re piatti di altissima cucina. Nel mezzo c'è tutto quello che c'è nel mezzo ad ogni social game che si rispetti, perché Chef Ville, di questo stiamo parlando, è un social game per eccellenza essendo uscito dalla fucina di Zynga, società simbolo del secondo internet boom che stiamo vivendo e già inventrice di successoni come Farm Ville.
In Farm Ville era richiesto al giocatore -interagendo con i propri amici di Facebook, con gli altri giocatori e mettendoci dentro un bel po' di soldi, volendo - di gestire una azienda agricola, qui, con lo stesso principio, l'obiettivo è gestire e sviluppare un ristorante. Con le solite stranezze dei giochi online naturalmente (perché cucinare un semplice salmone alla griglia col limone richiede 12 ore di tempo? Semplice, perché per cucinare veloce bisogna pagare. E non necessariamente con soldi finti) e con gli ordinari rischi di dipendenza da accanimento.
ChefVille è un simulatore che offre al giocatore la possibilità di decidere tutto: l'orto, i fornitori, la linea di cucina, la quantità dei tavoli, il servizio, la gestione della sala, gli acquisti, le ricette (che poi ovviamente possono essere condivise), il design e il layout della cucina giù giù fino a tutti gli accessori possibili e immaginabili. Dalla tipologia dei fiori allo stile delle ringhiere, dal materiale dei tavolini all'animazione in sala.
Zynga dice che ChefVille è il social game che va oltre i social network. Nelle intenzioni della società, infatti, le ricette dovrebbero superare la barriera dello schermo del computer e arrivare nelle cucine dei giocatori. I più bravi, infatti, riceveranno vere ricette da provare a casa.
Sarà, come auspica Zynga, l'evento gastronomico dell'anno? Sarà utilizzato dagli chef (quelli veri) o soltanto da appassionati e amatori? Contribuirà, chissà, a far comprendere ai profani come funziona davvero un ristorante? Per rispondere non resta che provarlo, è sufficiente un click sul vostro Facebook.
Massimiliano Tonelli
03/09/2012