La Sicilia d’inverno, occasione per concentrarsi più sui colori, sui profumi e sui rimandi letterari di un’isola che tanto immaginario ha regalato al mondo, e non solo all’Italia. Chiusa da poco la mostra sui paesaggi siciliani nella pittura dell’Ottocento, restano comunque impressi in quello che è ormai diventato l’affresco condiviso dell’isola, i quadri di Guttuso che appunto della Sicilia ci regala i colori, i prodotti, le atmosfere. Il più classico è il grande ritratto della Vucciria, lo storico antico mercato che insieme a quello di Ballarò non si possono non visitare nel capoluogo. Così, partendo proprio da qui, dai sue storici e sempre pittoreschi mercati, incontriamo due dei più tradizionali locali in cui prendere un primo forte contatto con la robusta cucina siciliana.
Così, se l’Osteria BallaròÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ è un punto di riferimento per i mangiaridi strada, alias lo street food, da consumare al bancone o da portar via, ma anche da mangiare al piatto in una delle salette interne grazie anche all’estrema flessibilità del locale aperto da mattina a tarda sera, alla Vucciria c’è il Gagini Social RestaurantÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ che propone una scoppiettante cucina creativa che sulla tradizione gioca e inventa. Qui, a pochi passi dal porto della Cala, verso il mercato, Francesco Virga ha aperto da poco un’isola golosa affidata alla mano dello chef Gioacchino Gaglio, che dalla Sicilia è partito per una serie di esperienze importanti in Italia e in Europa e che nella sua Sicilia è rientrato portando la sua idea di cucina dei 5 sensi. Alcuni esempi? Il risotto con cozze e limone verdello, il tortello di gambero su crema di zucca e liquirizia, i tagliolini con stracciata di ricotta di pecora e stracotto di vacca cinisara, una razza tradizionale delle alture che da Palermo portano alle Madonie.
Qui, come negli storici mercati dei Lattarini e del Capo, intorno alla zona storica della Kalsa, domina il cibo di strada tradizionale, dalle panelle di ceci al pane con la milza (meusa) bollita.
Ancora alla Vucciria, sede della storica trattoria della Casa del Brodo con i suoi 120 e più anni, c’è da provare il locale di quello che era il ragazzino di bottega di quella storica osteria e che ha aperto il suo ristorante, ilÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ Maestro del Brodo, a poca distanza, dove dagli anni ’80 Bartolo Arusa (e ora i suoi figli Sandro e Giuseppe) propone piatti veloci a base di bollito e brasati: qui dal brodo, però, la cucina su richiesta dei clienti si è sempre più spostata sul pesce, tanto che sono assolutamente da provare – se in stagione – la pasta con la neonata e i ricci, oppure con la cernia, con l’anciova (le acciughe) o i bucatini con il broccolo arriminato. Fermo restando che il bollito allo zafferano con le patate resta sempre una bandiera dell’osteria.
IL VINO
In tema di novità, merita una visita anche l’enoteca creativa con cucina Cucì, dove il nome sta però per “cugini”, quali sono il marito di Stefania Lena – che cucina da mane a sera nel suo laboratorio – e suo cugino. Qui la cucina è centrata sul mercato, il pescato e una scelta curiosa di ingredienti non per forza locali: dal riso nero con salsiccia e verza agli spaghetti con uova di spada e pomodorini; dai cappellacci tartufo e funghi alle polpette agli agrumi… con tanti sfizi enologici e abbinamenti insoliti.
Restando in tema vino, piacevole intermezzo moderno è Vinoveritas, in viale Piemonte, dove Giuseppe e Dimitri si muovono tra un bel po’ di etichette accostandole a piatti ben fatti e mirati sul vino. L’atmosfera è molto minimal, ma accogliente: se volete assicurarvi un posto, conviene prenotare.
Diversamente trendy, anche il Berlin Cafè, a due passi dal Politeama, dove sono protagonisti dei buoni cocktail (cosa non proprio facile da trovare) e dove si accalca la movida notturna del capoluogo siciliano. Restando in centro e in tema notte, c’è da provare il piccolo angolo di Pippo Anastasio (ex animatore del Ristorantino) sui tetti di Palermo, in cima alla terrazza dell’Hotel Centrale: Ai Tetti Dining, dove la cucina siciliana interpretata con sguardo moderno si gode insieme alla vista dei tetti della Palermo storica.
In chiave più storica, invece, ci sono da provare i piatti della trattoriaI Cascinari e quelli più moderni dell’Osteria dei Vespri. Nella prima, Pietro e Vito Riccobono portano in tavola gli antichi, veri, sapori della cucina tradizionale palermitana, semplice ma ben realizzata: i classici sono il lesso con acciughe e olive e le squisite polpette di melanzane; gli spaghetti con patate e caciocavallo e i ravioli con le sarde e la anciova; quindi il falsomagro, la classica grigliata di pesce, la trippa al sugo, gli involtini di vitello alla palermitana. Ai Vespri, dove la cucina dei fratelli Rizzo nella stagione primavera-estate si fa più creativa, in inverno viene proposta una cucina molto tradizionale e verace: non mancate di assaggiare il macco di fave, gli anelletti al forno, i bucatini con le sarde alla palermitana, calamari e fagioli, il rognone trifolato con verdure selvatiche, le pere cotte al vino rosso. Molto interessante la carta dei vini. A questi indirizzi si aggiunge la storica Piccolo Napoli, trattoria di solo pesce gestita con valore dalla famiglia Corona, alle spalle del Politeama in Borgo Vecchio: spaghetti alle uova di pesce, bucatini con le sarde, involtini di pesce spatola, gamberi panati.
MONDELLLO
Appena fuori Palermo, a Mondello, c’è da provare la proposta di Badalamenti cucina e bottega: tortino di melanzane con fonduta di Ragusano, vellutata di pomodoro e basilico o i fiori di zucca ripieni con mousse di ricotta su pesto trapanese, tartare e crudité di pesce, la caponata di pesce in agrodolce. O i piatti di una trattoria più storica, Da Calogero, a base di pesce, polpo e frutti di mare. Se invece avete voglia di pizza, c’è una novità: Tondo, dove Dario Genova, pizzaiolo, 40 anni, appassionato di chimica, innamorato dell’impasto (dai tempi di lievitazione alla cottura) sceglie la mozzarella di bufala solo campana dop e l’abbina a mix di sapori locali, come il pomodoro siccagno o i salumi da maiali neri dei Nebrodi.
CATANIA
Da Palermo a Catania il passo non è molto lungo… Se volete, fermatevi per un bel pranzo a Bagheria, ai tavoli dei Pupi di Tony Lo Coco, uno degli chef più promettenti della regione proprio a due passi dalla suggestiva Villa Palagonia. Qui la cucina è divertente e creativa, Tony gioca con gli ingredienti e le tradizioni dell’isola a partire dai grani antichi e dai tagli più poveri dei pesci locali. Poi, ecco la Milano sicula, Catania, centro e snodo economico vitale dell’isola. La centrale via Santa Filomena è un po’ la strada dei sapori nuovi catanesi: si concentrano qui tre dei locali più interessanti della città. Il Sale Art Caffè, solido punto di incontro dei gourmet locali, ha dato vita anche al vicino Fud, una panineria interessante e divertente con un focus davvero goloso su hamburger d’autore a base di carni e verdure isolane. Relativamente nuovo anche il caffè Curtigghiu, bistrot aperto da mattina a sera con una interessante selezione di birre e una cucina intelligente a metà fra tradizione e spirito mediterraneo-gourmet. Novità invece molto più recenti sono Q Cucina Qui e Il Carato. Il primo è un locale dalla formula innovativa dove la cucina di Bianca Celano è fatta di passione e di semplicità: da provare il suo baccalà confit e i fagottini di alici. Altra novità, dicevamo, è il ritorno a Catania di Carlo Sichel che in città ha rifondato il suo CaratoÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ dopo anni passati a girare Italia e mondo. Un ritorno all’insegna della estrema semplicità, con la voglia di presentare nel piatto, a tavola, il mondo della terra, la sua Sicilia profonda, senza barocchismi, senza interventi sovrastrutturali né sofisticazioni. Certo, la semplicità non è necessariamente banale o superficiale, come spiegano bene i ravioli di calamaro e crema di riccio o l’uovo “chinu”, lessato, farcito di tuorlo e ricotta e poi fritto… Insomma, un’esperienza. Per chi invece non vuole osare più di tanto, ci sono due classici assoluti a livelli diversi di prezzo e di atmosfera. L’aria della vecchia trattoria del porto si respira all’Antica Marina, osteria tradizionale dove i tavoli girano di continuo e il pesce è freschissimo e cucinato in maniera classica. Diversa l’atmosfera alle Tre Bocche, ambiente in vecchio stile, ma informale: classici crudi, pasta con le sarde o (ottima) con gli scampi, pesci al sale a regola d’arte. Format in stile concept food e sempre nella via gourmet di Catania, ecco la Polpetteria: locale recente, ma dal sapore antico e dedicato a un classico siciliano, le polpette, "a puppetta": proposta in tutte le sue immaginabili varianti, da quelle al pistacchio di Bronte, fino alle classiche alle foglie di limone, oppure di pesce o a base di verdure. Ma a farle compagnia non mancano taglieri di formaggi e salumi di livello, e squisite zuppe di legumi, cucinate come tradizione vuole, nonché valide pizze.
IL CARTELLONE TEATRALE
Una Sicilia particolare, quella che va sui palcoscenici delle due principali città, Palermo e Catania. Nel capoluogo, il Biondo continua la sua opera rivolta ai giovani e alla scoperta di letture diverse della cultura siciliana, come appunto si intende già dallo slogan che presenta la nuova stagione invernale: Quello che non ti spetti, a rimarcare l’originalità delle proposte e la loro distanza dal teatro di prosa convenzionale, come la messa in scena di Pirandello in chiave psicoanalitica firmata da Pino Caruso (Non si sa come, dal 27 febbraio all’8 marzo). O la rilettura di Galileo in chiave moderna fatta da Marco Paolini e Francesco Niccolini: quale morale, quale etica, quali dubbi pone la scienza in un momento in cui sembra che la magia sia tornata a governare il futuro? (Itis Galileo, dal 20 al 29 marzo). La stagione più attesa è quella del Massimo, il più grande edificio teatrale d’Italia, tra i maggiori d’Europa. “La stagione, che vede momenti di vera eccellenza e abbraccia il repertorio del melodramma dal ‘700 al ‘900, da Gluck a Henze, vede anche quest’anno una grande attenzione e partecipazione di pubblico non solo palermitano”commenta il sovrintendente Francesco Giambrone. E, spettacoli a parte, il Massimo merita una visita comunque per la sua architettura e per le opere d’arte che contiene, in primis Il Trionfo della Musica di Rocco Lentini e tutte le decorazioni parietali delle maestranze liberty che qui lavorarono, poi le pitture di Ettore de Maria Bergler, uno dei principali esponenti della stagione Liberty del primo ’900 che ha firmato al Massimo gli affreschi del palco reale, il soffitto della sala degli spettacoli e sala pompeiana su incarico dell’architetto modernista Ernesto Basile (sua anche la splendida sala da pranzo di Villa Igiea) che portò a compimento la realizzazione del teatro. Il Massimo propone il ciclo sinfonico dedicato ai sei concerti per pianoforte di Beethoven (dal 5 al 28 marzo). Da non perdere, per gli amanti del balletto, l’opera Orphée et Euriydice di Gluck nella versione firmata da Berlioz: rappresentazione con una forte carica coreografica fatta di luci e colori sui toni del bianco, del grigio, del verde e dell'azzurro e firmata dal coreografo Frédéric Flamand, direttore del Ballet National de Marseille, e dall'artista fiammingo Hans Op de Beeck (dal 20 al 27 febbraio). Saltando a Catania, interessante la messa in scena di un’opera del tedesco Franz Vön Schöntan, Il ratto delle Sabine (Teatro Vitaliano Brancati, fino al 1 febbraio): opera che il drammaturgo scrisse a fine ’800 ed entrata a far parte ormai del repertorio classico del teatro siciliano, rappresentate anche in dialetto isolano in diverse traduzioni e riduzioni, proprio come questa catanese.
PASSEGGIARE PER LA CITTA'
Tra Palermo e Catania, poi, sono diversi e molteplici le occasioni per immergersi in una riscoperta culturale delle due città che offrono sia spettacoli che scenografie naturali da godere in un’atmosfera più intima, non esasperata dal turismo che sole a mare richiamano qui in estate. E se a Palermo merita il giro dei mercati che è in sé una scoperta della città vecchia, con una puntata allo straordinario Palazzo Mirto, dietro alla piazza Marina, tutta da godere è la passeggiata per la Catania Barocca, partendo dal Palazzo Valle (sede della Fondazione Puglisi Cosentino per l’arte) in via Vittorio Emanuele II e proseguendo per la piazza de Duomo con il Palazzo e la Fontana degli Elefanti e poi su per la via Etnea, fino alla Chiesa di Sant'Agata alla Fornace (o di San Biagio) e all’anfiteatro romano in piazza Stesicoro.
L'ISOLA DELLE DISTILLERIE
Dici grappa e pensi al nord, al freddo, al Veneto e all’arco alpino italiano. Invece, sono diverse le distillerie e i laboratori dedicati a infusi e bevande alcoliche a base di erbe e frutta locale che hanno sede in Sicilia. Sono diverse le cantine che si fanno distillare le vinacce, ma ci sono anche diversi laboratori siciliani che producono liquori “autoctoni” con etichette molto interessanti. Possiamo partire con una novità e con un classico, alla scoperta di questa Sicilia particolare: dalla Distilleria GioviÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ di Valdina (ME), un classico ormai nell’empireo delle eccellenze made in Italy con le sue grappe da monovitigno, Moscato di Pantelleria e Malvasia delle Lipari in primis. E da un giovane tandem catanese, Rossa Sicily, che vede impegnati l’ingegnere Giuseppe Paolo Librizzi e il suo socio Edoardo Strano: i due hanno alle spalle un agrumeto di 80 ettari e producono un amaro di nuova generazione – Amara – partendo dalle arance rosse e da un mix di erbe spontanee isolane.
Tra queste interessanti realtà, c’è tutto un panorama da assaggiare, dal BlandaninoÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ (vino alle mandorle) dell’Antico Caffè San Giorgio di Castelmola, nel Messinese, al liquorificio Giuffridadi Santa Venerina (CT), dall’Alambicco di Sicilia Trapas, a Petrosino (TP) che lavora le vinacce di Marco De Bartoli o di Carlo Hauner, alla vicina Distilleria BianchiÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ di Marsala, dal gustosissimo Ficodì della Fattoria Valle del Sole di Gagliano Castelferrato (EN), alle Distillerie Russo, sempre a Santa Venerina (CT), con i suoi rosoli a base di frutta dell’Etna.
Una distilleria in proprio con 4 piccole caldaie che lavorano molto lentamente con impianto discontinuo a vapore è quella della cantina Avide di Comiso che si distilla le proprie vinacce di Cerasuolo di Vittoria. E, ultima ma non da certo da meno, si erge a Caltanissetta la fabbrica del miticoÂÂÂÂÂÂÂÂÂ Amaro Averna, fondata da Salvatore Averna a metà ’800. Era l’amaro che i frati dell’Abbazia di Santo Spirito producevano per la famiglia Averna, benefattrice del convento, e che Francesco Averna cominciò a portare nel mondo alla fine del secolo fino a fregiare l’amaro di casa con il Brevetto della Real Casa e gli stemmi dei Savoia. Un’eccellenza 100% italiana che da qualche mese è entrata a far parte del gruppo Campari. “Con l'acquisizione di Averna”sottolinea Bob Kunze-Concewitz, Chief executive officer di Campari “continuiamo a migliorare il nostro portafoglio e ci confermiamo gruppo di riferimento per quanto riguarda l'offerta di liquori e amari italiani nel mondo”.
PALERMO
Ristoranti
Gagini | via dei Cassari, 35 | tel. 091.589918 | www.gaginirestaurant.com | 1 forchetta
Osteria Ballarò |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via Calascibetta, 25 | tel. 091.7910184 | www.osteriaballaro.it |1 gambero
Cucì |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via S. Marchese, 9 | tel. 091.5075057 | www.cucienotecacreativa.it
Il Maestro del Brodo |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via Pannieri, 7 | tel. 091.329523 | 1 gambero
Casa del Brodo dal Dottore |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ c.so Vittorio Emanuele, 175 | tel. 091.321655 | www.casadelbrodo.it
Vinoveritas |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ v.le Piemonte, 22 | tel. 091.342117 |
Ai Tetti Dining | Restaurant-RooftopBar | Centrale Palace Hotel |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via V. Emanuele, 327 | tel. 091.8539 | www.aitettidining.it
Osteria dei Vespri |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ p.zza Croce dei Vespri, 6 | tel. 091.6171631 | www.osteriadeivespri.itÂÂÂÂÂÂÂÂÂÂ | 2 forchette
Piccolo Napoli |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ p.tta Mulino a Vento, 4 | tel. 091.320431
I Cascinari |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via D'Ossuna, 43 | tel. 091.6519804
Bar Berlin |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via Isidoro La Lumia, 21 | tel. 091.334398 |
Teatro
Teatro Massimo |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ p.zza Giuseppe Verdi | tel. 091.6053111 | www.teatromassimo.it
Teatro Biondo |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via Roma, 258 | tel. 091.7434311 | www.teatrobiondo.it
Teatro Savio |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via Giovanni Evangelista Di Blasi, 102b | tel. 091.6768181 | www.teatrosavio.it
MONDELLO
Badalamenti cucina e bottega | v.le Galatea, 55 | tel. 091.450213 | www.badalamenticucinaebottega.com
Trattoria da Calogero |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ via Torre Mondello, 22 | tel. 091.6841333 | www.trattoriadacalogero.com
Tondo Pizzeria |ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ p.zza I. Florio | tel. 091.328254
BAGHERIA
Pupi | Bagheria (PA) | via del Cavaliere, 59 | tel. 091.902579 | www.ipupiristorante.it
CATANIA
Ristoranti
Q Cucina qui | via Umberto, 229 | tel. 095.6130317ÂÂÂÂÂÂÂÂÂ | www.qqucinaqui.it
Il Carato | via Marchese di Casalotto, 103 | tel. 330.292404 |
Fud | panineria winebar | via Santa Filomena, 35 | tel. 095.7153518 | www.fud.it| 2 bottiglie
Sale Art Cafè | via Santa Filomena, 10 | tel. 095.316888 | www.ilsaleartcafe.com| 1 forchetta
Caffè Curtigghiu | via Santa Filomena, 43 | tel. 095.5861352 | 1 forchetta
Polpetteria | via Santa Filomena, 48 | tel. 095.7159433 | www.polpetteria.it| 1 gambero
Le Tre Bocche | via M. Sangiorgi, 7 | tel. 095.538738 | www.letrebocche.it| 1 forchetta
Osteria Antica Marina | via Pardo, 29 | tel. 095.348197 | www.anticamarina.it| 1 gambero
Teatro
Teatro Massimo Bellini | via G. Perrotta,12 | tel. 095.7306111
Teatro Verga | via G. Fava, 35 | tel. 095.7310888 | www.teatrostabilecatania.it
Teatro Musco | via Umberto I, 312 | tel. 095.7310854
Teatro Vitaliano Brancati | via Sabotino, 4 | tel. 095.530153 | www.teatrobrancati.it
Piccolo Teatro di Catania | via F. Ciccaglione, 29 | tel. 095.447603 | www.piccoloteatroct.com
DISTILLERIE
Averna S.p.A. | Caltanissetta | via Xiboli, 345 | tel. 0934 72111 | www.averna.it
Avide | Comiso (RG) | c.da Mastrella, 346 | tel. +39 0932 967456 | www.avide.it
Distillerie Fratelli Russo | S.Venerina (CT) | via Duccio Galimberti, 70 | tel. 095 953321 | www.russo.it
Fattoria Valle del Sole | Gagliano Castelferrato (EN) | via R. Sanzio, 161 | tel. 0935 693 112 | www.ficodi.it
Distilleria Bianchi | Marsala (TP) | Via Lungomare Mediterraneo, 31 | tel. 0923 951 288 | www.distilleriabianchi.it
Distilleria Giovi | Valdina (ME) | Via Valdina, 30 | tel. 090 9942 256 | www.distilleriagiovi.it
Rossa Sicily | Catania | via P. Toselli, 35 | tel. 095 8265 667 | www.rossasicily.com
Trapas Alambicco di Sicilia | Petrosino (TP) | c.da Ferla | tel. 0923 741207 | www.alambiccodisicilia.it
Liquorificio Cav Rosario Giuffrida | via Stabilimenti, 257 | Santa Venerina (CT) | tel. 095 953494 | www.liquorigiuffrida.com
Antico Caffè San Giorgio | Castelmola (ME) | p.zza Sant'Antonio, 1 | tel. 0942 28228 | www.barsangiorgio.com
Grappe in cantina
Barone di Villagrande | Milo (CT) | www.villagrande.it|Grappa di Bianco; Grappa di Rosso
Benanti | Viagrande (CT) | www.vinicolabenanti.it | Grappa di Pietramarina; Grappa di Rovittello; Grappa di Terre della Contessa
Cornelissen | Castiglione di Sicilia (CT) | www.frankcornelissen.it | Distillato di vinaccia di Magma; Grappa di Contadino; Distillato alla Nepitella; Distillato al Ginepro di Timparossa
Cusumano | Partinico (PA) | www.cusumano.it | Grappa Noà
Donnafugata | Marsala (TP) | www.donnafugata.it | Grappa di Mille e una notte; Grappa Ben Ryè
Duca di Salaparuta | Casteldaccia (PA) | www.duca.it | Grappa di Duca Enrico
Fazio Wines | Erice (TP) | www.faziowines.com | Excelsa (grappa di Nero d'Avola); Pietrasacra (grappa riserva affinata in botti di rovere)
Firriato | Paceco (TP) | www.firriato.it | Grappa Quater e Harmonium
Florio | Marsala (TP) | www.duca.it/cantineflorio | Grappa Morsi di Luce
Hauner | Messina (ME) | www.hauner.it | grappa di Malvasia
Cantine Pellegrino | Marsala (TP) | www.carlopellegrino.it | Grappa di Marsala; Grappa di Moscato Passito; Grappa di Zibibbo
Settesoli Mandrarossa | Menfi (AG) | www.cantinesettesoli.it | grappa di Nero d'Avola
Tasca d'Almerita | Sclafani Bagni (PA) | www.tascadalmerita.it | Grappa di Rosso del Conte
Valle dell’Acate | Acate (RG) | www.valledellacate.it| Grappa di Cerasuolo di Vittoria
Tenuta Palmeri | Avola (SR) | www.cantinapalmeri.it| Grappa di Nero d’Avola
Planeta | Menfi (AG) | www.planeta.it | Grappa Eruzione 1614
a cura di Francesco Seccagno
Articolo uscito sul numero di Febbraio 2015 del Gambero Rosso. Per abbonarti cliccaÂÂÂÂÂÂÂ qui
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