La tradizione del pane nero in Valle dโAosta
In molti paesi il forno comunitario รจ stata per lungo tempo una necessitร , ma anche uno strumento di aggregazione collettiva: in Valle DโAosta vi si cuoceva il pane di segale, detto anche pane nero, un paio di volte lโanno, solitamente fra ottobre e dicembre. Ed รจ proprio il pane nero che vi racconteremo oggi, attraverso le parole di uno dei migliori pasticceri italiani, Mauro Morandin, erede di una lunga tradizione di famiglia e Due Torte nella guida Pasticceri&Pasticcerie 2017.
Il pane si trasforma in dolce
Il pane nero รจ un prodotto semplice: un pane fatto di frumento e segale, poco lievitato e adatto alle lunghe conservazioni, in grado di sfamare le famiglie che rimanevano isolate durante la stagione invernale. E come spesso accadeva nelle piccole comunitร del nostro paese, quello stesso pane veniva trasformato in un dolce durante le feste di Natale.โLa nostra รจ una regione poveraโ racconta Mauro Morandin โe per le feste natalizie non si aveva molto con cui fare i dolci, anche a causa della stagione fredda che non concedeva granchรฉ. Il pane di segale veniva infornato una o due volte lโanno e, in prossimitร del Natale, si faceva una raccolta dei rimasugli della credenza: miele di castagno, fichi, noci e altra frutta seccaโ.
Il maestro Mauro Morandin
La frutta secca
Racconta Morandin: โnegli anni passati, grazie ad inverni un poโ piรน miti di quelli attuali, cโera piรน disponibilitร di prodotti come i fichi, che si fanno ancora adesso ma in misura minore. Nella bassa Val dโAosta cโerano addirittura i mandorliโ. Prodotti preziosi che servivano da riserva per i mesi piรน freddi: โQuesti frutti venivano trattati, nel caso dei fichi, o lasciati essiccare, nel caso delle mandorle, per essere consumati durante lโinverno. Una riserva di energia, ma anche un momento di piacere durante le giornate freddeโ.
La frutta secca veniva utilizzata per farcire questo pane dal sapore leggermente amarognolo dovuto alla farina di segale: โNon cโera farina bianca, ma solo segale che dava al pane un aroma piรน salato e note di tostatura. Il lievito utilizzato era quello naturale, le lievitazioni lunghe. Era una sorta di antenato del panettone in versione valdostana: un prodotto sano, che doveva ingolosire, ma anche nutrireโ. Un dolce della tradizione contadina ormai quasi del tutto scomparsa che il maestro Morandin ha rielaborato in una ricetta moderna. Ed ecco Le Pain de Saint Ours, il Pane di SantโOrso, un panettone che si ispira allโantico pane nero dolce di cui troverete la ricetta piรน avanti.
Pain de Saint Ours
La bevanda di rito: la Coppa dellโamicizia
Le tradizioni natalizie valdostane non si limitavano al pane dolce cotto nei forni collettivi, ma investivano anche la dimensione del bere, mettendo in scena, anche in questo caso, un piccolo rito condiviso. Che, ci racconta Morandin, a differenza del pane, viene ancora rispettato nelle comunitร della regione. ร la Coppa dell'amicizia, o Coupe de l'amitiรฉ, che indica un recipiente di legno con un coperchio dotato di vari beccucci che viene usato tra amici, parenti e vicini di casa. Dai beccucci si beve, passandosi la coppa lโun lโaltro, una bevanda a base di caffรจ e grappa conosciuta anche come caffรจ alla valdostana.
โLa coppa dellโamicizia รจ un rito molto bello che si porta avanti ancora oggiโ spiega il pasticcere valdostano, โuna tradizione rimasta salda. Si beve tutti dalla stessa coppa, un caffรจ corretto con piรน o meno grappa, che permette di rinsaldare i rapporti di vicinato e le relazioni fra compaesani, che in posti cosรฌ piccoli e isolati sono una risorsa fondamentaleโ.
Pain de Saint Ours
Il Pain de Saint Ours, la ricetta di Mauro Morandin
La ricetta che il maestro Mauro Morandin ha voluto regalare ai nostri lettori prevede due fasi: un impasto serale e un secondo impasto da fare la mattina seguente.
Ricetta per un Pain de Saint-Ours per dieci persone (2kg circa)
Ingredienti per lโimpasto serale:
175 g di zucchero
190 g di acqua
200 g di tuorli dโuovo
200 g di lievito naturale (lievito madre)
400 g di farina manitoba
180 g di burro
Ingredienti per lโimpasto mattutino:
150 g di farina manitoba
70 g di farina di segale
50 g di zucchero
50 g di miele di castagno
80 g tuorli dโuovo
50 g di burro
12 g di sale
200 g di mele candite
100 g di noci in pezzi
Primo impasto
Disporre lo zucchero, metร dei tuorli dโuovo e metร acqua in un contenitore (o planetaria) e sbattere energicamente per almeno 10 minuti. Aggiungere nel contenitore la farina, il lievito e continuare ad impastare. Man mano che lโimpasto prende forma aggiungere i tuorli dโuovo e lโacqua rimasti. Solo quando la pasta sarร incordata, aggiungere il burro. Versare lโimpasto in un contenitore, assicurandosi che se ne riempia solo metร e lasciare lievitare tutta la notte, o fino a che lโimpasto non raggiunge almeno il doppio del suo volume.
Secondo impasto
Mettere lโimpasto della sera precedente in un contenitore o una pirofila piรน grande e aggiungere la farina manitoba e la farina di segale. Solo quando sarร incordata unire i tuorli, lo zucchero, il miele, il burro, il sale e la frutta.
Mettere lโimpasto sul tavolo e dividere la pasta in due pezzature da 1kg lโuna, oppure in quattro da 500 grammi. Pirlare (lavorare la pasta cercando di fare una palla il piรน sferica possibile, facendola roteare lievemente nel corso della lavorazione). Una volta creata la palla metterla nel pirottino.
Dopo circa 6 ore di lievitazione, a 30 gradi, il volume della pasta dovrร essere triplicato e la calotta lucida e tesa. A questo punto fare la croce sulla calotta (non con un coltello ma con una lametta, in modo da non rompere la pasta) e infornare. Il forno deve essere a 175 gradi, in modalitร ventilata.
Cuocere per 50 minuti circa le forme da 1 kg, per 35 minuti circa quelle da mezzo kg. Per controllare lโumiditร della pasta provare a infilare uno stecchino prima di togliere dal forno.
Una volta cotto il dolce deve essere appeso a testa in giรน per una notte intera.
Morandin | Saint-Vincent (AO) | via Chanoux, 105 | tel. 0166 512690 | www.mauromorandin.it
a cura di Francesca Fiore