Extravergine. Ma chi pensa alle lattine?

12 Giu 2012, 10:26 | a cura di

Si parla tanto di tappi anti rabbocco e di contenitori ideali per l'olio extravergine di oliva, soprattutto per quello di qualità. Va bene la bottiglia scura e il tappo anti rabbocco: questa è una bottiglia "sicura". Ma un contenitore ideale per l'olio è anche l'acciaio, la latta, il metallo: permette rispar

mi di spazi e impenetrabilità alla luce, non si rompe. Ma chi pensa a un tappo ad hoc per queste lattine?

Riceviamo da Antonio Menconi, distributore di pani tradizionali e di qualità che lavora insieme ai titolari di Beppe e i suoi formaggi a Roma, una lettera in cui pone il problema... Chiediamo alle imprese che producono tappi e lattine di dare qualche risposta.

 

 

"Caro Gambero Rosso,
ho partecipato con interesse al dibattito sulle chiusure e sull'identità dell'olio los corso 6 giugno, alla Città del gusto. Però restano aperti molti interrogativi.

 

L'olio extra vergine di oliva di qualità, è prodotto da piccole/piccolissime imprese.

Siccome non fanno "massa critica" in termini di contrattualità coi fornitori di prodotti (o servizi), essendo imprese troppo piccole, sono costrette ad utilizzare prodotti standardizzati e, spesso, poco studiati. Ad esempio, nel packaging.

Chi produce contenitori di vetro, metallo o plastica, fornisce i medesimi prodotti a migliaia di aziende, creando di fatto una forte omogeneità tra frantoi che invece sono molto diversi (qui entra in gioco la capacità del frantoio di "elevarsi" in termini di comunicazione: ma purtroppo essendo i frantoi piccoli, troppo spesso non possono permettersi sofisticate "leve di comunicazione").

Inoltre, nel packaging dell'olio la ricerca e lo sviluppo sono appannaggio esclusivamente dei grandi imbottigliatori che possono permettersi grandi numeri e quindi personalizzazioni altrimenti realizzabili.

Sarebbe molto interessante, vista l'intrinseca qualità della "banda stagnata", aumentare l'adozione del metallo da parte dei piccoli frantoi.

 

I vantaggi della "lattina" a parallelepipedo sono molto evidenti:
1) Occupa meno spazio, sia in magazzino che in spedizione, che nell'utilizzo finale.

 

2) I costi di spedizione sono inferiori rispetto al vetro.

 

3) I costi complessivi di riciclaggio del contenitore sono socialmente inferiori.

 

4) La lattina è per definizione più robusta rispetto al vetro.

 

5) L'olio in lattina è più riparato dalla luce.

La lattina, però, ha ancora oggi cinque difetti di fruizione finale, quasi tutti afferenti al tappo:

 

1) Non si riesce ad avere la percezione visiva del quantitativo di olio utilizzato/rimanente.

 

2) Nell'azione di apertura del tappo attualmente utilizzato, possono esserci delle noiose (e a volte, copiose) perdite.

 

3) Nell'utilizzo diretto sul cibo, contrariamente a quanto accade coi tappi/dosatori per le bottiglie di vetro, è difficile dosare il flusso in uscita.

 

4) Al termine della fruizione, i tappi attualmente in voga, non impediscono la fuoriuscita di olio eccedente, che finisce nella naturale "vaschetta" superiore della lattina, creando sporcizia ed anche cattivo odore.

 

5) I tappi attualmente in uso, non impediscono azioni fraudolente di rabbocco.

Possibile che per un packaging così straordinario non ci sia nessuno (produttori, istituti universitari di industrial design, associazioni di produttori d'olio, associazioni di recupero e sviluppo imballaggi, ecc.) che dedichi risorse allo sviluppo di tappi come accaduto per le bottiglie di vetro?

 

Cari saluti, Antonio Menconi

 

 

12 giugno 2012

 

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