mentichiamo mai che crisi significa cambiamento, brusco magari, ma pur sempre cambiamento. Da qui i più lungimiranti, una volta rimboccatisi le maniche si sono reinventati.
Oggi sempre più diffusi gli chef a domicilio e le cene a tema, in bianco, al buio, in location inconsuente e chi più ne ha più ne metta. Nel mare magnum di supper club, pop-up o underground restaurant, spuntano anche i ristoranti just for two.
Chiariamo: non si tratta di una novità dell’ultim’ora visto che a Rieti il più piccolo ristorante del mondo, l'“unico e originale” Solo per due, ha ben 22 anni. Ma ultimamente stanno proliferando, tanto che i proprietari di Solo per due si sono tutelati registrandolo come marchio contro le sempre più diffuse imitazioni. C'è il Peperino a San Miniato (Pisa), il più piccolo ristorante della Toscana, sono invece romani il Tête-à-Tête e il The Library.
New entry capitolina è You and me, la creatura di Claudio De Luca, che dopo anni passati nelle cucine della Grande Mela è tornato a Roma, ha fatto da consulente al ristorante Le Garage (quello, inconfondibile, sopra il tetto di una autorimessa tra Testaccio e Porta Portese) e poi ha deciso di mettersi in proprio. Nulla di nuovo se non fosse che il suo locale ha solo due coperti. Dove si può cenare in dolce compagnia, senza il brusio di sottofondo tipico di ristoranti affollati, degustando un menu personalizzato e rigorosamente home made. Dal pane, alla pizza, alla pasta all'uovo, per concludere con le torte preparate usando solo materie prime biologiche.
“Amo profondamente il mio lavoro ma, per problemi di salute, non potevo più svolgere il ruolo di chef a tempo pieno, quindi ho adibito un villino a ristorante casalingo”, ci racconta lo chef. Claudio parla del suo ristorante in maniera affettuosa: “You and me è nato il 22 dicembre come una scommessa e si è evoluto grazie al passaparola di clienti piacevolmente colpiti. Organizzo cene personalizzate per coppie ma anche per comitive di al massimo sei persone. Cerco di andare incontro il più possibile alle esigenze dei miei ospiti”.
Idea nuova, nata due mesi fa, all’insegna dell’arte di arrangiarsi e di reagire guardando il futuro con positività e spirito di sfida. C'è da chiedersi perché in Italia si intraprendano iniziative simili, ma non le si sappia raccontare.
È difficile che storie curiose e interessanti diventino dei libri, com'è avvenuto invece con La petite cuisinè à Paris della cuoca londinese Rachel Khoo, che una volta tornata in patria ha elaborato una raccolta di 120 ricette che celebrano il meglio della cucina casalinga francese, indipendentemente dalle dimensioni della cucina, ovvero grandi ricette in piccoli spazi.
Un’idea per tutti i nostri chef di micro-ristoranti, per espandere ulteriormente raggio d’azione e, perché no, business.
a cura di Annalisa Zordan
12/02/2013