Giovanni Grasso e Igor Macchia aggiungono un nuovo tassello al loro progetto di gastronomia. Così dopo la premiata Credenza di San Maurizio Canavese da dove tutto è cominciato e dopo il risto & bistrot all’interno di Fiorfood Coop in Galleria San Federico a Torino, una “cucina stellata alla portata di tutti”, la terza via al piacere del gusto (e non solo) si chiama Casa Format.
Cucina & ospitalità responsabile
L’idea, innovativa e, a giudicare da questi primi giorni (il ristorante ha appena aperto, le stanze dal 1° luglio), vincente è “cucina e ospitalità responsabile”. Ingredienti? Una campagna tranquilla alle porte di Torino, a pochi minuti dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi, residenza sabauda Patrimonio dell’Unesco; un’azienda di mobili di design votata all’architettura sostenibile (e con una propensione naturale alla buona tavola); una coppia di collaudata esperienza in fatto di cucina d’eccellenza come Grasso&Macchia che hanno dato la linea; e una nuova coppia operativa di giovani talentuosi: lo chef Stefano Malvardi e il maître Alessandro Gioda, entrambi ex del ristorante torinese Q.B. - Quanto Basta; più un manipolo di altri giovani motivati, al lavoro nella cucina a vista.
Il risultato lo si scopre appena si arriva in questa casa un po' speciale, un edificio di lineare semplicità; qualcosa a metà, come look, fra un museo contemporaneo e la villa di un archistar. Interamente in legno, messa su come un lego, totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico, ultraluminosa e minimal, nei colori e negli arredi.
Tre piani: stanze, spazio eventi e ristorante
Al piano superiore 5 stanze che si chiamano Trendy, Young, Metropolitan, Elegant, Glamour, tutte diverse per decorazioni e arredi, ognuna con uno stile e un’atmosfera particolari, tutte deliziosamente confortevoli (i prezzi vanno da 100 a 150 euro). Come avere una camera-base a completa disposizione con l’essenziale per preparare la colazione: Grasso&Macchia ribadiscono che non si tratta di un albergo, ma di un posto-comfort per chi si sposta, per esempio, per lavoro; in zona ci sono molte aziende, c’è il Centro ospedaliero e di ricerca di Candiolo.
Al piano meno 1 lo spazio eventi, che può ospitare fino a 120 persone sedute. E al pianterreno il ristorante. Bello, ampio, luminoso; colori e materiali che si ispirano agli elementi naturali: terra, aria, acqua. Arredi e complementi d’arredo ideati e realizzati da artigiani di eccellenza, con un’attenzione speciale all’ambiente e alla filosofia di Casa Format. Un esempio? Luci perfette per vedere quel che mangi (ma senza rimanere abbagliati, of course).
Cucina artigianale
La cucina è di studiata semplicità e di perfezione artigianale. L’idea di fondo è riportare la cucina alla sua dimensione di mestiere artigianale, con buona pace degli eccessi di genialità creativa. Così mentre si aspettano le ordinazioni, si assaggia la giardiniera fatta in casa e portata in tavola nella burniadi vetro, come le conserve di famiglia d’una volta, oppure il prosciutto crudo tagliato al coltello o la mozzarella di bufala. Poi si sceglie, fra una carta che annovera l’uovo cotto a bassa temperatura con asparagi e fonduta di Roccaverano, il risotto alle zucchine, con toma alle viole, tuorlo d’uovo, menta e basilico, i secondi, tutti alla griglia (per una cottura più semplice e sana), per esempio il galletto marinato alla birra, anice stellato e caffè, per un finale trionfale con “il” dessert della casa: gelato allo zabaione, mantecato al momento e servito con sfoglie, frutta cotta di stagione, salsa al cioccolato: mitico.
L’orto e la filosofia green
La novità più grande, però, è l’orto: 2000 mq riservati alle verdure per una cucina al ritmo delle stagioni: Igor Macchia ne ha fatto la “sua” creatura e progetta una autosussistenza anche più ampia in futuro per la frutta e (perché no?) le carni con un pollaio. Ha contagiato tutti, a cominciare da Alessandro, nato e cresciuto in campagna (anche lo chef Stefano è cresciuto nelle campagne piemontesi, ma poi ha fatto svariate esperienze in giro per il mondo, compresa quella a Montecarlo, da Ducasse). Un distaccamento dell’orto grande è la serpentina di piante aromatiche che scende fino al livello dello spazio eventi, decorativa ma anche produttiva. Il risultato? Verdure tante, pur non essendo un ristorante vegetariano o vegano (però c’è un menù dell’orto, a 38€), piuttosto un ristorante green in senso etico. Quanto si spende? Anche qui vale l'idea dell'equilibrio e della sostenibilità: questa volta dal punto di vista dei costi che per tre piatti si aggirano intorno ai 30/35 euro, con un occhio di riguardo ai clienti anche per l'offerta enoica, con una carta che ospita tante etichette piemontesi, ma non solo e una ventina di proposte al bicchiere a prezzi incoraggianti.
Casa Format | Orbassano (TO) | Fraz. Tetti Valfré | Via Tetti Valfré | tel. 011 9035436 | www.casaformat.it
a cura di Rosalba Graglia