Emergenza cinghiali: le cause
Vediamo come sono andate le cose. Per completezza di informazioni รจ bene sapere che questi animali sono stati immessi nel nostro Paese a partire dagli anni โ50, a scopo principalmente venatorio. Dapprima i cinghiali immessi erano importati dallโEst Europa ed erano decisamente piรน grandi rispetto a quelli autoctoni. Successivamente sono stati rilasciati in natura quelli allevati, ovvero ungulati nati in cattivitร e ibridati con i maiali. Da qui la crescita spropositata. Il loro ripopolamento รจ infatti sfuggito di mano innanzitutto perchรฉ sono animali prolificissimi (incrociandosi con i maiali aumentano la capacitร riproduttiva, siamo nell'ordine di oltre una decina di cuccioli per parto), poi perchรฉ icriteri di pianificazione faunistica sono venuti meno a causa di immissioni non programmate e abusivismo. Aggiungete il fatto che di predatori naturali, lupi soprattutto, in Italia ce ne sono ben pochi ed ecco che รจ facile capire come mai i cinghiali sono ovunque, sono tantissimi e di grande stazza. Secondo dati Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) hanno superato il milione di esemplari, diffondendosi in tutte le regioni. ร il paradosso di un animale tutelato, da una parte, e lasciato che si diffondesse a beneficio dei cacciatori, dall'altra. ร il risultato, in un certo senso, del nostro fallimento nei confronti della natura.
Il quadro legislativo
La legislazione, poi, non semplifica affatto le cose. Il cinghiale appartiene alla fauna selvatica tutelata dalle leggi nazionali: secondo la legge 157 del 1992 la fauna selvatica รจ considerata patrimonio indisponibile, per cui nessuno puรฒ disporne liberamente. In tal senso la caccia รจ consentita per tre mesi allโanno, nello specifico per il cinghiale dal primo ottobre al 31 dicembre. Poi le Regioni e le Province possono, se necessario, autorizzare l'abbattimento controllato, ma in questo caso puรฒ intervenire solo personale autorizzato. Sembra un ragionamento logico, fino a che non si fa un confronto con gli altri paesi europei. Questa la chiave di lettura suggerita da Lucio Pompili di Symposium 4 Stagioni (che interpellammo anche in occasione del divieto di proporre selvaggina da penna nei ristoranti): โโL'Italia รจ l'unico paese in cui la fauna รจ patrimonio dello stato, negli altri paesi รจ patrimonio di chi detiene la proprietร del terreno. Le cose sono dunque piรน semplici, perchรฉ chi ha un appezzamento cerca di gestire gli animali il meglio possibile, dato che a lui arrivano anche le quote di caccia, sia degli animali stanziali che di quelli che si fermano anche solo a bere. All'estero c'รจ dunque tutto l'interesse per far sรฌ che le cose non sfuggano di manoโ. In Italia invece chi ci guadagna? โFondamentalmente le regioni che vendono le licenze di caccia ad un costo di oltre 600 euroโ. Forse รจ per questo che ancora non esiste un decreto che autorizzi anche gli agricoltori a catturare i cinghiali (e a utilizzare le loro carni) oppure che preveda mattatoi mobili per garantire una macellazione controllata?
Le soluzioni proposte
Per ora ci si accontenterebbe dell'autorizzazione all'abbattimento controllato che, come detto sopra, รจ rilasciato dalle varie regioni. Infatti, lรฌ dove รจ consentito, sembra si sia limitato il danno: โNella nostra zona si pratica la caccia selettiva durante tutto l'anno e la situazione รจ abbastanza sotto controlloโ. Ci spiega Laura Lorenzini del ristorante Mocajo, a Guardistallo in provincia di Pisa. Anche se ogni tanto qualche imprevisto si verifica: โL'altro giorno un cliente ci ha raccontato che si sono mangiati tutta la sua vigna di uva bianca. Lโuva รจ piatto prediletto per questi animaliโ. Laura prende i cinghiali dalla riserva S. Ippolito, in Alta Val di Cecina nel Comune di Pomarance, vicino a Volterra. โSi tratta di cinquecento ettari di bosco in cui i cinghiali vengono allevati e vivono allo stato naturale. Certo, la carne ha perso il caratteristico odore acre che aveva piรน di vent'anni fa, perรฒ noi non ci possiamo lamentare dato che attorno abbiamo tanta macchia, la quale garantisce la selvaticitร di questi animaliโ. In alternativa, per controllare e mantenere nei giusti limiti la popolazione dei cinghiali, esistono vari metodi come la sterilizzazione, per esempio. Per quanto riguarda i danni prodotti, basterebbe predisporre recinzioni elettrificate, foraggiamento dissuasivo o campi coltivati a perdere. Lo sa bene lo chef Pompilio che questi animali li alleva e di conseguenza li conosce molto bene: โUn cinghiale che attacca o ha dei cuccioli da difendere oppure รจ un animale che ha fame. Il periodo piรน critico รจ proprio questo, da agosto a ottobre, quando i torrenti sono a secco e nei boschi cโรจ poco cibo. Non solo, il fatto che le zone montane, almeno qui da noi, si stiano spopolando perchรฉ mancano i servizi primari comporta varie conseguenze, tra cui il fatto che non vengano piรน coltivati i campi di grano, orzo, sorgo, granoturco e che i cinghiali, affamati, siano costretti ad avvicinarsi ai centri abitati e ad accontentarsi di mangiare anche immondizia o carogneโ. Ecco dunque che si dovrebbe quanto meno predisporre dei campi a perdere per far mangiare questi animali.
Allevamento sรฌ, allevamento no
Secondo molti perรฒ il sistema piรน semplice ed efficace per affrontare il sovrappopolamento รจ quello di vietare lโallevamento, il trasporto, la vendita di animali vivi. Una soluzione forse un po' troppo estrema, almeno dal punto di vista di chi alleva in maniera non intensiva, come fa per l'appunto Pompili: โAllevandoli almeno so cosa porto in tavola. So per certo cos'hanno mangiato (non di certo immondizia) e so che non sono morti dissanguati (se un cinghiale รจ stato cacciato come facciamo a sapere se รจ morto sul colpo oppure รจ stato trovato il giorno dopo?). Tutti parlano di selvaggina ma sottovalutano il fabbisogno degli animali selvatici. Prendiamo l'esempio spagnolo, dove per un maiale viene garantito un ettaro di terra, ovvero la quantitร di terreno necessaria per trovare tutta la mineralitร che gli serve. In Italia, chi tiene gli animali bradi, non dispone di queste superfici e deve integrare con altro cibo, allora tanto vale allevarli cercando, con l'ausilio della giusta alimentazione, di riportare a tavola un animale brado, selvaticoโ. I cinghiali, nell'allevamento di Symposium 4 Stagioni, vengono nutriti con il โbeveroneโ ovvero una miscela di acqua, favino, crusca e farina d'orzo creata cercando di riprodurre quel che il cinghiale puรฒ trovare in natura. Il risultato รจ una carne leggermente piรน grassa ma perlomeno certificata. โGli animali che allevo, poi, non hanno nessun tipo di stress, nemmeno quello dovuto alla morte: prima dell'abbattimento attraversano un tunnel di paglia...come fosse una passeggiata. Cosรฌ non si accorgono di nullaโ.
Il cinghiale nella ristorazione
Ricapitolando, i cinghiali sono stati reintrodotti per far piacere ai cacciatori, peccato perรฒ che ora si siano riprodotti in maniera spropositata e che siano diventati un'emergenza. C'รจ chi รจ pro abbattimento, chi รจ contro l'allevamento, chi vorrebbe allargare il permesso di caccia anche agli agricoltori danneggiati, chi invece specula e ne trae profitto grazie al mercato nero. Le campane sono tante e andrebbero ascoltate tutte. Dal canto nostro perรฒ siamo convinti di una cosa: in Italia le risorse e le competenze, dai macelli comunali e privati all'alta ristorazione, alle aziende alimentari di insaccati, ci sono. Allora perchรฉ non sfruttarle maggiormente? Concludiamo con toni piรน rilassati perchรฉ d'altra parte รจ agosto, periodo di vacanze per eccellenza.
Un piatto da consigliare ai lettori?
Lucio Pompili: โQui al Symposium 4 Stagioni macelliamo animali di sei mesi, di circa 40 chili, e con questi prepariamo un rotolo con pancetta, finocchietto e aglio. Questo viene prima cotto a bassa temperatura, per insaporire e intenerire ulteriormente la carne, poi infilato in uno spiedo, posizionato in piedi, e rimesso nel forno. Del cinghiale, cosรฌ come del maiale, non si butta via nulla: i fegatini generalmente li metto, insieme all'alloro, ad invecchiare nello strutto. Sono straordinariโ.
Laura Lorenzini: โLe nostre pappardelle al ragรน di cinghiale. ร uno dei piatti forti del locale, presente in carta da ormai 53 anni. Lo facciamo utilizzando anche fegato e interiora degli animali piรน grossi e preferibilmente femmine, in quanto hanno una carne piรน saporita e piรน morbida. Al Mocajo lo proponiamo anche fritto, in questo caso si tratta di cinghialetti piรน piccoli, con una panatura di farina di mais, pan grattato, bacche di ginepro e limone, oppure servito a mo di carpaccio con vinagrette di frutti di bosco. Ovviamente viene precedentemente cotto in forno a 200ยฐ e tagliato in fette molto sottili. E ancora, prepariamo il cinghiale in dolceforte, ricetta rinascimentale toscana, preparata con cioccolato, canditi, uvetta e pinoli. Insomma questo animale รจ molto versatileโ.
a cura di Annalisa Zordan
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Mocajo | Guardistallo (PI) | s.s 68, Localitร Casino di Terra | tel.0586 655018 | www.ristorantemocajo.it