Un concentrato di potenzialitร ancora non del tutto espresse: l'agroalimentare รจ un volano per l'economia italiana che presenta ancora decisi margini di crescita, soprattutto se accetta la grande sfida dei mercati esteri. Una prova che รจ perfettamente in grado di cogliere, pur tra le mille insidie che giocare su uno scacchiere internazionale altamente competitivo comporta. L'interesse che suscitano i nostri prodotti (ma anche i tranelli di cui รจ lastricata la strada dell'export) si evidenzia nel fenomeno cosiddetto dell'italian sounding, il mercato delle contraffazioni. Che, da solo, vale circa circa 60 miliardi di euro l'anno, letteralmente rubati al nostro made in Italy. Un patrimonio che potremmo riportare nelle nostre casse se i produttori del Belpaese riuscissero a inserirsi negli scaffali di mezzo mondo con i loro prodotti autentici, senza lasciare spazio a chi, di tricolore, ha solo un'astuta scelta di packaging.
Per riuscirci, perรฒ, bisogna sgomberare il campo da improvvisazione e pressappochismo. Servono strategie di marketing, un approccio altamente specializzato e competenze specifiche che vanno dalla creazione di contatti e rapporti di fiducia con buyer e importatori alla scelta dei corrieri, dalla conoscenza delle complicate norme doganali a una comunicazione sempre piรน digitale e trans-culturale.
Il libro
Oggi un volume affronta le tematiche inerenti all'export dell'agroalimentare. Si intitola Marketing dei Prodotti Enogastronomici allโEstero. Guida completa per lโexport delle eccellenze italiane e lo firmano tre professioniste del marketing, della comunicazione e dell'export nel settore enogastronomico: Slawka G. Scarso, Luciana Squadrilli e Rita Lauretti - che hanno individuato strategie, consigli pratici, strumenti indispensabili per affrontare questa sfida. Un vademecum per aziende e per chi voglia ricoprire il ruolo di export manager nel settore wine&food.
A loro abbiamo chiesto di individuare 10 punti ineludibili per chi volesse avvicinarsi ai mercati internazionali. 10 consigli fondamentali per l'export del cibo di qualitร . Sono solo i primi step, gli altri, altrettanto indispensabili, si trovano nel volume edito dalle edizioni LSWR, che dร un quadro di insieme teorico-pratico della materia, dall'analisi delle figure chiave del settore, alla comunicazione, dai suggerimenti per individuare e avvicinare buyer e importatori agli aspetti logistici, alla partecipazione alle fiere. Il tutto corredato da esempi pratici, interviste e testimonianze di professionisti che lavorano con o allโestero: si tratti di aziende, agenzie di comunicazione o spedizionieri.
I 10 consigli per l'export agroalimentare
1. Fare unโanalisi delle risorse interne
Prima ancora di iniziare a pensare a quali sono i possibili mercati verso cui esportare i propri prodotti cโรจ un passaggio essenziale, ed รจ quello dellโanalisi interna, unโanalisi attenta delle reali possibilitร dellโazienda, in termini di risorse finanziarie, di capacitร di produzione ma anche di risorse umane. ร necessario che ci sia qualcuno che conosca le lingue straniere, e abbastanza da potersi interfacciare con possibili importatori, buyer o clienti. Troppo spesso infatti si trascura addirittura il fatto che in azienda non ci sia nessuno che conosca bene almeno lโinglese. Se le risorse mancano, bisognerร trovarle, o investire nella formazione del personale giร in opera presso lโazienda.
2. Conoscere il mercato da lontano
Il secondo aspetto essenziale รจ lโanalisi del mercato di destinazione. Anzichรฉ disperdere le proprie risorse in troppi mercati, รจ bene concentrarsi solo su alcuni. Per farlo, รจ molto importante che lโazienda conosca il mercato โ esistono fonti ufficiali, dati di mercato e schede Paese da cui trarre informazioni utili. Al tempo stesso la fonte piรน importante รจ lโanalisi diretta, sul campo.
3. Conoscere il mercato anche da vicino
Visitare il Paese, visitare i punti vendita, parlare con gli operatori locali puรฒ infatti fornire utilissime informazioni su cui improntare la propria strategia di export. Allโinizio di un percorso di internazionalizzazione, investire in viaggi per capire dove e come sono distribuiti prodotti concorrenti o similari puรฒ sicuramente aiutare a raccogliere le prime importanti informazioni da riportare in azienda al fine di individuare il partner commerciale migliore. A meno che non si siano ricevute richieste da altre aree geografiche, รจ sempre opportuno iniziare con Paesi europei, perchรฉ la loro gestione, per distanza e per regolamentazioni, risulta piรน accessibile. Individuare le persone giuste รจ prioritario, i buyer e importatori saranno i nostri compagni dโavventura ed รจ fondamentale trovare quelli piรน affini a noi e ai nostri prodotti. Prima di fare le valigie, sarebbe opportuno avvalersi di una lista di nominativi (on line si trovano abbastanza facilmente, basta un poโ di metodo) e fissare degli appuntamenti, in genere i potenziali partner commerciali sono sempre disponibili a incontrare i produttori per una prima valutazione.
4. Conoscere bene le normative del Paese dove esportare
ร fondamentale, soprattutto per le piccole e medie imprese italiane, una chiara valutazione delle proprie strategie di internazionalizzazione e una corretta selezione dei mercati, ricordando che la scelta della modalitร di entrata e del Paese estero obiettivo, rappresentano le decisioni piรน critiche. Uno degli sforzi che molte aziende oggi sottovalutano รจ comprendere il sistema di norme e certificazioni che lโentrata in un determinato Paese richiede e fare unโanalisi dei costi che queste norme e certificazioni impongono (etichettature, autorizzazioni, analisi di laboratorio). Le ragioni di tale complessitร sono dovute alle diverse regole che ogni Paese stabilisce per tipologia di prodotto nonchรฉ ai cambiamenti normativi, perchรฉ ciclicamente puรฒ avvenire che un Paese, con lโobiettivo di elevare il proprio livello protezionistico, modifichi e imponga limitazioni ai prodotti che si intendono esportare. Per questo รจ necessario monitorare costantemente il quadro legislativo del mercato di riferimento.
5. Fare rete
Un altro consiglio importante รจ quello di fare rete con le altre aziende. Si possono creare interessanti sinergie sia con aziende che producono lo stesso prodotto ma in aree diverse, ad esempio due denominazioni diverse nel settore del vino, sia con aziende che producono prodotti alimentari diversi, non in concorrenza tra loro. Unโazione comune permette di moltiplicare i contatti e opportunitร .
6. Avere unโidentitร ben definita, possibilmente legata al territorio dโorigine
La sfida, per i produttori di nicchia che vogliano esportare i propri prodotti allโestero, sta nellโavere unโidentitร chiara, ben delineata e condivisa allโinterno dellโazienda, che abbracci i valori del localismo e dellโidentitร territoriale autentica, riuscendo perรฒ a comunicarla in chiave local presso i diversi pubblici nazionali.
7. Puntare (e investire!) su un sito web ben fatto e progettato per un pubblico straniero
Il sito Internet resta il punto di riferimento principale per chi ci cerca e vuole sapere qualcosa sullโazienda e i prodotti, che si tratti di un possibile cliente, di un agente, di un buyer estero o di un giornalista. Il sito deve essere facile da navigare, chiaro, interessante nei contenuti, coerente con lโimmagine aziendale ma anche facile da trovare nel mare magnum del web. I valori devono essere costanti, coerenti con quelli alla base dellโidentitร aziendale comunicata anche in Italia, ma le rappresentazioni che ne vengono date vanno adattate al mercato a cui ci si rivolge e alle sue specifiche esigenze e abitudini. Questo vuol dire lavorare a una โtraduzioneโ attenta che non รจ solo letterale ma soprattutto di significati e messaggi.
8. Investire in un blog โprofessionaleโ
Un blog in lingua puรฒ essere un buono strumento per ampliare la parte dedicata allo storytelling del prodotto, dellโazienda e del territorio dando lโopportunitร di cogliere parte del vissuto quotidiano dellโazienda senza appesantire troppo la struttura di base del sito e i suoi contenuti. Naturalmente, questo vale se si ha spesso qualcosa da raccontare (ad esempio nel caso di unโazienda che ha diversi prodotti anche a seconda dei periodi dellโanno, o che organizza o partecipa a molti eventi) e se si ha la possibilitร di investire in risorse umane โ interne o esterne โ che vi si dedichino con costanza e professionalitร .
9. Social Media, strategie global e contenuti local
I Social Media sono ottimi strumenti per personalizzare il proprio piano di comunicazione in base ai differenti pubblici nazionali cui ci si rivolge, adattando contenuti e linguaggi alle loro specificitร culturali; inoltre, si rivelano utili anche per lโascolto, la conoscenza e il dialogo con pubblici diversi e permettono di osservare le tendenze in atto in nuovi mercati, conoscere i concorrenti e come si muovono, dialogare con gli utenti e fidelizzarli e rafforzare il brand attraverso un efficace storytelling. Anche in questo caso, perรฒ, bisogna fare attenzione al pubblico cui ci si rivolge e, nella comunicazione verso mercati diversi da quello italiano, bisognerebbe adottare la filosofia โstrategie global e contenuti localโ creando contenuti e modalitร di condivisione specifici per singoli pubblici e canali ma coerenti con i valori e lโidentitร aziendale e con la Social Media Policy stabilita. Per esempio, in alcuni Paesi le piattaforme piรน usate non sono le stesse che da noi e bisogna fare attenzione anche a come usare lingue e linguaggi sui canali Social per adeguare messaggi e rappresentazioni alle specifiche culture. La pianificazione strategica e la gestione di tali canali andrebbero affidate a un team โmulti-culturaleโ che riesca a far coesistere valori e identitร โoriginariโ con lingue, linguaggi e abitudini locali.
10. Trovare i giusti partner e collaboratori
La scelta piรน saggia รจ affidarsi a collaboratori locali per comunicare e promuovere nel modo piรน opportuno la propria azienda e i propri prodotti presso mercati e Paesi diversi dallโItalia. Per esempio, affidarsi a unโagenzia di PR locale โ o magari a un singolo professionista, spesso un italiano che ha deciso di vivere allโestero, se il budget aziendale non consente di coprire i costi ingenti delle agenzie - rappresenta unโottima soluzione per affacciarsi in un mercato nuovo e creare relazioni con influencer e consumatori locali. In alternativa, a volte sono importatori e distributori โ con uno staff dedicato e opportunamente formato - a occuparsi in maniera professionale della comunicazione e promozione di aziende e prodotti raccontandone origini, tradizioni, usi e caratteristiche, assumendo il ruolo di storyteller per il pubblico locale. Nel libro abbiamo intervistato diversi professionisti che lavorano nelle PR o nella distribuzione nei diversi continenti chiedendo di raccontarci le loro esperienze a riguardo.
Marketing dei Prodotti Enogastronomici allโEstero. Guida completa per lโexport delle eccellenze italiane | di Slawka G. Scarso, Luciana Squadrilli, Rita Lauretti | Edizione LSWR | Pagine: 208 | 19,90 euro