Il Cibo incontra la Cultura. Un cinema per Salina nei sogni di Clara Rametta, patronne dell’hotel Signum

8 Ott 2018, 11:30 | a cura di

Sono passati trent’anni dalla nascita del Signum, e Clara Rametta non ha mai smesso di credere nelle potenzialità della sua isola. Così i festeggiamenti per il trentennale coincidono con la scommessa su un nuovo progetto: la nascita di un cinema per Salina. E il mondo gastronomico offre il suo sostegno.

 

Alle origini del Signum

Clara Rametta è una donna tenace. Più di trent’anni fa, insieme a suo marito Michele Caruso, intuiva le potenzialità di un insieme di vecchie case sparse su un terreno digradante verso il mare nel Comune di Malfa, isola di Salina, che oggi rappresentano l’anima composita dell’hotel Signum, punta d’eccellenza dell’ospitalità nell’arcipelago Eoliano. Ci sarebbero voluti 4 anni, da quella prima intuizione, per portare a casa il risultato: una genesi controversa, per la difficoltà di ottenere la concessione edilizia in un primo momento, fino ai sigilli che poco dopo l’inizio del cantiere interrompevano i lavori, procrastinando ancora una volta la realizzazione della struttura. Di quel periodo di passione - quando in tanti restarono sorpresi dalla scelta di portare avanti un progetto così ambizioso proprio a Malfa, in una zona dell’isola inesplorata dal turismo se non per poche settimane all’anno – resta memoria nel nome che anticipa l’ingresso tra vialetti in pietra bordati di gelsomino (quello a cinque petali, l’autentico e profumatissimo siciliano) e splendidi esempi di restauro conservativo misti e costruzioni ex novo che si sono aggiunte negli anni, fino a creare quello che il Signum è oggi. Un luogo d’accoglienza esclusivo che non ha perso la sua dimensione familiare, le unità abitative arredate col gusto di chi si diverte a scovare mobili antichi e pezzi di design tra mercati antiquari, la premura sorridente di chi continua a credere nei suoi sogni, e spesso – la storia lo dimostra – riesce a intuire le cose prima che accadano.

La famiglia CarusoLa famiglia Caruso

Saper fare turismo

E infatti Clara, che oggi è anche sindaco di Malfa (circa 700 abitanti durante l’inverno e rinomato centro turistico da aprile a ottobre), non nasconde la soddisfazione per quanto è stato fatto da allora: anche la stagione che si è appena conclusa ha fatto registrare nel solo Comune che amministra più di 25mila presenze, più di tutte le altre località dell’isola, “per la maggior parte stranieri, circa 15mila, e questo è stato il mio pallino sin dall’inizio” racconta lei ricordando le difficoltà iniziali “promuovere il Signum e Salina all’estero, far arrivare sull’isola, che nella sua storia molto e precocemente è stata segnata dai flussi migratori verso l’America, un turismo straniero in grado di apprezzarne le risorse molteplici in diversi periodi dell’anno, perché non siamo solo mare, ma anche trekking, enogastronomia tradizionale e ristorazione moderna, cultura e tradizioni popolari”. La sfida l’ha vinta, e quest’anno, con la famiglia al completo – Michele che la segue schivo ma testardo quanto lei, Luca, il primogenito, e la sorella Martina, classe 1989, di poco più giovane del Signum – festeggia il trentennale della sua attività.

La vista dal SignumAffascinante vista dal Signum

30 anni di Signum

I suoi figli, del resto, in quanto a tenacia non sono secondi a nessuno: “Hanno una bella intesa, e amano il Signum, per questo siamo fiduciosi che la nostra storia continuerà a lungo”. Martina, che oggi è una delle giovani chef più apprezzate d’Italia, tutta la sua perseveranza l’ha riversata in cucina: “Sin da bambina si intrufolava tra pentole e fornelli col padre. Quando a 18 anni mi ha detto che voleva farne un mestiere, l’ho messa alla prova: ‘Ti piace la cucina? E allora comincia a lavorare qui!’. Non l’ha più lasciata”. Luca, invece, è l’anima complementare della nuova generazione Caruso: da vent’anni ristorazione e cantina costituiscono il fiore all’occhiello della struttura, lui ha accelerato il processo di crescita, facendone una meta gastronomica che vale il viaggio. Un video, firmato Gio Martorana (che per i 25 anni ha realizzato un libro fotografico dedicato alla stessa storia), riassume gli ultimi 30 anni, chiosando col fermo immagine in bianco e nero di una coppia di sposini sorridenti: Clara e Michele.

Da Palazzo Marchetti al Cinema per Salina. Un esempio di mecenatismo

Ma le sfide non finiscono qui: l’obiettivo è nuovo e altrettanto ambizioso, il punto di partenza non cambia, perché dietro alle idee ci sono le persone, la loro capacità di fare sistema, le storie che sanno custodire e donare agli altri, perché possano goderne tutti. È questo l’intento più nobile del mecenatismo, ed è un atto di amore verso l'isola il progetto fiorito intorno a Palazzo Marchetti, ormai da un paio d’anni a questa parte. Immortalata nel film Il Postino dell’indimenticato Massimo Troisi (ma molti sono i registi stregati dal fascino dell’arcipelago), Salina ha sempre coltivato un legame speciale con il cinema e la cultura. Clara ne ha fatto una missione: “Negli anni Novanta fondavamo l’associazione culturale Didime, per dare un luogo di ritrovo ai nostri figli. All’epoca era solo una scuola di musica, poi abbiamo comprato un pianoforte e cominciato a coinvolgere musicisti e artisti”. Senza Palazzo Marchetti tutto questo non sarebbe stato possibile, e non a caso anche questa è una storia di tenacia: partito per cercare fortuna in America, l’eoliano Antonino Marchetti dagli anni Venti stabilì a New York una fiorente impresa di importazione di marmo di Carrara (quello servito per realizzare anche il Grand Central); negli anni Trenta era tornato sull’isola, nel palazzo fatto realizzare per sé e sua moglie, conosciuta in America. L’ultima erede, sua nipote acquisita Josephine, è l’anello di congiunzione con Clara, che a Palazzo è riuscita a fondare una Casa della Cultura mossa da un pizzico di incosciente intraprendenza: “All’epoca avevamo bisogno di uno spazio, Palazzo Marchetti era abitato da questa anziana erede solo per poche settimane l’anno. Decisi di andare a New York, presi i miei figli e bussai alla porta di Josephine per chiederle di donare all’isola l’edificio”. Solo qualche mese più tardi, quando Josephine morì ultranovantenne, Clara ebbe la risposta: Palazzo Marchetti, da quel momento in avanti, sarebbe appartenuto al Comune. Il restauro degli spazi ha lasciato intatti il fascino dell’epoca e molti dei suoi arredi originali, compresa la bella cucina del pian terreno. Al piano superiore, invece, le tre camere padronali sono diventate residenze per gli artisti che si esibiscono a Palazzo: l’affaccio dal patio è mozzafiato, e la vista spazia sul mare, verso Stromboli e Panarea. Happy ending, dunque?

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Fare cultura per generare storia. Dalla tavola al cinema

No, considerando quanto il circuito di attività culturali potrebbe svilupparsi ulteriormente se Malfa disponesse di uno spazio dedicato ad accogliere grandi numeri e attività che Palazzo Marchetti non è in grado di sostenere. Così nasce il Cibo incontra la cultura, ennesimo tassello di avvicinamento alla realizzazione di un cine-auditorium - il primo cinema nella storia dell'isola -  capace di accogliere festival, proiezioni, masterclass di cinematografia, musica, fotografia, destagionalizzando così il turismo, e alimentando la voglia di Salina di farsi porto culturale dell’arcipelago (l’isola già accoglie il Salina Doc Festival). Cosa c’entri il cibo è presto detto: negli ultimi tre giorni Malfa, il Signum e le strutture limitrofe (dall’hotel Ravesi al SantaIsabel, al Capofaro & Malvasia resort) sono stati teatro di un ciclo di cene ed eventi enogastronomici destinati a raccogliere fondi per finanziare l’impresa: a 15mila euro ammonta la cifra raccolta grazie alla manifestazione. Ma per la realizzazione del progetto firmato Giusy Vinci – una struttura con cavea interrata e copertura retrattile mossa da travi in legno lamellari che ricalcano il profilo di una barca tirata a secco, completamente scoperchiabile all'occorrenza – sono necessari circa 500mila euro. La scelta è stata quella di non contare su finanziamenti pubblici, e la nascita del Cinema di Salina è subordinata interamente alle donazioni: tutti possono contribuire anche con una piccola offerta tramite bonifico o circuito Paypal sul conto bancario dedicato (sul sito tutti i dettagli). Quando sarà completata – ci vorrà un anno dall’inizio dei lavori – la struttura potrà ospitare fino a 200 persone, celebrare la storia dell’isola e attirare un nuovo pubblico a Salina. Un sogno che la famiglia del Signum ha scelto di appoggiare, e con lei tutti i professionisti intervenuti nell’ultimo weekend, che ha registrato sold out ogni sera: Tim Butler protagonista della cena a 4 mani con Martina Caruso, la famiglia della Tenda Rossa (ancora una grande storia familiare della ristorazione italiana) dalla Toscana per l’insolito duetto a tavola tra la cacciagione e il mare… E poi tutti gli chef e gli artigiani arrivati dalla Sicilia per la festa conclusiva, sotto le stelle, proprio nel giardino di Palazzo Marchetti, dove questa bella storia si appresta a continuare. Clara sembra non dubitarne, e il suo entusiasmo mentre snocciola idee estemporanee in divenire è coinvolgente: “Sa quanti organi abbiamo sull’isola? Nove. Perché non organizzare un festival organistico abbinato a serate enogastronomiche nella prima settimana di ottobre? E che dire della festa di San Giuseppe? Il 19 marzo Malfa è una spettacolo: la stagione è già buona, la gente scende in strada per la processione, tutti preparano i piatti tradizionali e la pasta e ceci. Sarebbe bellissimo farne un momento di racconto delle nostre tradizioni”. Crederci è facile. Come dare il proprio contributo alla causa.

 

Signum – Salina – Malfa – via Scalo, 15 – hotelsignum.it

Per donazioni e informazioni: www.palazzomarchetti.it

 

a cura di Livia Montagnoli

foto in apertura: Tartare con more fermentate e senape siciliana di Bonetta dell'Oglio

 

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