Chiamatelo hamburger in provetta se volete. O carne non animale, o come preferite. Quello dell'hamburger creato in laboratorio è un esperimento destinato a far discutere, che apre diversi tavoli di riflessione. Riassumiamo in breve: un team di studiosi dell’Università di Maastricht, capeggiato da Mark Post, ha lavorato per mesi per dare vita al primo hamburger creato in laboratorio. Riassumiamo in breve: un team di studiosi dell’Università di Maastricht, capeggiato da Mark Post, ha lavorato per mesi su questo bizzarro progetto e finalmente sembra aver raggiunto i risultati sperati: il primo hamburger in provetta viene, infatti, cucinato e mangiato lunedì 5 agosto a Londra.
Il disco di carne in questione è formato da sottili strisce di tessuto muscolare ottenute a partire da cellule staminali (le cellule miosatelliti), normalmente utilizzate dal nostro organismo per riparare danni muscolari, prelevate dai muscoli del collo dei bovini. Dopo una procedura di coltivazione all’interno di un liquido, le cellule vengono trasferite su uno strato sottilissimo di gel e successivamente private di molti nutrienti di cui hanno bisogno per crescere. In questo modo viene promosso il loro differenziamento in cellule muscolari e, con il passare del tempo, si organizzano prima in fibre muscolari primitive (miotubi) e successivamente in elementi ricchi di proteine ed in grado di contrarsi. Il risultato finale? Una sottile striscia di carne, così piccola che per comporre un singolo hamburger ne servono circa 20.000.
“Tra circa 10 anni” afferma Mark Post “si potrebbe arrivare alla produzione in massa di bistecche e hamburger di questo tipo, risolvendo così il problema della crescente richiesta mondiale di carne, destinata a raddoppiare tra solo mezzo secolo”.”.
Non è della stessa opinione Giuseppe Politi, presidente della Confederazione Italiani Agricoltori, il quale esprime tranquillamente il proprio dissenso: “i cibi da laboratorio sono pericolosi, ma soprattutto inutili; il patrimonio di biodiversità animale e vegetale cha abbiamo in natura è così vasto e completo che va soltanto preservato e selezionato. I consumatori consultati sull’argomento” continua Politi “hanno inequivocabilmente bocciato i prodotti Ogm e la stessa clonazione per fini alimentari, con percentuali vicine all’80%”.
La notizia dell’insolito esperimento, che sta facendo il giro del mondo, ha chiamato in causa anche la Coldiretti; sulla base dell’ultima indagine Eurobarometro, la Confederazione nazionale ha infatti riportato l’evidente preoccupazione degli italiani di fronte al percorso intrapreso dagli studiosi olandesi: “tre persone su quattro non mangerebbero assolutamente l’hamburger prodotto dalle cellule staminali. Alle forti perplessità di natura etica” continua la Coldiretti “si aggiungono anche quelle di carattere economico, visto e considerato che fino a ora l’esperimento è costato circa 250.000 sterline”.
Il progetto portato avanti da Mark Post potrebbe tranquillamente mettere d’accordo vegetariani, ambientalisti e amanti della carne, considerando che per produrre il tanto atteso hamburger non è necessario uccidere alcun animale; ma siamo sicuri che questo basti a mitigare gli animi?
a cura di Giuseppe Buonocore