Sono una sorta di trait d'union tra chi produce (chef, pasticceri, vitivinicoltori, casari e così via), chi comunica e chi consuma. Parliamo di MGLogos, che dal 1997 comunica e promuove i prodotti dell’enogastronomia italiana. E nell'ultimo anno anche i locali.
Che requisiti deve avere l’addetto all’ufficio stampa?
Professionalità, che include necessariamente la competenza (l'agroalimentare non ammette ignoranza), le conoscenze, e la velocità di pensiero, soprattutto in caso di emergenza.
Che significa concretamente in caso di emergenza?
Siamo l'ufficio stampa della Mozzarella di Bufala Campana DOP e quando è scoppiato lo scandalo della “terra dei fuochi”, gli associati hanno iniziato a perdere ingenti cifre. Ogni giorno aumentavano i mancati guadagni. In questo caso la velocità di pensiero è stata fondamentale: abbiamo coinvolto fin da subito l'Adiconsum, alla quale abbiamo inviato dei campioni per procedere alle analisi. Come ci si aspettava, la mozzarella non presentava alcun rischio per la salute. Poi, tramite le suddette conoscenze, abbiamo inviato gli esiti ai maggiori media italiani. In tutto non sono passati più di 15 giorni.
L'ufficio stampa ai tempi dei social come si deve comportare?
Raddoppiando gli sforzi. Prima c'era solo la comunicazione tradizionale, con i comunicati stampa inviati via mail a quotidiani, mensili, redazioni tv. Ora abbiamo previsto una risorsa in più che si occupa per l'appunto dei social. Una cosa è certa: con l'avvento di questi nuovi strumenti è essenziale fare una selezione più severa.
Selezionare. Chi?
Si tratta di una selezione trasversale che tocca sia i clienti per i quali lavoriamo, sia i giornalisti che coinvolgiamo. Per i secondi la questione è un po' più complessa e passibile di errori, ovviamente recuperabili: se dopo una serie di inviti, a conferenze stampa o cene, vediamo che non vi è mai alcun ritorno, evidentemente non c'è il giusto feeling tra noi e l'ipotetico invitato, il quale non verrà più coinvolto. Dal canto nostro, cerchiamo di prevenire queste situazioni contattando in primis chi conosciamo personalmente.
Quali sono i compiti dell’ufficio stampa che si occupa di food?
Promuovere il prodotto e il cliente nel modo corretto e, possibilmente, in maniera sartoriale. Inoltre è indispensabile tenere vivo il rapporto con i giornalisti di settore. Di alcuni sono diventato amico.
Da circa un anno rappresentate anche alcuni locali.
Cerchiamo di lavorare per locali che abbiano appeal, solitamente si tratta di posti innovativi che hanno caratteristiche intriganti. Di norma li seguiamo per i primi mesi ma quasi tutti ci ricontattano per eventi di refreshing.
Come avviene il lancio di un locale?
Solitamente organizziamo tre serate: una dedicata alla stampa, dalla quale abbiamo un ritorno di articoli notevole, una ai blogger e l'altra al pubblico, ampio o selezionato che sia.
Quali non sono i compiti dell'ufficio stampa?
Non esiste un “non compito”. Io mi rifiuto di cercare sponsor per finanziare gli eventi. Alcuni clienti lo propongono e altrettanti uffici stampa lo fanno.
Nel vostro portfolio vi sono sia consorzi che locali. Come gestite i diversi clienti?
Cerchiamo di pensare e proporre dei progetti su misura. Per i consorzi, per esempio, creiamo anche eventi e cerchiamo le location. Per i locali, come detto sopra, organizziamo tre serate di lancio. Il lavoro è tanto, ecco perché siamo un team di nove persone, tra grafica, amministrazione, social, comunicazione e organizzazione logistica.
I 3 errori imperdonabili per un addetto all’ufficio stampa?
Diventare il protagonista dimenticando così l'effettivo ruolo dell'addetto stampa (che deve essere semplice portavoce); dare la colpa al cliente quando le cose vanno male: l'addetto stampa deve fungere da scudo anche se la serata non è andata bene perché il committente ha voluto risparmiare sulla location o sul servizio. E fare figli e figliastri, ovvero trattare in maniera differente un giovane alle prime armi e un direttore di giornale solo per il fatto che il secondo è più “utile”.
Il comunicato stampa cambia a secondo della testata a cui viene inviato? Se sì come?
Noi lo cambiamo ma non tutti lo fanno. Lo differenziamo dando più importanza, di volta in volta, a determinati fattori. Inseriamo più dati economici, più curiosità o più notizie di costume e società, a seconda della testata a cui è rivolto.
Alcuni comunicati stampa sono scritti male. Diamo qualche consiglio.
Scrivete in italiano (alcuni scrivono poco e leggono meno). Non siate ridondanti (il cs, a meno che non sia politico, deve essere di al massimo una cartella).
Frasi da non utilizzare.
Inflazionatissime sono: “Nella splendida cornice di” e “Tradizione nell'innovazione”.
Chi scrive (giornalista o blogger) riceve una marea di inviti a eventi, come attrarre la sua attenzione?
Il lavoro, come detto prima, è a monte. Prima di tutto si deve mantenere vivi i rapporti, così i tuoi comunicati non passano inosservati. Il titolo accattivante aiuta, così come inviare un invito ufficiale personalizzato. Sono poi fondamentali le chiamate dirette.
Chi sono gli influencer immancabili?
Si tratta di un gruppo di blogger e giornalisti che ritengo determinanti. Sono quelli che fanno la differenza sia tra i vari siti, che nella stampa e la tv di settore.
Vogliamo i nomi.
Proprio per non cadere nell'errore di "fare figli e figliastri", preferisco non rispondere!
a cura di Annalisa Zordan
foto di apertura: Le Strade della Mozzarella – Vieni in Italia con me di Massimo Bottura
Gli uffici stampa del food&wine