il dolce italiano più conosciuto (e amato) al mondo.
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Non lo pensiamo solo noi, evidentemente, visto che è proprio questo dolce familiare, suadente e cremoso l'oggetto della sesta edizione dell'IDIC, International Day of Italian Cusines: la giornata internazionale delle cucine italiane. Attenzione: cucine - al plurale - e non cucina. Perché non esiste una sola cucina italiana, questo l'incontrovertibile assunto del Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, organizzatore dell'evento, ma tante cucine.
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La nostra gastronomia parla tante lingue e tanti dialetti diversi ed esplora senza sosta nuovi paesaggi gastronomici: proprio per questo è indispensabile salvaguardarne l'autenticità.
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Lo abbiamo riscontrato anche noi, nel realizzare la prima edizione di “Ristoranti italiani nel mondo”, la guida per smartphone e tablet che dà una mappatura del made in Italy nella ristorazione nei cinque continenti. Per tirare le fila abbiamo dribblato false ricette, vecchie tradizioni ormai consunte salvaguardandone altre, abbracciato ricerche e contaminazioni cercando in tutto questo un senso completamente nostrano ai ristoranti inseriti.
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Le cucine italiane, appunto. Di questa vivacità è un fondamentale testimone il Gruppo Virtuale Cuochi Italiani (GVCI), associazione che riunisce i nostri cuochi ai quattro angoli del mondo, mettendoli in rete. Virtuali e concreti allo stesso tempo organizzano una giornata per celebrare il gusto italiano scegliendo ogni volta un piatto-simbolo. Così, dopo carbonara, risotto alla milanese, tagliatelle al ragù alla bolognese, pesto alla genovese e ossobuco, è la volta del tiramisù. Finalmente un dolce, il dolce! “Lo abbiamo scelto” dice Rosario Scarpato, presidente del GVCI “proprio perché, pur essendo un piatto recente, è uno dei più contraffatti all'estero. A furia di variazioni si rischia di perdere la ricetta originale”.
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Ma le tradizioni non si possono modificare nel tempo? “Naturalmente, ma non in questa giornata: da sei anni in questa manifestazione vogliamo celebrare i piatti nelle loro versioni più autentiche, per un motivo molto semplice: all'estero spesso si chiamano con i nomi dei nostri piatti cose che non hanno più nulla a che vedere con gli originali, se non tuteliamo il nostro patrimonio non saremo più riconoscibili, a quel punto perché le persone dovrebbero scegliere la nostra cucina?”. Quindi per un giorno, in tutto il mondo, c'è questa sorta di “elogio della tradizione”.
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Appuntamento dunque al 17 gennaio - Sant'Antonio Abate, protettore degli animali domestici come dei macellai e dei salumieri - giornata in cui il GVCI invita appassionati, chef aderenti all'associazione e non solo, a preparare il vero tiramisù secondo la ricetta originale. Basta iscriversi all'iniziativa e mettersi alla prova, magari inviando una testimonianza fotografica della propria creazione: alcune foto verranno poi condivise on line, in una grande festa mondiale dedicata al tiramisù.
Per chi, invece, si esprime meglio nell'assaggio che nella preparazione, ecco la lista completa dei ristoranti che partecipano all'iniziativa, in una grande “ola” che dalla Nuova Zelanda passerà di paese in paese.
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L'inaugurazione ufficiale è a New York, presso l'International Culinary Center, che ha anche una sezione dedicata alla cucina italiana. Quest'anno l'IDIC ha un occhio di riguardo per le scuole professionali, proprio perché sono queste che possono formare molti giovani che, soprattutto all'estero, a volte non conoscono le ricette originali della nostra cucina.
Sul sito della scuola si possono vedere gli eventi principali della manifestazione con collegamenti da ogni parte del mondo, un modo per seguire le tracce, ovviamente dolci, dell'Italia a tavola.
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Antonella De Santis
15/01/2013