L’atmosfera è quella giusta, la musica non manca, le luci brillano e uno zefiro estivo completa l'ambientazione della location danzereccia milanese per antonomasia. Ora però non si parla di nottate brave, di dj set e di cocktails: questa volta è il momento dello street food.
Bottiglie che diventano lanterne, cera che dalle candele trabocca sui tavoli, aromi golosi che invadono l’aria e un frastuono di pentolame attutito dal bisbiglio dei primi arrivati: ci sono tutti gli ingredienti per far sì che un evento gourmet si trasformi in una vera e propria festa di strada.
Gastrofissati, non aspettatevi cyber egg di Scabin, o bollito non bollito di Bottura, qui è il cibo di strada a essere protagonista, cucina semplice, viva, basata su sapori autentici, pieni e genuini. Abbandonate ogni fronzolo, chiudete gli occhi e lasciate che i profumi vi conducano nei vostri ricordi infantili, quando le feste di piazza rappresentavano il vostro momento di trasgressione con sfizi e golosità proibitissime durante il resto dell'anno.
E proprio come nelle feste di piazza il cibo arriva diritto da camioncini trasformati in street restaurant, in ognuno si cela una proposta diversa, espressione di una cultura, di una nazione, di un ricordo, di una nostalgia o un sapore tipico. Dalla doppia proposta d'oltralpe, con hamburger e aligot all'antica, alla porchetta danese, volando poi in Inghilterra ad assaggiare una deliziosa variante di cous cous e ricongiungersi infine all’Italia con due grandi classici: la carbonara firmata da Paolo Parisi e un capovolgimento di tiramisù, il Mettimi giù di Franco Aliberti, allievo di Ducasse, pupillo di Marchesi, ex pasticcere nella brigata di cucina di Bottura ma sempre più vicino al suo nuovo progetto (ve l'abbiamo anticipato qualche mese fa). L’internazionalità delle portate in degustazione si rispecchia nel pubblico: gente da tutta Europa che si trova nello stesso angolo di strada, unita da tradizioni mangerecce che mettono d’accordo tutti i palati. Lasciati da parte campanilismo e spirito competitivo ci si riunisce allo stesso tavolone con tovaglia a quadretti di ordinanza per condividere le stesse pietanze. E non importa da quale paese arrivino.
Sono piatti golosi, semplici, immediati. Cibi comprensibili da tutti. C'è l’hamburger estivo di Kristin Frederick, sintesi dello street food moderno: pane al sesamo croccante, cipolla appassita in forno, melanzana fritta fritta, crocchetta di carne, formaggio fuso e intingoli di pomodoro e maionese. Un connubio di sapori semplici e genuini che amalgamati assieme sono l’anello di congiunzione tra il cibo di strada e il ristorante gourmet. Al cous cous di Mohamed Ourad il compito di mixare sapori orientali e occidentali, in una ricetta dall'appeal internazionale che unisce verdura arrosto, ceci, uvetta passa e salsa harissa, completata da una costoletta di agnello, perfetto se proposto in strada, in trattoria ma anche ottimo per un ristorante di alta gastronomia. Sono i primi assaggi di un percorso che vi racconteremo giorno dopo giorno.
Un evento al quale vale assolutamente la pena di partecipare, ammesso che riusciate a trovare gli ultimi biglietti. Nei prossimi giorni concedetevi quindi un meritato sgarro alla dieta, di quelli che, il giorno successivo, sarete entusiasti di aver compiuto. E non dimenticate di ritirare il cadeau all’uscita: la cena non finisce qui, infatti, sarete omaggiati di un box contenete cialde del caffè, due tazzine e un dolcetto a base di olio e limone che lo chef Aliberti vi ha preparato per colazione. Perché Cultorama vi accompagna fino al giorno dopo.
Le Grand Fooding – Cultorama | Plastic | Milano | Via Gargano, 15 | Dal 2 al 4 luglio 2013 | www.lefooding.com
a cura di Stefania Bobbio e Tanio Liotta