Vita, libertร e ricerca della felicitร , recita cosรฌ la Dichiarazione di Indipendenza del 4 Luglio 1776 che ha messo insieme genti e popoli approdati in America da ogni dove, ognuno con la sua storia, fede e cultura, anche culinaria. Due i paladini della scena gastronomica: Walter Staib per la ricostruzione storico-filologica e Ellen Yin per la svolta contemporanea. Il futuro va in mano agli allievi che credono nei valori della cucina come portatrice di un nuovo stile di vita.
Philly, lโorigine gastronomica Usa
Il nome della tribรน che abitava le sponde del fiume Schuylkill, alla sua confluenza nel Delaware era Shackamaxon: gli indigeni si videro piombare lรฌ gli svedesi, nel 1646, a fondare la Nuova Svezia. Il nome del nuovo insediamento fu โCittร dellโamore fraternoโ che nellโetimologia greca era Philadelphia: una cittร destinata al ruolo di scenario urbano per la svolta politica e sociale piรน importante dโAmerica: il Fourth of July piรน celebrato al mondo.
Comincia proprio da Philly, nickname in uso per la Philadelphia di oggi, anche il viaggio allโorigine delle cucine dโAmerica. Il racconto gastronomico รจ realmente percorribile a tavola, e coinvolge i cinque sensi, grazie al lavoro filologico di chef Walter Staib alla ricerca bibliografica e documentale di gusti e preparazioni delle pietanze preferite nelle colonie dal โ700 a oggi. City Tavern รจ un posto quasi respingente per quanto turistico appaia. Un palazzetto a cinque piani, tutto sale da pranzo e caminetti in stile, ricostruisce lโantica taverna di proprietร del governo che era lรฌ nel โ700: bicchieri in peltro e camerieri in costume inclusi. Meta di pellegrinaggio culinario, City Tavern accoglie fedeli da tutte le Americhe ogni santo giorno dellโanno, e anche questo potrebbe non deporre bene. Ma il fascino delle rivoluzioni non ha rivali: qui hanno cenato e discusso i 55 delegati Padri Fondatori dellโIndipendenza insieme ai 5 membri firmatari della prima Costituzione, tra cui Thomas Jefferson, John Adams eย Benjamin Franklin, e dopo perfino George Washington.
I menu storici dellโera coloniale di City Tavern
In 20 anni di pazienti ricerche, chef Staib รจ riuscito a ricostruire i menu storici dellโera coloniale, con unโattenzione maniacale alle fusioni etniche, risalendo allโuso originario dei prodotti e ai contesti storici di provenienza. Il lavoro innovativo? Tradurre le tracce ritrovate in ricette contemporanee con ingredienti di prima qualitร . Il risultato? Una sfilata di portate innumerevoli e piatti succulenti preparati con elementi semplici, primordiali, ma assemblati in composizioni (fusion!?) dalle apparenze da super (fat)food, ma con gusto e post-gusto di rara leggerezza a prova delle intolleranze piรน tenaci. Anche qui, il pasto diventa esperienza, racconto, ricostruzione di aneddoti e fatti storici e puรฒ durare ore, se ci si predispone ad attraversare con pazienza secoli di anniversari di indipendenza e popoli di impensabile provenienza, che si incrociano ancora qui in cucina. City Tavern รจ la prima tappa in terra dโAmerica, se vuoi capire qualcosa di tutto questo. โHo cercato di risalire alle antiche tecniche culinarie e a capire dove al tempo i colonizzatori si rifornissero degli ingredienti necessari โ raccontaWalter Staib โHo scoperto non senza sorpresa che le origini della cucina americana erano abbastanza sofisticate. Con aggiustamenti progressivi, riducendo il sale, abbassando lo zucchero e valutando volta per volta, abbiamo cominciato a cucinare in stile ottocento. La sfida รจ mantenere la filosofia farm-to-table, garantire prodotti freschi coltivati in zona, anche a costo di dure rinunce se la stagione รจ inclemente. Le preparazioni in cucina sono tradizionali, nulla รจ preconfezionato, non possediamo microondeโ. E complimenti, visti i numeri. Allโimpegno in cucina al City Tavern chef Staib ha abbinato un format televisivo di successo, diretta derivazione del tempo speso in ricerche gastronomiche. Il programma propone una serie di viaggi nelle terre degli antichi colonizzatori, alla scoperta degli ingredienti e dei piatti che appartenevano alla loro cultura approdata poi in America. Da Antigua a St. Lucia alla Guyana, per quel che riguarda le influenze caraibiche; in Malesia per ricostruire le origini del ketchup; in Sud Africa per risalire alle influenze olandesi.
La nuova scena culinaria รจ casual e a grana fine
La nuova scena culinaria di Philadelphia รจ puntinata a grana fine. Terminata lโonda pur forte, del lancio di grandi ristoranti da parte di grandi nomi, Steven Starr in testa con i suoi 20 ristornati, oggi lโinvasione di energia giovane in cucina riguarda tutto, dai panettieri, ai barman, agli esperti di caffรจ, dolci o zuppe, in proposte a tema o in soluzioni ibride da bruncherie a gastrocafรจ come Res Ipsa che da caffรจ di giorno diventa ristorante โ italiano โ di sera. La nuova generazione di chef sa che ciรฒ che conta รจ esser se stessi. Prendono posto in piccoli punti, in posizioni casuali in cittร , il cibo che servono รจ spesso di super-nicchia, esclude elucubrazioni di concetto, รจ onesto, dritto al sapore.
Dieci dei 50 migliori ristoranti USA 2018 sono a Philadelphia. Primi della lista Scott Schroeder e PatOโMalley rispettivamente chef e fornaio, del provocatorio Hungry Pigeon dal menu piccolo, continuamente aggiornato con cose buone di stagione reperibili a breve raggio, premiato proprio per la sua โnormalitร โ ben eseguita. A seguire Greg Vernick con il suo avamposto omonimo e Nicholas Elmi con Laurel, franco americano con 22 tavoli. Tra i nuovissimi, Nauti Mermaid, il ristorante granchio-centrico di Jolly Weldon e Amy Tommarelli, dove chef Damian Tarlecki punta tutto sulla costa del Maryland. Tim Lanza, chef al Talk, propone piatti stagionali accompagnati da cocktail artigianali. Tanti i nuovi โlaboratoriโ di snacks, insalate, burgers e sandwiches nella migliore tradizione americana rivisitata in senso healthy come The Grace Tavern, o gli hawaiani di Poidogย anche in versione catering e food truck.
Le nuove aperture
Almeno 15 le nuove aperture previste entro questo mese di ottobre 2018. Primo fra tutti lโatteso STIR, il ristorante progettato da Frank O. Gehry per il Museum of Art, dove il centrotavola nella sala da pranzo principale sarร una scultura in legno che attraversa il soffitto. Gestito da Starr Catering Group, il menu sarร a cura di chef Mark Tropea. Giuseppe & Sonsย a Rittenhouse รจ il nuovo progetto della trattoria casalinga in stile italo-Filadelfia, della famiglia Termini nota per la storica pasticceria a South Philly, in partnership con Michael Schulson. A livello della strada รจ previsto un caffรจ con prodotti da forno e panini, con arrosto di maiale, polpette di pollo e altri classici. Al piano inferiore un ristorante piรน elegante e un menu di piatti italo-americani come il sugo della domenica con spaghetti, polpette e salsicce. The Bourse Marketplace sarร il nuovo mercato con 30 vendors indipendenti di selezioni gastronomiche certificate, organizzato allโinterno del vecchio edificio della Borsa di Philadelphia. Il coreano Chris Cho aprirร Seorabol, il giapponese Nunuย aprirร alla porta accanto a Cheu Fishtown e insieme condivideranno un patio esterno e un bar interno e si potrร ordinare in entrambi i ristoranti. Elwoodย รจ il progetto dellโolandese Adam Diltz che vuole ispirarsi alle ere coloniali federali e vittoriane. Chef Scott Anderson da Aether offrirร menรน a base di frutti di mare e panini allโaragosta, gamberetti, linguine al granchio, crudo di pesce al bar crudi e vini naturali. Non si tratta di nuove tendenze alimentari nรฉ di picchi creativi ma di espressione autentica di ciรฒ che la cittร e la sua gente ha da offrire senza esser seconda a nessuno. Philly sa osare, ruba la scena a New York, รจ piรน easy, disinvolta e informale, azzarda cose diverse e soprattutto costa meno. I newyorkesi lo sanno e vengono qui in trasferta gastronomica per il weekend, poi magari decidono anche di venirci a vivere.
a cura di Emilia Antonia De Vivo
foto di PHLCVB
QUESTO ร NULLA...
Nel numero di ottobre del Gambero Rosso, un'edizione rinnovata in questi giorni in edicola, trovate il racconto completo con gli altri protagonisti della scena food di Philadelphia, come l'imprenditrice Ellen Yinย che con Fork, il suo primo progetto, รจ diventata di ispirazione per tante giovani nuove leve (a lei abbiamo chiesto di suggerirci 5 indirizzi dove andare a mangiare). Un servizio di 9 pagine che include anche un focus su Pittsburgh, l'altra grande cittร in crescita della Pennsylvania. Non solo, trovate anche le 8 specialitร food di Philadelphia, la storia di Michele Morelliย con il suo Gran Caffรจ Aquila, 3 mercati da non perdere a Philadelphia e le mappe degli indirizzi utili delle due cittร protagoniste.
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