La truffa
Questa volta tocca alla Puglia dove gli agenti del Corpo Forestale dello Stato โgrazie alla tecnica del riconoscimento del DNA delle cultivar di olivo hanno scoperto una maxitruffa: alcune aziende pugliesi sono coinvolte in un giro di affari illecito stimato in decine di milioni di euroโ e sei persone sono indagate. Le accuse: โfrode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentariโ. La delega allโindagine e agli interventi dei Forestali viene dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, il coordinamento dellโoperazione pugliese che ha visto impegnati un centinaio di uomini, รจ stato del Nucleo Agroalimentare e Forestale (Naf) di Roma, dal Comando Provinciale di Bari e dalla sezione di polizia giudiziaria del Corpo Forestale presso la Procura di Bari.
I controlli
Le aziende hanno sede a Fasano, Grumo Appula e Monopoli. Abbiamo constatato che mentre nella scorsa campagna olearia cโรจ stata una grossa crisi di produzione di extravergine in Italia, cโerano diverse aziende che invece risultavano avere i magazzini ben pieni di olio extravergine italianoโspiega Amedeo De Franceschi, comandante dei Naf โCosรฌ abbiamo pensato bene di fare dei controlli avendo appreso della possibilitร di utilizzare la tecnica di analisi del DNA messa a punto dal CNR, in particolare dallโIstituto di Bioscenze e Biorisorse di Perugia. Abbiamo prelevato dei campioni e abbiamo fatto fare le analisi: tutto รจ uscito fuori meno che fossimo davanti a oli da cultivar italianeโ.
La provenienza delle olive
Cosรฌ รจ venuto fuori che le migliaia di tonnellate di olio sotto esame derivavano da olive coltivate โ oltre che in Europa โ in Siria, Turchia, Marocco e Tunisia: tutto etichettato come Italiano 100%. โSi tratta di risultati ottenuti intrecciando i dati dei diversi registri informatici sulle diverse cultivarโ spiega De Franceschi โEd รจ anche possibile che gli indagati riescano a dimostrare che si tratta di olive di cultivar (specie) straniere, ma coltivate in Italiaโ.Visto lโandazzo, dubitiamo fortemente che si riesca a provare che si tratti di tipologie di olive straniere coltivate in Italia.
Le polemiche
Ufficialmente niente nomi, a differenza di quanto invece comunicรฒ โ pochi giorni fa โ la Procura di Torino che fece nomi di marchi ed etichette da supermercato che vendevano falsi oli made in Italy (leggi qui). E ovviamente, fino a conclusione dellโinchiesta, niente condanne. A differenza di quanto fanno altri, che invece non esitano (sempre su siti specifici dedicati allโolio di qualitร !) a condannare non i presunti truffatori, ma i metodi di indagine mettendo alla berlina (ma perchรฉ poi?) la prova del Dna degli oli: tanto che chi finora ha sempre parlato delle analisi sensoriali come del diavolo, da qualche giorno โ chissร perchรฉ โ ha riscoperto invece il grande pregio delle analisi sensoriali demonizzando le nuove tecniche basate sul Dna.
I conti non tornano
Insomma, i conti non tornano: non solo agli inquirenti che si sono chiesti come fosse possibile che nellโannus horribilis dellโolio (il 2014) in cui di olio in Italia non ce nโera, se ne trovasse invece a tonnellate e certificato made in Italy negli stabilimenti di diverse aziende pugliesi. I conti non tornano nemmeno su chi sia il paladino dellโolio extravergine italiano made in Italy: come credere, infatti, a chi non perde occasione per coprire i truffatori (anche se solo presunti) esponendone banner e loghi e condannando invece chi cerca di fare pulizia? Se per rispondere alla prima domanda occorrerร aspettare i risultati dellโinchiesta, per rispondere alla seconda, invece, basta farsi un giro su qualche sito dedicato allโolio in Italiaโฆ Non ce ne sono mica tanti!
a cura di Stefano Polacchi
Leggi anche La truffa dellโolio extravergine italiano. Lo scaffale รจ nudo