Lecca lecca di polpo e altre storie. Un report da Le Grand Fooding di Milano

6 Lug 2012, 13:41 | a cura di

"Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei", recitava Brillat-Savarin, diversi secoli fa. Nessuna frase potrebbe essere di più attuale. Da sempre il cibo e la cultura gastronomica sono stati testimoni dei cambiamenti sociali e hanno rispecchiato le epoche, ma mai come oggi si sente aria di cambiamento. Nelle cucine internazionali

si sta affermando uno street food fatto di prodotti di prima scelta, che rispecchia la cucina tradizionale di strada, resa contemporanea con scelte coraggiose, a volte graffianti ma sempre innegabilmente eleganti.
 

 

A rappresentare questo fenomeno Le Grand Fooding (food+feeling, il neologismo) ha messo in scena a Milano l’evento più irriverente della stagione: "Pelle all’arrabbiata" il tema di quest'anno. Due serate (4 e 5 luglio), che hanno registrato il tutto esaurito, all’insegna di uno street food moderno, celebrando giovani chef del panorama gastronomico internazionale. Con la volontà di mostrare, come spiega Alexandre Cammas, che “si può essere dei grandi chef anche senza portarne l’abito, che lo street food non è per forza condannato all’eterno disgusto, che ognuno ha diritto di mangiare e cucinare al passo coi tempi, che il localismo alimentare e la difesa dei prodotti sani non sono solo un trip da tardo-hippy...”

 


Una location d’eccezione
: la Segheria di Via Meda a Milano, perfetta per rappresentare il mood rock & underground dell’evento. Un evento accattivante, pungente, sorprendente e dinamico. Bastava avvicinarsi alla Segheria per esser investiti dai profumi provenienti dalle griglie roventi.

 

Appena entrati le buffe Api Piaggio straripanti d’ingredienti, decorate con polpi, teste di maiale e polli la facevano da padrone, e le creative illuminazioni riportavano alle atmosfere di una sagra di paese con un immancabile tocco cool. L'unica bevanda concessa? Rigorosamente Champagne, noblesse oblige!

 

Passando da una bancarella di strada all’altra si potevano gustare, rigorosamente con le mani, le pietanze più diverse di street food e conversare con i tatuatissimi chef, tutti entusiasti di raccontare i loro piatti.

 

L’interpretazione più convincente è stata quella del duo Dahlberg e Brown del celebre Bastard di Malmo, che hanno presentato del manzo crudo su pane grigliato con midollo sott'aceto, germogli d'aglio orsino, crescione e rafano. Un piatto giocato su forti contrasti, tipici della cucina svedese, calibrati con grande maestria.

 

Altro piatto interessante il lecca lecca di polipo e pancia di maiale cotto alla piastra su uno spiedo, ideato dai milanesissimi Roncoroni e Nespor del ristorante e burger bar Al Mercato, che sono riusciti a ottenere un polipo tenero e un maiale che si scioglieva in bocca, a dimostrazione che a volte la semplicità è la scelta vincente.

 

 

Sorprendente e non previsto è stato il pollo fritto con sale aromatizzato al pino, croccante e vaporoso, decorato con pigne e aghi di pino portati direttamente dall’Inghilterra da Lowe e Mc Hale del Young Turks di Londra, che da programma avrebbero dovuto presentare solo il wrap di cuore d'agnello, yogurt di pecora e acciughe, forse il piatto più coraggioso della serata.

 

 

Il kebab d’anatra con ketchup di carote e maionese tartufata del bravo Matteo Torretta, ormai una delle sue creazioni più conosciute, in questo contesto non ha impressionato come altre volte rispetto alle proposte più audaci e ammiccanti degli chef esteri.

 

Per celebrare gli 80 anni dell’aranciata San Pellegrino, Galdina della Seta (nella foto qui sotto), unica donna chef della manifestazione, ha creato un’arancia svuotata e ripiena con pezzi di polpa e una morbida e vellutata crema a base di aranciata, decorata con delle stelle di frolla, leggera e rinfrescante perfetta per terminare una cena sostanziosa a base di carne.

Durante le serate si sono susseguite in continuazione sorprese, partendo da Josh Klinghoffer e Flea, rispettivamente chitarrista e bassista dei Red Hot Chili Peppers, che hanno animato la notte dall’altissima consolle. JoeOne, artista di Harlem, ha dipinto una delle sue opere ispirate ai murales, per poi colorare con la vernice avanzata anche gli ospiti della serata. 

 

 

Non potevano mancare a completare l’intrattenimento una tatuatrice professionista a disposizione del pubblico che disegnava su un’antica poltrona da barbiere e un banco dove sfidare un imponente campione a braccio di ferro: sì, sembrava di stare in uno dei migliori film di Tarantino.

Non resta che chiedersi cosa saranno in grado di inventarsi, gli organizzatori de Le Grand Fooding, per l’evento previsto a Brooklyn in Settembre...

 

testo e foto di Giulia Marelli

06/07/2012

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