dei ragazzi dopo i 13 anni, ora è diventata un luogo trendy e suggestivo, frequentato da un ampio pubblico eterogeneo e dai vip della città, assidui clienti del Ristorante e del Birrificio.
Piazza dei Mestieri è quindi una scuola, un ristorante e un pub raccolti intorno al cortile di un ottocentesco fabbricato industriale in puro stile Liberty al numero tredici di via Durandi. Nel cuore del quartiere San Donato di Torino, dove si è sviluppata la prima industrializzazione della città e dove hanno operato i grandi santi sociali, da San Giovanni Bosco al Beato Cottolengo, ora si ritrovano ogni anno circa 550 giovanissimi, per imparare un mestiere direttamente dai maestri della migliore tradizione culinaria e artigianale piemontese.
L’ambiente è accogliente perché lo scopo è affascinante: insegnare attraverso il bello e il buono, partendo dall’esperienza del fare condiviso e partecipato. I ragazzi percepiscono questo spirito e diventano, una volta usciti dai corsi triennali, ottimi cuochi, barman, acconciatori, grafici, cioccolatieri, pasticcieri e panettieri (90% occupati). L’originalità del progetto è proprio in questo mettere insieme scuola e formazione, lavoro e produttività. Alla Piazza si producono birra e cioccolato, venduti poi in tutta Italia attraverso i negozi esclusivi di Eataly e la capillare catena Coop. Si cucina e si serve in tavola nel Ristorante “La Piazza”, oggi completamente ripensato negli arredi e nel menù ispirato a una cucina tipicamente mediterranea, che accosta però a cibi tradizionali piatti creativi, abbinando, per esempio, la birra a piatti di alta cucina.
Un eccellente e fitto cartellone di eventi arricchisce la proposta ricreativa della Piazza. Qui dalle 18 fino a notte inoltrata, si può ascoltare musica, visitare mostre, partecipare a dibattiti e a spettacoli teatrali, vivere in un ambiente informale e cool momenti di una forte condivisione che forse altrove è un po’ dimenticata. Sì, quello che ci ha colpito quando abbiamo incontrato Gianluca Poggio, uno dei responsabili, è stato il cogliere una passione condivisa tra l’intero staff della Struttura e i ragazzi, che in stretto contatto con esperti e competenti professionisti (ad esempio Antonio Peyrano presso il laboratorio di cioccolateria o Carmelo Gibilisco e Federico Scalvini rispettivamente in sala e in cucina del Ristorante) ricevono, oltre ai segreti del mestiere, autostima e responsabilità, talenti e progettualità che non si esauriscono nel percorso scolastico.
Per questo oserei dire che i continui riconoscimenti da parte del pubblico nazionale e internazionale e i numerosi premi della critica che La Piazza dei Mestieri ottiene per il suo squisito cioccolato e l’ottima birra si devono soprattutto a un metodo poco didattico e molto affettivo, ispirato alla frase di Antoine de Saint-Exupery: ”Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito”. E questo dar valore all’Arte, perché “l’arte non insegna nulla, tranne il senso della vita” lo si intuisce in molti piccoli dettagli: la scelta dei nomi delle Birre e delle Aule, le foto di gruppo degli allievi sulle pareti, il ricercato restyling degli spazi, un’atmosfera serena, composta e positiva restituita dagli sguardi fieri e attenti dei ragazzi che scrutano il visitatore curioso.
Alessandra Monda
12 gennaio 2012