Fa piacere vedere nellโufficio di Piero Galliรย โ direttore generale della Divisione Gestioni Eventi dellโExpo 2015 โ la collezione completa di tutte le guide del Gambero Rosso 2014. Vuol dire che il manager genovese di nascita e ormai โnaturalizzatoโ milanese, รจ un appassionato di cibo, non gourmet forse, ma che gli assegna una forte valenza. โUn elemento culturale e sociale, imprescindibile. I migliori momenti della mia vita familiare li ho passati a tavola: in casa o al ristorante, in Italia e allโesteroโ. Bene, non ci sono dubbi che il tema dellโesposizione universale lo trovi dโaccordo (โAnche se รจ giusto sottolineare che lโho ereditato, sono entrato in squadra successivamente ma รจ bellissimoโ dice) e lo motivi particolarmente. Nel suo importante ruolo โ la sua รจ una delle principali business unit dellโExpo 2015 - Piero Galli si occupa delle attivitร relative a Sales, Marketing, Spazi Tematici, Innovazione Tecnologica, Palinsesto Eventi, Expo Points, Gestione Partner, Turismo ed Expo Digitale. Sicuramente non si annoia, dividendosi tra il mondo e lโufficio nella centralissima Via Rovello, cuore organizzativo dellโevento. Avergli rubato unโoretta nellโagenda รจ stato un successo.
Dottor Galli, al di lร che ha detto di condividerla, ritiene che la scelta del cibo โ anzi del nutrimento โ sarร vincente per lโExpo 2015?
Assolutamente si. E le spiego perchรฉ partendo da lontano. LโExpo, sin dalla nascita nel 1851, รจ stato il tentativo di rappresentare il mondo in un solo Paese, per chi non era in grado di viaggiare. ร chiaro che da quando i trasporti e internet hanno permesso di vedere o sapere tutto, non si poteva che cambiare il sistema pur mantenendo i dogmi fissati dal Bureau International des Expositions per evitare di creare delle grandi fiere campionarie: universalitร , educazione e innovazione. A questo punto si รจ deciso che senza un tema non si possono aggregare 20-25 milioni di persone in un posto. Cosรฌ โcito solo le ultime - a Saragozza 2008 fu Acqua e sviluppo sostenibile, a Shanghai 2012 fu Better city. better lifeรย mentre noi abbiamo Nutrire il pianeta, energia per la vita. Direi attualissimo visto che siamo sette miliardi di persone, per non parlare degli animali, che gravitano sul pianeta, con squilibri ancora sensibili.
Il cibo รจ il fenomeno del momento, almeno da noi. Concorda?
Si, perchรฉ mette insieme tante cose. Un peso economico, visto che muove milioni di appassionati e noi contiamo di attirarli allโExpo anche per le nostre eccellenze. Poi รจ aggregante, mi pare che sono in tantissimi che hanno ripreso a cucinare in casa, con il boom delle trasmissioni di cucina. Ancora la salute: non dimentichiamoci che nel 2013, le statistiche hanno detto che lโItalia ha la piรน alta concentrazione di bambini supernutriti in Europa e non va bene, considerando che la nostra dieta mediterranea รจ stata considerata patrimonio universale dallโUnesco. Da qui lโeducazione: se รจ vero che un genitore trasmette ai figli lingua, religione e ciรฒ che mangia, avremo modo di esaltare al massimo una delle tre peculiaritร richieste a unโExpo.
Facciamo qualche numero?
Ci aspettiamo 140-150 Paesi contro i 192 di Shanghai. Ma cโรจ una differenza non da poco: lรฌ cโerano 42 padiglioni nazionali, qui 60. In pratica, vuol dire che tanti hanno deciso di spendere da 10 a 50 e oltre milioni di euro per rappresentare il loro cibo al mondo che passerร di qui, per sei mesi. Un successo che mi spiego in tre ragioni: lโItalia attira sempre e comunque, il tema piace ed รจ attuale, alcune nazioni quando fu scelta Milano erano in fase di sviluppo e oggi sono realtร importanti. Un esempio? Il Vietnam. Quanto ai visitatori, le ultime stime sono sui 20 milioni.
Cโรจ grande attesa per i nove cluster tematici. Intanto li ricordiamo: caffรจ, cacao, riso, cereali e tuberi, frutta e legumi, zone aride, mare e isole, bio-mediterraneo.
Intanto premessa: nelle passate esposizioni, i Paesi che non volevano o non potevano avere un padiglione loro, venivano suddivisi nei cosiddetti โjoint papillonโ con uno schema geografico, di vicinanza. Noi siamo andati oltre, creando unโaggregazione di prodotto a cui legare questo o quel Paese. A volte gli abbiamo indirizzati, a volte si sono mossi loro. In questo modo, hanno piรน dignitร perchรฉ non sono relegati in una zona del recinto ma si affacciano sul decumano. E poi risulta piรน interessante la visita visto che in un solo ambito โ penso al bio-mediterraneo โ vedremo cosa propongono tutte le Nazioni di quellโarea che non hanno costruito uno spazio loro.
Cosa vedranno esattamente i visitatori in un cluster?
Prendiamo il caffรจ, prodotto che a me colpisce particolarmente visto che i Paesi dove si coltiva sono pessimi consumatori. Faremo vedere la pianta, le varietร , la selezione dei chicchi, la trasformazione e via sino a quanto si trova nella tazzina. Naturalmente, sfruttando lโinterattivitร e le altre soluzioni moderne per educare il visitatore, in modo completo e ludico. E ce ne sarร da scoprire: sempre parlando di caffรจ, in Italia โ dove tra lโaltro non siamo ai primi posti per consumo - tanti non sanno realmente da dove arriva e come si produce. Quindi cโรจ sempre da imparare.
Il vino, dopo lunga trattativa, รจ finito nel Padiglione Italia. Commenti?
Devo sottolineare che per noi lโItalia รจ un Paese come gli altri, a parte il fatto che lo spazio a sua disposizione รจ ovviamente il piรน grande, 14mila mq piรน il cardo. Lรฌ ci saranno tutte le eccellenze italiane, su scala regionale o di aree particolari, esposte a rotazione. Ovvio che siamo italiani e quindi ci auspichiamo il massimo successo. Sul vino, il Ministero dellโAgricoltura ha deciso cosรฌ e mi sembra corretto. Da un lato per un padiglione a parte ci voleva un budget consistente e dallโaltro in un cluster non ci sarebbero stati unicamente i nostri vini.
Parliamo di cibo? Non lo vedremo solamente ehโฆ
No, no. Tranquilli. Intanto per cinque giorni alla settimana, i cancelli saranno aperti sino alle 23.30. Abbiamo chiesto espressamente che in ogni Padiglione nazionale ci siano uno o piรน ristoranti interni. Questo vuol dire che pensando solo alla cucina etnica, ci potrebbero essere un centinaio di locali: penso sia un record in unโarea cosรฌ compatta. E poi ci sarร la ristorazione italiana e quella internazionale.
Quindi non si mangerร solo nel mega-ristorante di Eataly?
Non credo... E comunque vorrei sottolineare che Farinetti non รจ solo un grandissimo imprenditore, capace di creare un format esportabile, ma uno dei pochissimi ad aver sottoscritto lโimpegno con Expo in anticipo, investendo e non parlando. Oggi, tutti saltano in groppa perchรฉ hanno capito. Ma ci tengo anche a dire che cโรจ un sacco di persone coinvolte con passione nel progetto, penso per esempio a uno chef come Davide Oldani, attivissimo, e ad altri suoi colleghi.
Galli, la sensazione generale che si avverte in cittร รจ quella di unโesposizione dove grazie alla forte accelerazione finale, non si resterร delusi. Anzi. Ma allargando il discorso alle infrastrutture, non tutto sarร a posto.
Sono due piani diversi. Che alcune infrastrutture abbiano subรฌto ritardi e causato disagi mi sembra evidente, perรฒ trovo sbagliata lโattitudine tutta italiana a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Imprese del genere portano inevitabilmente problemi, in ogni parte del mondo. Io dico sempre che pensare al successo genera successo: per sei mesi saremo sotto lโocchio del mondo, รจ unโoccasione irripetibile per promuovere il nostro Paese e in particolare il comparto agroalimentare. E quindi meglio crederci visto che il nostro Paese ha un bisogno terribile di positivitร .
a cura di Maurizio Bertera