espressione di una delle zone più belle del paesaggio della preMaremma laziale.
Tra le realtà nuove, sono da citare indubbiamente i soci della Cooperativa Olivicola di Canino guidata da Luciano Stocchi e Cerrosughero di Laura De Parri.
Qui però vogliamo raccontare di un altro nuovissimo produttore di olio di oliva, un personaggio che per la zona è un vero e proprio outsider e che non è il solito imprenditore straboccante soldi da investire in un prodotto che gli dia status symbol.
Lui si chiama Giovanni Battista Nusca, nato 60 anni fa in Abruzzo nella zona di Ovindoli e per una vita rappresentante di scarpe. Per una vita, però, anche alla ricerca di un posto dove poter passare la seconda giovinezza dedicandosi alla vera passione che lo anima, l'agricoltura. Gira che ti rigira, approda a Canino, in un'area ad alto tasso archeologico sulla direzione di Montalto, a 5 chilometri dal mare. Qui, in località Monterozzi, acquista 5 ettari di terra. Di terra vera e propria: pietre e terra. E basta. La sua fortuna!
Lì infatti, era lo stazzo della tenuta dei Torlonia: terreno mai toccato da attrezzo umano, pieno di letame e quindi di concime, mai lambito da agenti chimici. Un paradiso, per Giovanni. Una follia per i caninesi, che quel pezzo di terra non avevano mai preso in considerazione per nulla. Così Giovanni Battista, insieme al figlio ventenne, inizia la sua avventura nel mondo dell'olivicoltura e dell'olio. E 5 anni fa mette a dimora 1.500 piante di olivo: le sa una per una… La metà circa sono di Canino. Le altre di Frantoio, Leccino e Pendolino… Poi 25 piante di Coratina, 25 di Tonda Iblea, 25 di Nocellara, 25 di Moraiolo. E ancora, 10 di Peranzana e 10 di Giarraffa: la prima a maturare, precocissima.
Quest'anno arriva il primo olio vero: 150 litri che diventeranno 500 il prossimo anno e 1.000 tra due, fino al raggiungimento di una produzione che si aggirerà intorno ai 30 quintali, circa il 12% della quantità di olive raccolte. Lui, Giovanni, è un pasdaran della qualità. Ne fa una ragione di vita. E per questo è in stretto contatto con Laura di Cerrosughero, presso il cui frantoio va anche a molire.
"Quest'anno abbiamo raccolto tutto manualmente in tre passaggi: il 20, il 25 e il 30 ottobre. E abbiamo fatto tre diverse gramolature, tutte a una temperatura di 27°: la prima per 45 minuti, la seconda per 30 e l'ultima per 45 minuti", racconta lui. Ci teneva a farci provare il suo primo prodotto vero, così è venuto a trovarci alla Città del gusto di Roma con i camioncini dei suoi tre oli. Ci siamo seduti sulla terrazza del Wine bar e abbiamo provato i suoi tre extravergine. Tutti ottimi, molto molto interessanti e puliti, eleganti. Così abbiamo deciso di raccontarveli. Come un esempio di come possa diventare di nuovo grande l'oro giallo di Canino. Sarebbe ora, e sappiamo che anche nella più grande realtà del paese, l'Oleificio Sociale di Canino, la qualità sta prendendo piede con prodotti sempre più interessanti…
Ora però, vi presentiamo in anteprima assoluta l'olio di Giovanni Battista Nusca, neofita dell'extravergine di Canino...
1) Non filtrato - Olio extravergine di oliva Nusca
blend di Canino (prevalente), eccino, frantoio, coratina e giarraffa
Al naso si impongono subito note di mandorla, cicoria e leggerissimo pomodoro. Il fruttato è medio. Più l'olio si scalda (siamo all'aperto in terrazza) più escono note balsamiche e di erbe aromatiche come rosmarino e salvia. Nel complesso, l'aroma è fresco e maturo insieme, con un bel sentore anche di oliva. In bocca tornano quelle sensazioni, ma piu sottili e dirette, con un bel retronasale di cicoria ed erbe di campo - anche se l'amaro è molto tenue - e si chiude con un bel piccante che dura a lungo senza pero strafare. E' un olio molto equilibrato che parla la lingua della tipicità territoriale e che lascia la bocca molto pulita e fresca, con note quasi balsamiche.
2) Olio extravergine di oliva Nusca
frantoio, leccino, canino, pendolino e nocellara
Al naso esce molto forte la nocellara con i toni del pomodoro verde. Si percepiscono insieme anche le note di mandorla e di erbe aromatiche e un bel sentore di pasta di oliva pulita. E' molto più diretto e forte del primo blend, la presenza del Canino è molto più bassa e anche la tipicità dell'olio è meno marcata. In bocca tornano la freschezza e il pomodoro verde; si chiude con un palato ben pulito e con la freschezza e un amaro piacevole, molto equilibrato.
3) Olio extravergine di oliva Nusca
frantoio, leccino, pendolino, moraiolo
Siamo di fronte a un outsider vero. Qui il territorio c'entra più poco, meno che mai la tipicità: il Canino non c'è più. Domina il Frantoio con la sua forza. Al naso l'approccio è molto elegante e netto con note intense di verdura, cicoria, verde e balsamico. In bocca l'olio risponde perfettamente con le note fresche di cicoria amara e aromatica al tempo stesso. Chiude con una sensazione di pulizia ed eleganza e un piccante leggero. Molto elegante.
Considerazioni finali: alla luce delle recenti puntate del Gambero Rosso in Asia, dove i consumatori locali dimostrano un altissimo interesse di conoscere i sapori italiani e una grande voglia di riuscire a capirli, sembra che ci siano - per quanto riguarda l'olio extravergine di oliva - la possibilità di proporre in quei mercati dei prodotti quasi fatti apposta. L'extravergine di Canino potrebbe essere uno di questi prodotti. Magari insieme alla Sabina (e sono già due del Lazio), al Garda e ad alcune zone della Puglia e della Campania.
Quindi, tornando ai tre oli nuovi degustati, la strada di Nusca potrebbe essere proprio quella di lavorare sulla tipicità,magari innervando la coltivar Canino con un pizzico di carattere e di freschezza. In questo senso, il lavoro di Giovanni Battista sembra davvero esemplare, visti gli impianti intelligenti e oculati che ha già cominciato a fare. Complimenti e in bocca al lupo… Ne ha bisogno e se lo merita.
Giovanni Battista Nusca | Canino | loc. Montarozzi | mail: [email protected]
Stefano Polacchi
21/11/2011