Cultorama ultimo atto. Passato anche il terzo giorno, l'ultimo di Le Grand Fooding, dopo avervi raccontato dell'evento e dei nostri assaggi, dopo avervi rivelato i segreti degli chef, curiosiamo tra le fondamenta dell’organizzazione e delle attività di Le Fooding, felice fusione di Food & Feeling. Incontriamo Louis Daboussy, parte della tribù di Le Fooding che, ci dice, “ha avuto origine a Parigi poco più di dieci anni fa con l’obiettivo di riportare in auge la cucina tradizionale di diversi paesi del mondo”.
Originariamente gli eventi erano organizzati on the road in Francia, successivamente si è voluto esportare il concept in giro per il mondo, a New York nel 2009 e poi a Milano nel 2010.
“La nostra attività si articola in due parti” ci racconta Louis “in primo luogo c'è la guida ai ristoranti francesi, locali il cui tratto distintivo è il feeling, ovvero la connotazione emozionale che porta con sé un’esperienza gastronomica vivida, ma informale. In secondo luogo l’organizzazione di eventi al cui centro ci sono chef che io amo definire feeling. Ma Le Grand Fooding non è solo questo perché includiamo qualsiasi forma di arte che possa indurre a emozioni semplici e originali”.
A conferma di ciò il format dell’evento varia di anno in anno, riuscendo a stupire ogni volta con temi sempre innovativi e suggestivi. “Ogni appuntamento che organizziamo” precisa “vuole raccontare una storia a 360° in cui ogni dettaglio è coerente con il tema”.
L’esordio di Grand Fooding a Milano, con l’edizione Extravergine è stataa Via Tortona, e, tra lo scorrere di bollicine firmate Veuve Cliquot, dieci tra i più rinomati chef al mondo si sono esibiti in preparazioni di finger food. Una serata che mixato stili e gusti, all'insegna di tre parole conosciute in tutto il mondo: Made in Milan.
Il trionfo dello spaghetto giganteè stato il filo conduttore della seconda edizione milanese: un omaggio al grande mito italiano della pasta. Lo scorso anno l’evento titolava Pelle all’arrabbiata, facendo sua una connotazione decisamente rock e l'immaginario ribelle, per dare brio alla tradizione.
Quest’anno il tema è stato Cultoramae il nome delle ricette è ispirato alla filmografia degli anni cinquanta e sessanta, perché, ci racconta, “ll piatto cult, come il film cult, sfugge al suo autore perché è stato il popolo dei fan a eleggerlo tale, e non uno chef un po’ artista che prende i suoi piatti per delle opere d’arte”. Ecco allora che i piatti proposti sono tutti dei grandi classici, magari rivisitati: tiramisù, hamburger, e così via. Grande attenzione anche nella scelta della location, il Plastic, perfettamente in armonia con lo stile di questo evento di strada: l’asfalto è il palcoscenico adatto per condividere questo cibo, e il cortile del Plastic lascia intravedere squarci di periferia che si trasformano in una scenografia urbana perfetta per lo street food.
“L’obiettivo di questo evento” riprende Louis “non è quello di creare un salone del gusto, anzi non voglio intercettare solo fan del food ma anche gli amanti del design, della musica o chi semplicemente si emoziona vedendo una scenografia in un contesto un po’ particolare”. Conclude infine Daboussyraccontandoci come immagina gli eventi futuri: “nelle prossime edizioni continueremo a portare in giro la nostra filosofia, non prendendoci mai troppo sul serio ma facendo risaltare la sincerità del cibo, della musica e dell’arte, unendo persone diverse tra loro che possano divertirsi e scambiarsi opinioni arricchendosi reciprocamente”.
Le Gran Fooding di questo anno, seppur contenuto negli spazi ha risposto alle aspettative degli organizzatori: “non importa se l’evento conti migliaia di persone o sia più ristretto, l’importante è che anche quest’anno siamo riusciti ad aderire al tema e a far appassionare nuovi foodies, ritrovando anche molti amici delle scorse edizioni”.
Le Grand Fooding – Cultorama | Plastic | Milano | Via Gargano, 15 | Dal 2 al 4 luglio 2013 | www.lefooding.com
a cura di Stefania Bobbio e Tanio Liotta