n nuovi e più evoluti sistemi di certificazione.
L'ultimo nato, a novembre 2011, è Authenticfood, un progetto transnazionale che lavorerà nei prossimi tre anni alla messa a punto di una “impronta digitale analitica” dei prodotti biologici.
Il progetto, che prevede la collaborazione di ben 16 partner provenienti da 11 paesi europei, è coordinato dall'Università di Copenhagen in partnership con la Fondazione Edmund Mach (e il suo Centro ricerca e innovazione relativamente ai rapporti tra isotopi stabili soprattutto dell'azoto), dell'AIAB (che definirà le filiere e raccoglierà i campioni da sottoporre ad analisi) e di BIOS, che parteciperà alla valutazione dell'applicabilità all'interno del sistema di certificazione.
Obiettivo della ricerca è mettere a punto degli strumenti analitici atti a rafforzare l'affidabilità dei prodotti bio e verificarne l'autenticità, attraverso metodiche di analisi dei residui di fitofarmaci, dei rapporti tra isotopi stabili di diversi elementi e del profilo minerale e metabolomico. Metodi, questi, già attualmente in uso nel biologico, ma che necessitano ancora di perfezionamento a seconda delle varianti (clima, varietà, gestione agronomica, specie, tipo di trasformazione ecc.) ed il costo.
Insomma, la ricerca ha fatto la sua mossa, che metterà in scacco i falsificatori: non resta che aspettarne - un po' cinicamente - la risposta.
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13/01/12