Stenterete a crederci, ma pare proprio vero: il caffè, a lungo tra i principali imputati dei problemi cardiocircolatori, è stato finalmente assolto. A sostenerlo la rivista Heart. Le prove di questa innocenza? Sono da cercare nei risultati di una ricerca effettuata su più di 25mila persone al Kangbuk Samsung Hospital di Seul, in Corea del Sud.
La ricerca e i risultati
Le persone che si sono offerte come campioni per la ricerca, ben 25.138, avevano un'età media di 41 anni e nessun segno di problemi di cuore. Lo studio ha analizzato il livello di calcio coronarico, uno dei maggiori fattori di rischio di infarto, dopo l'assunzione di diverse quantità di caffè da parte dei campioni. Il gruppo che ha bevuto meno di una tazza di caffè al giorno è risultato avere un livello di calcio coronarico pari a 0.77, mentre il gruppo che ha bevuto da una a tre tazze di caffè al giorno ha riportato lo 0.66. Ma il livello di calcio coronarico più basso, pari a 0.59, è stato riscontrato nel gruppo di persone che hanno bevuto dalle tre alle cinque tazze di caffè al giorno.
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Dati ancora incerti
Ma la conclusione non deve essere affrettata. Uno dei ricercatori, il Dottor Eliseo Guallar della scuola di salute pubblica statunitense Johns Hopkins Bloomberg, dichiara: “gli antiossidanti nel caffè potrebbero ridurre il rischio della malattia. Stiamo facendo delle ricerche aggiuntive ma il tipo che facciamo noi non è meccanicistico. Stiamo collaborando con altri ricercatori su questo problema”. Ma allora da cosa deriva questa associazione del caffè con problemi legati al cuore? Secondo il dottor Rob van Dam del dipartimento di nutrizione della scuola di salute pubblica di Harvard “bere caffè spesso va di pari passo con il fumo e con uno stile di vita che non è molto salutare. Quindi, nei primi studi circa gli effetti del caffè sulla salute, è stato difficile separare gli effetti del caffè da quelli delle sigarette o altre scelte riguardo lo stile di vita”.
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Caffè e sport
Curiosità interessante per gli sportivi: l'atleta Mo Farah dichiara di bere sempre del caffè venti minuti prima di una gara. La nutrizionista Emma Barraclough spiega però che la caffeina agisce immediatamente sul cervello, parte determinante nella percezione del dolore e dell'affaticamento; potrebbe darsi, dunque, che il caffè non abbia dei veri e propri effetti benefici sull'attività sportiva, ma solo sulla nostra percezione della stanchezza.
Gli studi, comunque, devono essere ancora approfonditi. Ma la recente letteratura medica tende sempre più a scagionare il caffè dall'incidenza di patologie cardiovascolari. Troppo presto e troppo poco però per parlare di caffè come terapia preventiva a difesa delle coronarie. “Il messaggio è più cauto” conclude il Dottor Eliseo Guallar “non siamo pronti a consigliare alle persone di bere caffè, ma se lo fate in una certa misura, non preoccupatevi”.
a cura di Michela Becchi