Drink Kong. Nuovo cocktail bar a Roma con la firma di Patrick Pistolesi

9 Lug 2018, 15:37 | a cura di
Apre a Roma un cocktail bar di 300 metri quadri, con 4 sale collegate da stretti passaggi tropicali , musica dal vivo, arredi e atmosfere differenti; che scommettiamo diventerà una fucina di giovani talenti musicali e della mixology. Con una garanzia in fatto di drink: Patrick Pistolesi.

 

Per metà irlandese e per metà italiano, fin da bambino ha frequentato i peggiori pub di Cork. Merito dei cugini più grandi se Patrick Pistolesi è oggi a tutti gli effetti il Drink Kong. Complice la stazza, ovviamente, ma soprattutto la sua maestria nel preparare qualsiasi drink. Un'arte affinata in diciannove anni passati dietro ai banconi più disparati, dalle discoteche al primo gin bar italiano, The Gin Corner, alla sua ultima esperienza da “dipendente” al Caffè Propaganda (premiato con le Tre Cocotte nella guida Roma del Gambero Rosso). Ora, però, è il momento di giocare in prima linea, con un locale suo, a due passi da Piazza Vittorio. Deve ancora aprire, ma noi ci siamo andati in anteprima: ecco cosa vi aspetta tra qualche settimana.

Drink Kong e le diverse sale

Si entra da due grandi porte e “Sbam!” ad accogliere la platea uno scenografico boccascena fatto tutto su misura, un grande specchio, mensole e sgabelli, poi, il palcoscenico: un bancone studiato nei minimi dettagli con tre postazioni e una bottigliera enorme. “Deve essere tutto un entrare e uscire, un super bar dinamico grazie alle due grandi porte sempre aperte. La gente qui deve conoscersi e si deve muovere”. Un po' come avviene nei pub irlandesi, dove gli anziani parlano con i giovani e viceversa, senza ghettizzazioni.Tanto c'è la sala lounge, a sinistra del bancone, ad accogliere chi, invece, vuole sedersi in compagnia. “I divani booth all'americana sono comodi anche per i gruppi che vogliono mangiare e bere. Ovviamente qui ci sarà un servizio di un certo tipo”. A destra del palcoscenico, attraverso uno specchio magico, si passa invece alla kong room con carta da parati jungle fino al soffitto e una rete, a ricordare una gabbia. È un luogo scenografico, di passaggio, dal quale si accede alla sala musica, con un bancone collegato a quello principale. “Qui si servono solo long drink e birra per essere in linea con la situazione rock”. Rock che chiama palco, con pianoforte a muro e batteria fissi, dedicato al jazz e al soul il mercoledì e ai nuovi talenti rock il giovedì,“in una situazione jam animata dal bar dove i giovani bartender gavettano”.

Il viaggio kong continua: oltre il bancone della sala musica ci si imbatte in due porte di carta di riso, è l'entrata al Giappone, altra passione di Patrick, e l'atmosfera cambia totalmente. L'estetica è minimal e rigorosa, l'atmosfera si fa più seria (ma mai seriosa), “è la nostra japan room con boiserie di ciliegio giapponese, sportellini contenenti bottiglie di whiskey, sake e altri prodotti super premium del Sol Levante, un tavolo sociale, dieci sedute e barman dedicato”. Sono due le opzioni, la prima, se si è tra amici, è prenotare la stanza per avvicinarsi al mondo della miscelazione attraverso un menù di soli sapori, “sour, sweet, bitter... per capire che cosa significa bere un drink dolce piuttosto che sour. Il barman non ti dice come è fatto, ma cerca di farti riconoscere i diversi sapori così le prossime volte sai che cosa ordinare”. Altrimenti ci si organizzano delle degustazioni vere e proprie, “vuoi fare un giro della Scozia? Ti faccio assaggiare diversi tipi di scotch . Sei un brand? Pianifico una degustazione dedicata a dieci top bartender o a dieci giornalisti ”. Dallajapan room andiamo nell'Arcade, uno spazio in stile anni '80 che ospita due arcade originali con i migliori videogame dell’epoca: la sensazione è di essere dentro Blade Runner, ma senza l'aspetto inquietante. Sono degni di nota anche i bagni, “The end of the story”, recita l'installazione neon che accompagna gli ospiti nell’ultima parte di Drink Kong. Termina così il nostro viaggio virtuale, ma cosa si beve?

La carta dei drink e il food

Il nostro obiettivo principale è spingere il cliente a seguire il proprio istinto. Come? Dapprima attraverso gli occhi”. Il menu è suddiviso in colori, ad assecondare totalmente l'istinto: “Se tu scegli il verde acqua, sicuramente sei propenso per qualcosa di leggero, di contro se scegli il rosso, vuoi qualcosa di strong”. Altra particolarità del menù è l'assenza di ingredienti:“Siamo obbligati a indicare il distillato, ma poi ci limitiamo a descrivere il sapore e l'aroma del drink”. E qui entra in gioco il secondo protagonista, il naso, “che è la macchina del tempo più incredibile che ci sia. Cercheremo di allenare le persone a riconoscere gli odori e gli aromi, sempre senza metterci in cattedra: vuole essere un percorso da intraprendere insieme ai clienti”. Sul fronte food, lo stile sarà quello del tapas bar con bao, dumpling, tacos studiati appositamente dallo chef e docente Marco Morello, nome noto nella Capitale anche per il suo box al Mercato del Testaccio.

Logo di Drink Kong, nuovo cocktail bar di Roma

Drink kong, think kong, be kong

I drink e la proposta food saranno buoni, le premesse ci sono tutte, ma il discorso è un altro: qui saranno l'atmosfera, la musica, le dinamiche che si creeranno a fare la differenza. A questo si aggiunge l'aspetto sostenibile. “Drink Kong è un mindful bar, attento agli sprechi, all’uso limitato della carta e delle cannucce. Non per moda o per altro: è semplicemente il risultato di un percorso, che nel mio caso dura da ormai diciannove anni, contro gli sprechi in generale”. Stessa filosofia nel laboratorio sotto il locale, grande come il locale, dove stanno approfondendo lo studio degli scarti organici in fermentati e distillati, sperimentando anche nuovi sapori. “Nulla di nuovo, ma ci appartiene. Il nostro motto è: drink kong, think kong, be kong, proprio per riuscire a tirar fuori il massimo del massimo dello stare bene”. Bere bene, stare bene: “Se entra un cliente e vuole lo spritz, gli faccio lo spritz. Non c'è nessun problema e io non ho nessun diritto di giudicarlo per questo, magari è un plurilaureato che vuole semplicemente un qualsiasi drink. Mi spiace vedere il timore che alcuni clienti hanno nei nostri confronti e lo noto troppo spesso. Il cliente, invece, deve sentirsi a suo agio, non deve esordire dicendo 'scusa non ci capisco nulla', deve poter chiedere quello che gli pare, se poi dopo un po' di volte chiede qualcosa di più complesso, ben venga. Questo è essere kong”. Una filosofia di vita e di ospitalità che potrebbe coinvolgere, perché no, altre realtà: “Stiamo facendo la lista dei posti che potrebbero ospitare i nostri ospiti internazionali, si chiama sleep kong”. Un marchio forte, d'impatto, internazionale, che potrebbe incuriosire quelli della World's 50 Best dei bar.

 

Dietro al bancone il suo braccio destro Livio Morena (che da Drink Kong sarà il capo barman), Riccardo PalleschiDavide Diaferia e ovviamente il Drink Kong in persona. Ma questo grandioso progetto non è solo opera di Patrick. Il merito è anche di Claudia Gianvenuti (per gli amanti del genere basta nominare L-Ektrica e Spring Attitude Festival) che si occuperà della programmazione del weekend, Massimo Palmieri (owner dell'agenzia di comunicazione Bespoke) e Richard Ercolani (Fondatore di Superegg e Superhumans, due importanti agenzie di comunicazione italiane) che si occuperanno della comunicazione. Quando aprirà? Entro l'estate, dalle 18 alle 2, tranne il lunedì. Ma in futuro stanno già pensando di aprire di giorno per creare una situazione un po' newyorkese con juicebar, sedute comode e nessun limite di tempo, “qui possono entrare tutti, gialli, verdi, rossi, e possono stare tutto il tempo che vogliono”. E ritorna ancora una volta la sua Irlanda, quella dei pub. Pub da “public”...

 

Drink Kong – Roma - via Giovanni Lanza, angolo Piazza di San Martino ai Monti

 

a cura di Annalisa Zordan

video di Martina Molle

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