A pochi minuti a piedi da Tower Bridge e dalla brulicante vivacitร del Borough Market, da qualche mese, un angolo dโItalia solletica e sollecita la curiositร di enogastroamanti autoctoni o di passaggio, nello storico quartiere londinese di Bermondsey.
LโEmporio Fine Foods, questo il nome che Alessandro Fanzola, piacentino di nascita, ha voluto dare al suo nuovo progetto, a voler evocare lโautenticitร delle drogherie dโaltri tempi. โLโobiettivo dellโEmporioโ spiega โรจ quello di esaltare e far conoscere al pubblico inglese il meglio della gastronomia artigianale italianaโ. Alessandro, dโaltro canto, non รจ certo nuovo del settore. La sua carriera nel mondo enogastronomico inizia prestissimo con il conseguimento del diploma alberghiero a Salsomaggiore Terme, cui seguono esperienze importanti, nazionali e internazionali, nelle cucine di ristoranti prestigiosi: il San Domenico di Imola, il Royal Hotel di Sanremo e poi lโHotel de la Tour a Chatillon sur Chalaronne, nei pressi di Bourg-en-Bresse, in Francia, e ancora il Chesa Veglia Restaurant dellโhotel Badrutts Palace a Sankt Moritz. Lโincontro determinante per il suo futuro avviene comunque in Italia, dove entra in contatto con Massimo Spigaroli, patron, insieme a suo fratello Luciano, de Al Cavallino Bianco e del ristorante relais Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, giร azienda agricola e rinomato salumificio artigianale.โSia io che Massimo veniamo da una terra in cui lโallevamento del maiale รจ cultura. Lui รจ stato per me un maestro, grazie al quale ho potuto comprendere e approfondire lโimportanza e i segreti di una ineccepibile lavorazione artigianale della materia primaโ.
Nel โ98 Alessandro decide di stabilirsi in via definitiva a Londra, dove colleziona risultati importanti: lโinaugurazione del Floridita, ristorante latino-americano a Soho, lโimpiego presso lโAsia de Cuba al Saint Martins Hotel a Covent Garden e lโapertura del restaurant-bar The Collection a Chelsea. Infine, nel novembre 2012, la scelta di abbandonare definitivamente i fornelli (mantenendo lโattivitร di food consulting per ristoranti) per vestire i panni di fornitore/distributore di prodotti italiani gourmet nella capitale inglese. โDa qualche tempo ormai anche a Londra si parla di back to basis. La gente รจ tornata a credere nel valore intrinseco del prodotto e delle mani sapienti che lo lavorano. Questo anche perchรฉ, con la pressione mediatica degli ultimi anni, il grado di attenzione sul cibo รจ aumentato esponenzialmente e, di pari passo, รจ cresciuto il popolo degli appassionati gourmetโ. E quali sono state le conseguenze sulle scelte di consumo? โLo street food e i mercati sono tornati protagonisti delle piazze cittadine. Spesso, infatti, tra vicoli e banconi ambulanti si puรฒ stabilire un contatto diretto coi produttori e si puรฒ anche mangiare meglio che in molti ristorantiโ. I motivi? โCome ho detto prima, la gente รจ piรน sensibile a ciรฒ che mangia, ma la crisi degli ultimi anni lโha costretta a fare piรน attenzione ai prezzi. I ritmi di vita, poi, sono sempre piรน serrati. Cucinare in casa o cercare cibi poco lavorati, ma con un ottimo rapporto qualitร /prezzo diventa la scelta piรน appetibileโ. La ristorazione londinese come ha reagito a questi cambiamenti? โIn questo momento in cittร esiste una divaricazione tra locali dalla forte vocazione expensive, che includono i ristoranti di stampo classico, e locali fondati sulla semplificazione del cibo, dove appunto a preparazioni semplici e di qualitร si associano prezzi accessibiliโ.
Alcuni esempi? โFra i tanti mi viene in mente Vivo a Soho che fa rivivere la tradizione delle tapas spagnole mentre, guardando allโItalia, penso a Tozi a Pimlico che propone porzioni piccole, veri e propri cicchetti di cibo, o a Paesan, nella zona di Exmouth Market a Clerkenwell, che punta su cibi regionali, preparazioni rustiche, senza troppi ghirigoriโ. Insomma tutto allโinsegna del mangiar poco e mangiar meglio. โCon queste premesse, la scelta delle materie prime diviene di primaria importanza. Ed รจ su questa consapevolezza che fa leva il nostro progetto. LโEmporio Fine Foods vuole promuovere lโaltissima qualitร dei prodotti artigianali che lโItalia รจ in grado di regalarci. Si tratta di prodotti di nicchia, destinati a un pubblico di intenditori gourmet, incredibilmente in crescita e sempre piรน interessato alla nostra offerta. Dopo pochi mesi dallโapertura, infatti, abbiamo dovuto riqualificare i nostri servizi. Allโinizio, la nostra intenzione era quella di rifornire solo i ristoranti ma, dopo poco tempo, data la forte richiesta, abbiamo iniziato a vendere anche al dettaglio. Ogni sabato, poi, allestiamo davanti alla nostra sede, al 134 di Druid Street, un banchetto di degustazione dovโรจ possibile assaggiare ma anche fruire del racconto del prodottoโ. LโEmporio Fine Foods, insomma, nella sua sede adiacente al mercato di Maltby Street, non รจ un magazzino, ma neanche propriamente un punto vendita. โร un polo gastronomico dove si celebra il made in Italy di qualitร , in continua crescita, e conformato alle concrete esigenze del pubblico. Oltre alla vendita on line, abbiamo attivato un servizio di consegna a domicilio per tutta la cittร โ. Per quanto riguarda i prodotti, tanti, diversi e ineccepibili. Fra questi, Culatello di Zibello D.O.P., Parmigiano Reggiano Vacche Rosse a diverse stagionature (16, 24 e 30 mesi), Olio Evo di Cartoceto (PU), Pasta di Gragnano. E la lista รจ pronta ad allungarsi. โPeriodicamente, il mio socio Claudio si reca in Italia alla ricerca delle migliori prelibatezze da portare a Londra. Siamo appena nati e la prospettiva รจ sicuramente quella di crescere e farci conoscere. Fra pochi mesi, ad esempio, parteciperemo al BBC Good Food Show. Nel frattempo speriamo in un buon passaparolaโ.
LโEmporio Fines Foods | Gran Bretagna | Londra | 134, Druid Street | tel. +44.207.2322188 | www.lemporiofinefoods.com/
a cura di Daniela Dioguardi