโรจ apertura, la comunicazione passa a un livello superiore, non verbale: ci si guarda negli occhi, รจ istintivo.
Quando capisci che tipo di cliente รจ?
Appena entra: cโรจ un micro-secondo in cui ti fai unโidea, puoi anche prevedere quello che ti chiederร . Li vedi entrare con lo sguardo dei bambini al luna-park ed รจ bello sapere che hanno delle aspettative: รจ compito mio a quel punto superarle. Quando il treno รจ nel binario giusto puรฒ arrivare benissimo dallโaltra parte del mondo senza che tu te ne accorga. Il cliente perfetto รจ quello quello che ti fa partire la scintilla, cosรฌ che possa esserci uno scambio.
Ma quando arriva un cliente non competente?
Non sono dโaccordo con chi si arrabbia con chi chiede una โdoppio maltoโ. Il nostro lavoro รจ sempre quello di forzare, ma bisogna farlo nel modo piรน intelligente possibile: se cโรจ uno spiraglio in quella che apparentemente sembra una porta chiusa, puoi gentilmente cercare di aprirla, altrimenti โDoppio malto? Toh, 8 gradiโ e via. Alcuni non sono interessati e va capito. ร un lavoro di intuizione e apertura mentale: si รจ monaci, non guerrieri.
Quali sono i tuoi locali preferiti? Facci qualche nome
Cโรจ PorkโnโRoll che ho menzionato prima, poi cโรจ il Luppolo Station, ma ce ne sono davvero tanti altri. Un locale che mi sta piacendo molto, soprattutto per lโabbinamento sempre piรน intelligente, รจ Brado. Mi piacciono i posti che ti fanno sentire a casa.
E fuori dalla Capitale?
Nel resto dโItalia, oltre ai soliti noti come il Lambiczoon, trovo una scena a sud che sgomita. Ultimamente sono stato in Campania, conosco anche la situazione in Calabria grazie a Francesco Donato; in Sicilia ci sono tantissimi posti che stanno lavorando con una competenza senza eguali, e in Puglia ho tanti amici. Vorrei avessero facilitazioni maggiori, ma vedo che molti distributori iniziano a fare veramente un bel lavoro. Vedo in loro lo stesso fuoco che muoveva noi 18 anni fa qui dentro: in un territorio ancora tutto da scoprire, puรฒ essere lรฌ il futuro dellโItalia birraria. Me lo auguro.
a cura di Andrea Docimo