La Sardegna in 11 biscotti tradizionali e la ricetta delle pardulas della pasticceria La Dolce Vita

23 Apr 2017, 08:30 | a cura di

Biscotti semplici ma dal sapore intenso, spesso vere e proprie opere dโ€™arte, grazie ai decori delle sapienti mani di pasticcere e pasticceri locali. Sono le specialitร  sarde, alcune influenzate dai legami storici di questa terra con altre regioni dโ€™Italia, altre uniche nel loro genere.

Per la rubrica sui biscotti regionali vi portiamo in Sardegna, con 11 preparazioni locali e la ricetta delle pardulas della pasticceria La Dolce Vita di Ghilarza, in provincia di Oristano, Due Torte nellโ€™edizione 2017 della guida Pasticceri&Pasticcerie.

 

Amarettos de mendula

In questo viaggio fra le specialitร  locali รจ impossibile non partire dagli amaretti in stile sardo, una ricetta praticamente identica a quella piemontese, fatta eccezione per le armelline, assenti in questa versione e sostituite da unโ€™aromatizzazione allโ€™arancia. I legami storici fra Piemonte e Sardegna sono ben noti e si riflettono nelle tradizioni culinarie isolane, soprattutto per quanto riguarda le zone piรน a nord. Cosรฌ, molte specialitร  della pasticceria piemontese sono arrivate in terra sarda, alcune legate alla ricetta originale, altre rivisitate. รˆ il caso degli amaretti di mandorla, che si preparano con mandorle dolci e amare, zucchero, albumi dโ€™uovo montati a neve e acqua di fiori dโ€™arancio. In alcune zone del Nord Sardegna cโ€™รจ una versione un poโ€™ diversa, chiamata amarettos is pabassinase che prevede lโ€™aggiunta allโ€™impasto di uvetta passa e sapa. Sono biscotti facili da preparare: si riducono le mandorle a farina insieme allo zucchero e a parte si montano gli albumi. Si uniscono i due composti facendo attenzione a non smontare gli albumi e si ricavano delle palline da schiacciare leggermente e passare prima nellโ€™acqua di fiori dโ€™arancio e poi nello zucchero. Infine, si infornano a 170 gradi per 20 minuti.

 

Amarettos de mendulaAmarettos de mendula

 

Anicini

Il Piemonte non รจ lโ€™unica regione a vantare legami storici con la Sardegna: altrettanto avviene con la Liguria, in questo caso nelle zone piรน a Sud dellโ€™isola. Qui, nela metร  del XVIII secolo, l'arrivo allโ€™isola di Carloforte da parte di coloni genovesi provenienti dall'isola di Tabarca, vicino Tunisi, portรฒ una a una mescolanza unica, risultato dellโ€™apporto di tre differenti culture. Sono tante le specialitร  qui importate dai genovesi (un piatto tipico, ad esempio, รจ la pasta alla carlofortina, con sugo di pomodoro, tonno e pesto di basilico) fra cui anche gli anicini, di cui abbiamo giร  parlato nella puntata sui biscotti liguri. Gli ingredienti sono gli stessi, con lโ€™eccezione del vermouth, presente solo nella ricetta sarda, e dellโ€™olio, che in questa versione sostituisce il burro.

 

AniciniAnicini

 

Biscotti di Fonni

Biscotti di Fonni o savoiardi? In pratica sono la stessa cosa, in virtรน del giร  citato legame fra Sardegna e Piemonte. Questi dolcetti - utilizzati anche qui sia per il tiramisรน che per la colazione - sono molto diffusi in Barbagia, una vasta zona montuosa che si estende sui fianchi del massiccio del Gennargentu e comprende la provincia di Nuoro e la nuovissima provincia del Sud Sardegna (che a sua volta riunisce le ex province del Medio Campidano e Carbonia-Iglesias). In particolare sono molto celebri quelli di Fonni, nella Barbagia di Ollolai, la subregione piรน settentrionale: qui sono chiamati anche pistoccus. Per riprodurli a casa servono solo tre ingredienti: uova in grandi quantitร , e due parti uguali di zucchero e farina.

Si inizia montando tuorli e zucchero e, a parte, montando anche gli albumi a neve fermissima. Si mettono insieme i due composti, mescolando dallโ€™alto verso il basso. Infine si aggiunge la farina ben setacciata, facendo attenzione a lasciare lโ€™impasto abbastanza liquido. Si mette il tutto in un sac ร  poche e si creano delle lunghe strisce di impasto, abbastanza distanziate fra loro. Si infornano su una placca rivestita di carta da forno per 15-20 minuti a 180 gradi.

 

Biscotti di Fonni o pistoccusBiscotti di Fonni o pistoccus

 

Copulettas

Biscotti ripieni molto diffusi in Gallura, la parte nord-orientale dell'isola, famosa per le coste selvagge e per lo splendido mare: un territorio che fa parte della provincia di Sassari e ogni anno richiama turisti da tutto il mondo.

Le copulettas sono dolcetti a forma di mezzaluna, farciti con ingredienti che variano di paese in paese, ma i prodotti di base della farcia sono mandorle, marmellata, miele e sapa (o saba, ingrediente che vi abbiamo giร  raccontato nellโ€™articolo sui biscotti emiliani), a cui si possono aggiungere anche scorze di arancia o limone, vaniglia, albumi dโ€™uovo montati a neve. La pasta รจ realizzata invece con farina, zucchero, uova, strutto, latte intero e lievito.

Una volta create le mezzelune, รจ tradizionale il taglio con la rotella tagliapasta, in modo che i bordi vengano arricciati, e la copertura con una glassa fatta di acqua e zucchero.

Lโ€™origine delle copulettas รจ legata ai matrimoni e ai battesimi: sulla parte superiore dei dolcetti, ancora oggi si incidono le iniziali dei futuri sposi o del bambino che riceverร  il sacramento. Nel caso in cui siano preparate per queste celebrazioni, si usa aggiungere in cima ai biscottini delle palline di zucchero argentate.

 

CapulettasCapulettas

 

Gallettinas o pistoccheddus grussus

Biscotti originari del Monte Linas, nella Sardegna sud occidentale, dove vengono chiamati gallettinas, mentre in altre zone sono piรน conosciuti come pistoccheddus grussus. Sono i classici dolcetti da colazione, molto friabili e leggeri, con un deciso gusto di limone. Per riprodurli a casa servono farina, zucchero, uova, strutto, latte, lievito e scorza di limone.

Si parte lavorando le uova con lo zucchero in una ciotola e mettendo a scaldare il latte in un tegamino, senza farlo bollire. In un altro tegame si fa sciogliere lo strutto molto lentamente, tenendo la fiamma al minimo. Si aggiunge la scorza di limone al composto di zucchero e uova e si versa anche lo strutto, poco per volta. Nel frattempo si mette il lievito nel latte, badando che non sia troppo caldo, per evitare di inficiarne lโ€™azione. Infine, si versa anche il latte nella ciotola con il composto e - anche questa poco per volta - la farina. Lโ€™ordine degli ingredienti รจ molto importante: solo cosรฌ sarete sicuri di ottenere la giusta morbidezza.

Quando il tutto รจ ben amalgamato si stende su una piano di lavoro creando una sfoglia da 1 centimetro circa e si taglia nelle forme desiderate, solitamente a rombi. Come ultimo passaggio, si spennellano i biscotti con del liquore, quasi sempre maraschino, e si infornano a 200 gradi per 15 minuti.

 

Gallettinas o pistoccheddus grussusGallettinas o pistoccheddus grussus

 

Mustazzolos di Oristano

Anche in questo caso una versione locale dei mostaccioli, biscotti diffusi con le dovute varianti in tutto il centro-sud Italia, in particolare in CampaniaPuglia, Molise, Umbria e Abruzzo. La caratteristica di questa versione sarda risiede nella tecnica di preparazione, e in particolare nella fase di lievitazione, che una volta durava ben due settimane, mentre oggi si riduce a โ€œsoliโ€ due giorni. Gli ingredienti sono in parte simili a quelli dei mostaccioli di San Francesco (Umbria): differiscono per lโ€™assenza di uova e del mosto dโ€™uva, non presenti nella ricetta sarda, che in compenso prevede la glassa sulla parte superiore dei biscotti. Gli ingredienti sono farina, zucchero, lievito, cannella e scorza di limone, mentre per la glassa servono zucchero, acqua e liquore (ancora una volta il maraschino) oppure acqua di fiori dโ€™arancio, se si preferisce un gusto piรน delicato.

 

Mostazzolus di OristanoMostazzolus di Oristano

 

Papassini

Niente ossa o fave dei morti in Sardegna per il due novembre, piuttosto tanti fragranti papassini. Sono biscotti di pasta frolla decorati con la glassa e arricchiti con uva passa: papassa, opabassa,รจ appunto il nome sardo di questo ingrediente. La ricetta di base รจ giร  ricca, inoltre ci sono piccole varianti secondo la specifica zona di provenienza: alcuni aggiungono nellโ€™impasto la sapa, altri la cannella, il finocchietto selvatico o il liquore allโ€™anice, oppure si fanno variazioni della glassa, che puรฒ essere a base di albume dโ€™uovo oppure di acqua.

 

PapassiniPapassini

 

Ad ogni modo, quello che non deve mancare perchรฉ siano dei veri papassini sono farina, mandorle, gherigli di noce, uva passa, zucchero, lievito, strutto (nelle versioni piรน moderne sostituito dal burro), uova intere piรน tuorli, scorza di limone e arancia, un pizzico di sale. Si parte lasciando rinvenire nellโ€™acqua lโ€™uva passa e tritandola insieme al resto della frutta secca. Poi si impastano insieme uova, tuorli, farina, zucchero, lievito, strutto ammorbidito e il pizzico di sale. Infine si aggiunge il trito di frutta secca e le scorze di arancia e limone. Si avvolge la massa in una pellicola e si fa riposare in frigorifero per una mezzโ€™ora. Trascorso il tempo di riposo, si riprende lโ€™impasto per qualche minuto e si stende in una sfoglia alta due centimetri circa, da cui si ricaveranno dei biscotti a forma di rombo. Infine si infornano a 180 gradi per 20 minuti circa.

 

Pardulas

Tipici dolcetti pasquali chiamati pardulas nelle zone del Sulcis, nel cagliaritano e nellโ€™oristanese, casadinasin Barbagia e nel Logudoro, formaggellenel resto dellโ€™isola. A metร  fra il biscotto ripieno e la tartelletta farcita, le pardulas esistono sia in versione dolce che salata, e assumono diverse forme secondo la zona di produzione. La base รจ di pasta violata mentre il ripieno puรฒ essere di ricotta, che darร  ai dolcetti un sapore particolarmente delicato, oppure di formaggio fresco, che invece conferirร  loro un gusto piรน deciso.

 

PardulasPardulas

 

Per i dettagli sulla preparazione delle pardulas vi rimandiamo alla fine di questo articolo: รจ questa la ricetta che ci siamo fatti regalare dalla pasticceria La Dolce Vita di Ghilarza, in provincia di Oristano, Due Torte nellโ€™edizione 2017 della guida Pasticceri&Pasticcerie.

 

Pastissus o pastine reali

Spesso in Sardegna i dolci e i biscotti destinati alle cerimonie sono vere e proprie opere dโ€™arte, decorati dalle abili mani delle is drucceras, le casalinghe-pasticcere chiamate appositamente per queste ricorrenze. รˆ il caso della pastissus, conosciute cosรฌ nella zona di Cagliari, chiamatepastine realinel Campidano, capigliettasnella zona di Borore (Nuoro) e timballinasnellโ€™alto Oristanese. Sono biscotti composti da un cestino di pasta sfoglia, con un ripieno morbido alle mandorle, ricoperti con sa cappa, la glassa di zucchero aromatizzata ai fiori dโ€™arancio. Nella parte superiore una serie di decori di glassa, arricchiti da sโ€™indoru, la foglia dโ€™oro. Riprodurre a casa la maestria delle donne sarde รจ davvero difficile, ma si puรฒ ricreare una versione base delle pastissus, con pochi semplici ingredienti. Per la pasta, che i sardi chiamano pasta violata, occorrono farina (00 o rimacinato di semola, secondo le zone), strutto, zucchero e un poโ€™ dโ€™acqua. Mentre per il ripieno farina di mandorle, zucchero, uova, lievito, scorza di limone e liquore allโ€™anice.

 

Pastissus o pastine realiPastissus o pastine reali

 

Pistoccheddus di Serrenti

I biscotti dalla pasta croccante ricoperti di glassa decorata tipici del territorio di Serrenti, Sud Sardegna, vengono chiamati anche pistoccheddus de cappa. Sono modellati dai pasticceri locali a forma di animali oppure a forma di esse. Sono impastati con due farine, semola e grano tenero, a cui si aggiungono uova intere e tuorli, strutto, zucchero e scorza di limone in abbondanza. Una volta data la forma ai biscotti, si infornano a 180 gradi per 15-20 minuti. Nel frattempo si prepara la glassa a base di albumi montati a neve, zucchero e succo di limone, che verrร  spalmata sui biscotti tiepidi, mettendoli nuovamente in forno a 50 gradi per qualche minuto, in modo da far rassodare il tutto.

 

Pistoccheddus di SerrentiPistoccheddus di Serrenti

 

Tiriccas

Tiriccas, tiliccas, tericcas, tziliccas, cucciulendi e meli, caschettas, cotzuli, fraones, seddines, panigheddose cosi via: si tratta โ€“ ancora una volta - di biscotti tipici del periodo dei morti, il cui nome varia secondo la specifica zona di produzione. Originari delle zone centrali della Sardegna, sono diffusi in tutta lโ€™isola. Si preparano con la pasta violata e con un ripieno chiamato pistiddu. Per la pasta gli ingredienti sono sempre gli stessi: farina di semola, strutto, acqua tiepida e, a piacere, un poโ€™ di zucchero. La farcia invece รจ composta da farina di semola, mandorle dolci sgusciate e tritate, sapa, scorza di arance e cannella. Una volta creato. lโ€™impasto puรฒ essere suddiviso in tanti pezzettini e messo negli stampi, oppure si possono tagliare dalla massa delle striscioline di pasta lunghe circa 12-14 centimetri, da arrotolare insieme al ripieno, ricreando cosรฌ la forma originale, โ€œa gocciaโ€. Infine, si possono decorare nella parte superiore con glassa realizzata con albume dโ€™uovo, zucchero e succo di limone.

 

TiliccasTiliccas

 

Ricetta delle pardulas della pasticceria La Dolce Vita di Ghilarza, Oristano

 

Ingredienti:

per la pasta

1 kg di farina di semola rimacinata

150 g di strutto

100 g di zucchero

sale q.b.

acqua q.b.

 

per il ripieno

100 g di farina 00

150 g di lievito

1 kg di ricotta (in alternativa formaggio fresco)

200 g di zucchero

160 g di tuorli dโ€™uovo

1 limone

scorza di 2 arance

zafferano e latte a piacere

 

Procedimento

Mettere la farina di semola a fontana su un piano di lavoro e versarvi al centro lโ€™acqua calda dove precedentemente si รจ fatto sciogliere lo strutto. Aggiungere lo zucchero, il pizzico di sale e impastare fino ad ottenere una masso soda e liscia, abbastanza consistente. Se necessario, aggiungere altra acqua tiepida. Avvolgerla con della pellicola e lasciarla riposare in frigorifero per almeno unโ€™ora.

Per il ripieno spurgare la ricotta il piรน possibile dal siero, mettendola in un canovaccio su un colapasta (passaggio da saltare se si utilizza il formaggio fresco). Una volta scolata la ricotta, lavorarla insieme alla farina, ai tuorli dโ€™uovo, al lievito, allo zucchero, alla scorza e al succo degli agrumi. In alcune zone della Sardegna a questo punto si aggiunge anche un poโ€™ di zafferano sciolto in un goccio di latte caldo. La farcia deve essere piuttosto densa: una volta raggiunta la consistenza giusta suddividerla in tanta piccole palline.

Tirare fuori la sfoglia dal frigo, stenderla e ricavare dei dischetti di circa 8 centimetri di diametro. Posizionare al centro di ogni dischetto una pallina di ripieno e pizzicare i bordi della sfoglia, in modo da formare un cestino. Infornare in forno giร  caldo a 170 gradi circa per 30-40 minuti. Spolverarle con zucchero a velo e servire.

 

 

a cura di Francesca Fiore

 

 

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