te-jamón ibérico-paella al sushi, los tacos messicani e le causas peruviane.
Dopo la riapertura dell’antico Mercado de San Miguel tre anni fa – che ha dato origine ad un vero e propio fenomeno nella capitale spagnola – e quella del Mercado de San Antón appena un anno fa, Isabela sposta adesso l’attenzione dal centro storico al centro finanziario di Madrid proponendo un modello inedito fino ad ora. A differenza di un mercato tradizionale e dei mercati gastronomici di San Miguel e San Antón, nel mercato di Isabela non si potrà fare la spesa, ma solo “tapear”, ossia pellegrinare da uno stand all’altro con una coppa di vino o di birra in mano, anche se con la possibilità di fare una sosta in una delle sue lunghe “barras”.
Mentre al piano terra troviamo le tapas fredde, al primo piano ecco quelle calde o più elaborate. Le proposte più interessanti? Senza dubbio le “fritture fusion” che reinterpretano i classici fritti di pesce in una chiave più contemporanea ed esotica, le crêpes dolci e salate insieme alle tartare ed uno stand dedicato solo alla cacciagione: pernice, cinghiale, cervo sotto forma di insaccati.
Nei prossimi mesi apriranno anche un cocktail bar e una sala proiezioni al primo piano e un ristorante all’ultimo. Uno spazio gastronomico più che un mercato, quasi un centro commerciale per cui sono stati investiti 31 milioni di euro.
Innovando il modello dei primi due mercati gourmet della capitale, Isabela eleva all’ennesima potenza sia l’offerta gastronomica sia i metri quadrati, anticipando in questo senso un altro mercato, il Platea, che aprirà nel 2013 con una superficie di 6.000 metri quadrati creando 500 posti di lavoro. Di tutto questo parleremo in un ampio reportage da Madrid in uno dei prossimi numeri del Gambero Rosso mensile.
Alessia Cisternino
27 aprile 2012