La passione per il cibo e quel che ci ruota intorno, unita a un approccio etico che punta al sano e al naturale, ma anche al rispetto per i piccoli produttori. L'esperienza lavorativa in un locale gourmet e poi? Poi la voglia, come tanti chef negli ultimi anni, di cambiare: ripartire da zero con un'offerta più semplice e popolare, ma sempre legata a un'attitudine culinaria ben precisa. Questa è la storia di Giuseppe Zen, cuoco e proprietario del Mangiari di Strada: uno dei più vasti e curati laboratori di Street Food di Italia e non solo.
Siamo in una zona di periferia poco fuori Milano, un po' anonima, entrati negli spazi del grande locale, che ricorda un capannone arredato in stile moderno e accogliente, si viene subito rapiti dall'atmosfera: i lunghi tavoli conviviali all'ora di pranzo sono presi d'assalto da un ricambio continuo di persone, l'interminabile lavagna con le proposte, comprese numerose aggiunte del giorno, il suggestivo spazio all'aperto per la bella stagione e un piccolo mercato di prodotti biologici e biondinamici. Qui, dalle 12 alle 16 circa, Mangiari di Strada sforna qualsiasi tipo di street food della tradizione italiana (e non solo) mantenendo un tasso qualitativo davvero impressionante. Merito di Zen, della sua energia e della voglia di divertirsi prima di tutto, di studiare, cucinare, raccontare le sue creazioni, e seguire le sue idee. Da qui nasce anche la scelta, non comune, di tenere chiuso il locale la sera così da mantenere una linea tanto ampia e curata.
Mangiari di Strada, giustamente premiato nella prima edizione della Guida Street Food del Gambero Rosso e presente con uguale merito anche nella seconda, ha trovato un invidiabile punto di equilibrio tra elementi diversi, tutti ugualmente importanti: ingredienti biologici, artigianali e sani, prezzi alla portata di tutte le tasche, sapori veri ed evocativi, cura per ogni dettaglio dal punto vista gastronomico, dalla ricerca (anche storica) della ricetta alla sua realizzazione. Difficile trovare difetti, anche in una visita davvero ricca di assaggi come la nostra. Così, vi diciamo subito quale è stato l'assaggio più debole: il classico supplì al telefono romano, slegato nel condimento, non perfetto nella cottura del riso e senza mozzarella filante, ovvero non al telefono. Detto questo, abbiamo goduto in maniera sincera con tutti gli altri assaggi:
Una ricca e corroborante zuppa di pecora e verdure all'abruzzese, dalla carne saporita e corposa, con verdure ben cotte e non sfibrate.
Uno strepitoso cuore di bue trifolato con cipolla, aceto e odori, da gustare anche come ripieno dei panini.
Il pastrami, tenero e aromatico, giustamente speziato e con cottura da manuale, accompagnato da una deliziosa salsa senapata fatta in casa.
Le bombette pugliesi, intense e gagliarde, dal tocco goloso del formaggio e la bella texture.
Le animelle fritte con purè di patate: tenere internamente e croccanti fuori, un trionfo poetico del quinto quarto.
Il sorprendente e ardito diaframma di manzo alla griglia, dal morso vigoroso e succulento.
La pizza: né romana né napoletana, con lievito madre, pomodoro e stracciatella di burrata pugliese. Ottima nel suo genere.
Is Culurgionis de casu e menta, il classico tortello sardo di patate, artistico nella forma, impeccabile nel gusto, farcito con formaggio pecorino, menta e odori, condito con una salsa di pomodoro essenziale ma fondamentale.
Finale con un ottimo bollito, tra tagli di bue grasso, maiale di razza selezionata e un cotechino straordinario. Un catalogo di carni che riunisce mammella/poppa, costina, orecchietto, guanciola, lingua, testicoli, musetto, piedino, salsa verde casalinga, bagnetto rosso, salsa al rafano e una splendida mostarda piccante.
Chiusura dolce sempre ad alti livelli: crostata casalinga di frutta e nocciole, torta al cioccolato fondente senza burro, tartelletta con la "Nutella" fatta un casa, e un cannolo siciliano con ricotta di pecora modicana; eccezionale sia la cialda che il ripieno.
Nel finale un Caffè di Gianni Frasi (Torrefazione Giamaica) intenso e aromatico. A Conferma e tanta voglia già di tornare, in questo tempio dello street food e delle tradizioni del cibo "povero" italiano.
Mangiari di Strada | Milano | Via Lorenteggio, 269 | 02.4150556 | http://mangiaridistrada.com
a cura di Lorenzo Sandano
La Guida | Street Food 2015 del Gambero Rosso | pp. 232 | Euro 6,50* in edicola, libreria eÂÂ on line
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