Dare a tutti la possibilitร di mangiare bene, con una cucina โpulitaโ, comprensibile, senza azzardi, con pochi elementi nel piatto e sapori netti e definiti. ร la filosofia di Leonardo Panza, chef mantovano che a 31 anni, nel suo diario di vita e di cucina, ha giร scritto tanti capitoli diversi. Dallโinsegnamento appassionato e severo del padre alla formazione nella โprimaโ Alma di Marchesi, alla decisione di chiudere il ristorante di famiglia per aprirne uno proprio, reso inagibile dopo poco dal terremoto che colpรฌ lโEmilia nel 2012, allโesperienza come executive chef in un lussuoso ristorante italiano a Praga. L'ultima tappa di Panza รจ a Reggio Emilia. Da gennaio 2018 รจ da Taglierรจ, un locale da 30 coperti gestito dagli imprenditori Simone Ferrari e Dario Donelli.
Leonardo Panza
I primi passi
โFrequentavo la cucina di mio padre al ristorante La Cinciana di Mantova da quando avevo 6 anniโ racconta lo chef. โA 11 anni svolgevo giร diverse mansioni: dal garzone al โvice cuocoโ, nei limiti di ciรฒ che potevo fare, naturalmente. La basi le ho imparate tutte da lui che fino ad oggi รจ stato il maestro piรน severo che ho avuto. Proprio da lรฌ, da quella cucina tradizionale mantovana, viene la mia impostazione di cucina classica, che poi ho imparato a rivisitare grazie agli studi, e a contaminare con altri ingredientiโ.
Lโapprodo alla Scuola Internazionale di Cucina Italiana, lโAlma di Colorno, fondata dal compianto Gualtiero Marchesi, non รจ stato immediato. Nel mezzo, ci sono stati diversi stage nel mantovano e due stagioni come capo partita al Le Beau Rivage in Corsica. โOggi mi reputo molto fortunatoโ racconta โperchรฉ nel 2009, quando iniziai a frequentarla, Alma era nata da poco ed era ancora una piccola realtร con classi da 20 allievi (contro gli 80 di oggi), attentamente selezionati. Alcuni anni dopo vi tornai come assistent chef nelle dimostrazioni di cucina. La trovai molto cambiata, soprattutto per i grandi numeri di allievi e insegnanti che contava, era diventata a impostazione quasi 'industriale'. Tuttavia, fu un modo per rivedermi con occhi diversi anni dopo, ma soprattutto per rispolverare fondamentali e dettagliโ. Lo stage da diplomando, Panza lo svolse a LโArsenale, allora stellato Michelin, sotto la guida di Fabio Granata, prima che questi si trasferisse a Singapore.
Polpo alla brace, fagiolini verdi, datterini, olive taggiasche
Il ristorante di famiglia, la prova in solitaria e il terremoto
โSempre nel 2009 presi le redini del ristorante di famigliaโ prosegue Panza โe due anni dopo entrammo nella guida ristoranti de Il Sole 24 Ore. Mantenni la direzione classica della cucina di mio padre, rivisitandola perรฒ in modo fresco, col senno del giovane cuoco che in parte metteva in pratica ciรฒ che aveva imparato e in parte si lasciava andare allโispirazione del momento. In pratica rivoluzionai il menรน tradizionale, modernizzandolo e alleggerendolo. Ma poi โ da giovane qual ero โ presi una decisione che non mi portรฒ fortunaโ. E racconta: โDecisi di chiudere il ristorante di famiglia. Era il 2012 e desideravo impormi con un locale e uno stile miei. Investii molto denaro per aprire il Lโeonardoโ ricorda.โEra nel Palazzo della Ragione di Mantova, in pieno centro storico, in unโatmosfera tra il romantico e lโantico. Non feci in tempo a dimostrare quasi nulla, perchรฉ il terribile terremoto dellโEmilia del 2012 colpรฌ anche noi. Il Palazzo era sotto la protezione dei Beni culturali, che tolse lโagibilitร ai locali. Fui costretto a svendere โ nel vero senso della parola โ tutto il mobilio. Andรฒ tutto in fumo, ristorante e sogniโ. Panza andรฒ avanti grazie a consulenze professionali, stagioni estive (al ristorante Gourmet Resort di S. Teodoro in Sardegna), lezioni in Alma, e la gestione del ristorante del Paradise Resort & Spa a San Teodoro.
L'esperienza di Praga
Poi arrivรฒ una svolta. โMi assunsero come executive chef al lussuoso ristorante italiano Hostaria Manesova 78, nel cuore di Praga. Lavorare in una metropoli, in un ristorante aperto dalle 11 di mattina allโ1 di notte, con l'accesso a ogni tipo di ingrediente, anche alcuni che non avevo mai utilizzato prima, fu una vera occasione per esprimermi la massimo. Mi trovai improvvisamente a gestire 30 dipendenti, fornitori, candidati, assunzioni e ovviamente la cucina. Fu una vera palestraโ. AllโHostaria Manesova 78, Panza iniziรฒ a contaminare la cucina italiana con gli ingredienti cechi che man mano conosceva. โPresi a sperimentare, studiare, cercare di capire cosa desideravano i miei clienti senza ancora saperloโ racconta. โPresentai 'Il viaggio della tartare', una verticale in quattro preparazioni che passava dagli Stati Uniti al Giappone, attraverso lโItalia e la Repubblica Ceca. In un unico piatto stretto e lungo si cominciava dagli States con una tartare in un minipanino da hamburger con burro di arachidi e salsa piccante, entrambe preparate da noi. A rappresentare lโItalia era una battuta di Fassona piemontese condita con olio toscano e limoni di costiera e colorata con julienne di verdure che simulavano il pinzimonio. Per la Repubblica Cecaโ continua โpensai a carne a km zero proveniente da una fattoria delle prime campagne di Praga con salsa tartara alla loro maniera, salsa dโuovo e verdure in agrodolce. Infine, a rappresentare il Giappone era un tataki di carne fatto scottare su una piastra ardente e poi messa in acqua e ghiaccio e servito su foglia dโostricaโ. Sul fronte del pesce, una creazione fortunata fu un'altra verticale, questa volta di tonno. โIl sashimi di tonnoโ riferisce Panza โera un piatto con nove pezzi di tonno leggermente affumicati, tagliati a coltello, in cui si percepivano, ovunque, tante influenze diverse: dal taglio giapponese al tonno crudo allโitaliana, a quello condito con bietola, agrumi, lemongrass, lamponi e via dicendo. Fidelizzรฒ molti clientiโ.
Risotto barbabietola e caprino
Il rientro in Italia
Passare dalla carne al pesce alle verdure, ma sempre all'interno di una cucina comprensibile. ร il bagaglio che Panza ha portato in Italia terminata lโesperienza a Praga. โNon amo lโidea di fossilizzarmi su un filoneโ precisa. โPer me รจ fondamentale concentrarmi essenzialmente sulle tecniche per la lavorazione degli ingredienti, dal piรน nobile al piรน povero (che poi รจ quello che preferisco). Prendiamo ad esempio lโerbazzone reggiano. Mi piace presentarlo scomposto, ma sempre fedele alla tradizione. Cosรฌ diventa una doppia cialda di pasta sfoglia salata con all'interno il pesto classico dellโerbazzone. Non inseriamo elementi nuovi, ma li 'giriamo', mantenendo lo stesso sapore e rendendo il prodotto piรน leggero e digeribileโ. Come in altre preparazioni firmate Panza, il sale รจ ridotto al minimo: โCerco di togliere, piuttosto che di aggiungereโ sottolinea โapprezzo i sapori netti e definiti, un piatto con pochi elementi, ma tutti altamente selezionai. Mi ispiro alla cucina di Niko Romito, che in carta ha le tagliatelle cacio e pepe o la zuppa di pomodoro con verdure di stagione da Spazioโ.
L'uovo nell'erbazzone
Territorio, falsi errori, scienza e arte in cucina
โSento fortissimamente il legame con il territorioโ aggiunge. โAlcuni piatti mi piace 'sbagliarli' apposta. Il polpo alla brace che ho in carta al Taglierรจ, per esempio, รจ overcooking, ha una cottura lunghissima. Poi viene raffreddato e cotto alla brace. Il risultato รจ un polpo che risulta croccante fuori e quasi burroso dentroโ. E prosegue: โQuesto contaminare tutto con tutto non lo capisco. Apprezzo piuttosto chef come Cannavacciuolo, che premia la materia prima. Considero piรน 'marchesiano' lui di tanti altri anche suoi ex allieviโ. Panza invece? Come si pone rispetto a certe istanze? โPersonalmente vado a periodi. Mi lascio ispirare da ciรฒ che mi sta intorno. Non mi servono viaggi lontani o esperienze inaspettate, mi basta farmi trasportare dal tempo, dallโumore, da ciรฒ che vedo o che sento. Artista in cucina? Sรฌ, ma con un grado di scienza che consiste nellโaccostare senza esagerare, con libertร โ.
Ricordo di zuppa di pesce
Democrazia gastronomica
Questa idea si sposa bene con l'obiettivo di essere accessibili a tutti. โChi dice che per mangiare bene bisogna spendere almeno 80 euro?โ si chiede Panza. โIl mio approccio รจ piรน easy. Vado al macello e mi scelgo la bestia intera. La compro tutta e man mano la utilizzo nelle preparazioni, nei tagli, nei piatti. La forza del Taglierรจ รจ anche questa: un concetto sempliceโ. Facile nei prezzi come nello spirito: โVuoi una selezione di salumi o formaggi? Te la servo a prezzi competitivi con una qualitร alta. Desideri assaggiare un solo gambero rosso di Sicilia? Eccolo servito, magari 'intrappolato' in una fetta di prosciutto di Parma stagionato oltre 30 mesi e messo sulla brace pochi secondi. Ogni ingrediente qui ha un suo pesoโ continua โanche lโolio, il sale (sono sempre alla ricerca di quello migliore) e il pepe (quello nero di cayenna)โ. Riguardo la materia prima, sulla carne il ristorante gioca facile, potendo contare su suini neri di Parma e vacche di razza Chianina allevati allo stato brado dellโazienda agricola del padre di uno dei due soci, Simone Ferrari. Sono queste carni che, spesso, forniscono la materia prima per i salumi selezionati da Taglierรจ.
Coniglio in porchetta e cime di rapa
Tagliarรจ: la forza della selezione
La forza del locale รจ rappresentata anzitutto dalla proposta di salumi e formaggi (e cosรฌ si comprende anche il suo nome). La selezione di salumi, con molti presidi Slow Food, resta fedelmente nella zona e va dal culatello al crudo di Parma, alla spalla cotta tagliata a coltello, alla spalla cruda di Palasone, al salame Mariola, alla coppa piacentina, alla pancetta nostrana. Il Parmigiano Reggiano รจ quello prodotto con latte delle Vacche Rosse (Reggio Emilia), della Bruna Alpina (Parma) e della Bianca Modenese, stagionati dai 24 fino ai 100 mesi. Chiude il cerchio la degustazione di formaggi erborinati di mucca, capra e pecora, selezionati โsecondo il tempo e le stagioniโ, con affinamento firmato De Magi.
Taglierรจ - Reggio Emilia - corso Garibaldi, 32 A/B (346,61 km) - 0522 452964
a cura di Alessandra Ferretti