Papillon per la gola: 10 modelli di bow ties da collezione interpretano 10 piatti iconici di altrettanti chef, per raccontare i momenti chiave della gastronomia dagli anni '90 a oggi. Li firma Tanio Liotta, designer e appassionato di food.
Perché il papillon?
Perché è un oggetto che se pur semplice da assemblare è sinonimo di eleganza. Fin dall'inizio sono rimasto affascinato dalla gestualità necessaria per creare questo piccolo accessorio caratterizzato da pochi pezzi di stoffa, cosa che tra l'altro mi ricorda moltissimo la spensieratezza infantile di quando giocavo nella sartoria del nonno. Così ho cominciato, quasi fosse un gioco, a creare differenti papillons.
Perché legarlo al mondo della gastronomia?
Per me la gastronomia è, oggi, la principale forma d'arte. È stato inevitabile legare i papillons a questo mondo, prima ricreando gli utensili da cucina poi proponendo i dieci piatti della collezione Bow Ties for Dinner.
Come ti sei avvicinato al mondo del food?
La gastronomia è sempre stata una mia grande passione; poi ho frequentato il Master in Food & Wine Communication a Milano. Oggi, grazie a questi bow ties, riesco finalmente a esprimere la mia idea di food, in cui il cibo deve attraversare e coinvolgere tutti i sensi.
Qual è il fil rouge delle prime dieci opere?
Il tempo. Ho selezionato i piatti che secondo me hanno caratterizzato la storia della gastronomia italiana, dagli anni novanta fino a oggi, ovviamente avendo un occhio di riguardo per l'estetica. Per capire queste creazioni è necessario andare oltre al gusto, in una sorta di allenamento dei sensi. I Bow Ties for Dinner sono da mangiare psicologicamente!
Che materiale utilizzi, commestibile?
No, i miei papillons sono realizzati prevalentemente con materiale non commestibile, tranne pochi casi come quello dedicato a Bottura dove ho utilizzato vero aceto balsamico.
Si possono indossare o perderebbero il loro significato?
A mio avviso non dovrebbero essere indossati perché l'intento principale è stato quello di prendere in prestito un oggetto legato al mondo della moda e trasportarlo nel campo gastronomico, cambiandogli però l'essenza: non più un accessorio da indossare ma un oggetto con valore contenitivo. Nei miei papillon il vero pregio è infatti dato dal contenuto, quello che c'è all'interno ha per me una rilevanza esplicativa perché rimanda agli chef e soprattutto a ciò che gli chef volevano esprimere mediante i loro piatti.
Progetti futuri?
Sto lavorando ad altre dieci opere, questa volta meno legate agli chef ma rappresentative di concetti più generali. Non voglio dire di più perché sono ancora in fase di elaborazione.
Nella gallery potete gustare (con gli occhi) i dieci Bow Ties for Dinner di Tanio Liotta.