Alla ricerca delle varietà perdute. L'Arca Sannita: frutta e verdura dal passato

9 Mag 2014, 15:26 | a cura di
Più di trenta anni alla ricerca delle varietà antiche di frutta per salvarle dall'estinzione. Così l'agronomo Michele Tanno ha creato una banca genetica per custodire i tesori agroalimentari di un Molise tutto da scoprire e da gustare.

Rare, delicate, spesso ignote al grande pubblico, sempre meritevoli di attenzione, le varietà antiche di frutta, cereali e ortaggi sono un patrimonio da conoscere, tutelare e valorizzare. Frutto della selezione operata per secoli dagli agricoltori, col tempo sono state relegate alle cure occasionali di pochi produttori e oggi rischiano di venire dimenticate e sparire del tutto. Una minaccia contro cui combatte l’associazione Arca Sannita, fondata dall’agronomo Michele Tanno.

Sebbene l’associazione sia di nascita recente, Michele si dedica da più di trent’anni alla sua emozionante missione di salvataggio. Trent’anni passati percorrendo il Molise a piedi e in fuoristrada, perlustrando campi e ispezionando tenute a caccia degli esemplari documentabili. Un po’ Linneo, un po’ Indiana Jones, Michele ha cercato, individuato e mappato le varietà autoctone di un Molise in via di estinzione, giungendo a risultati impressionanti: sono state individuate più di 70 diverse varietà autoctone di mele e oltre 90 di pere (dai nomi vivaci e stuzzicanti: mela limoncella, gelata, zitella; pero zingaro, natale, spina, carbone…), 3 varietà di cotogne, 4 di sorbe e diverse specie rare di frutta del sottobosco, come il corniolo o il ciavardello. Si tratta di varietà antichissime: quelle più recenti hanno almeno un secolo. Il lavoro non si è limitato alla scoperta e mappatura delle colture, ma ogni esemplare è stato monitorato nel corso di tutto l’anno e per più anni successivi, al fine di avere un quadro completo dei cicli di fioritura della pianta e di poter esaminare con metodo i frutti.

Dopo decenni di attenta ricognizione, prima nell’azienda privata di Michele, la tenuta Lago del Corvo a S. Biase, e dal 2009 in collaborazione con l’Azienda Vivaistica Rocco Marta di Ferrazzano, che ha dato un contributo fondamentale prestando i propri vivai, tante ricerche si sono concretizzate nell’Arca: una “banca genetica”, la cui preziosa riserva è costituita dal vivo tesoro delle gemme di tutte le varietà di albero da frutto osservate e dai semi di grani, ortaggi e legumi antichi del Molise. Nei vivai dell’azienda trovano ricovero le piantine da innestare prelevate dagli esemplari mappati, conservate e custodite come in un caveau. Lo scopo principale dell’associazione è la creazione di un campo varietale di piante madri: le giovani piante vengono piantate in un unico appezzamento in modo da creare una sorta di orto botanico controllato. Gli obiettivi dell’operazione sono due: la possibilità di studiare l’andamento di crescita della pianta (cosa mai fatta prima: della maggior parte delle varietà raccolte non sono mai state analizzate e classificate caratteristiche e proprietà) e, soprattutto, quella di avere a disposizione delle piante madri sicure da cui trarre gemme da inviare agli altri vivai e alle aziende interessate a coltivare varietà antiche di frutta. I primi alberi piantati sono ormai maturi e fra qualche mese daranno i loro frutti; intanto nuove giovani gemme vengono raccolte nei vivai. Alcune varietà sono state così salvate dall’estinzione: gli esemplari da cui erano stati tratti gli innesti si sono seccati e ora la sopravvivenza della specie è affidata soltanto alle piantine conservate dall’Arca, come gli unici manoscritti di una grande opera antica posseduti da una sola biblioteca.

Un’altra iniziativa dell’associazione che ha riscosso molto successo è la creazione di giardini storici: i privato possono chiedere di impiantare alcune di queste gemme nel proprio giardino (dopo il trapianto, gli esemplari vengono periodicamente controllati e curati). Già numerose famiglie (che l’associazione ha ribattezzato custodi della biodiversità) hanno aderito e hanno così adottato una pianta antica. Per far conoscere la frutta dimenticata del Molise, l’associazione organizza anche incontri nelle scuole e mostre con presentazione e degustazione dei prodotti: finora se ne sono tenute quattro, dedicate all’esposizione delle varietà di mele, pere, uve e frutta di sottobosco; in autunno è prevista una quinta mostra di meloni e zucche. Nei campi dell’Azienda Marta Rocco, inoltre, vengono coltivate anche specie di grani antichi (ad esempio, un frumento del Seicento, il saragolla) e la patata turchese, dalla buccia viola, risalente all’Ottocento.
Dal salvataggio e dalla riscoperta della frutta dimenticata trarrà sicuramente vantaggio il pubblico degli appassionati gastronomi: le decine di varietà, spesso profondamente diversa l’una dall’altra, compongono un mosaico davvero ricco di sapori, profumi e consistenze, tale da offrire infinite potenzialità a chi volesse assaggiare prodotti insoliti e impiegarli in cucina. La speranza è che alcune delle specie riportate alla luce possano guadagnare l’attenzione che meritano e diventare ingrediente di preparazioni moderne e creative, un po’ come è avvenuto con la riscoperta della mela annurca e il suo ingresso nel mondo dell’alta cucina. Grande aiuto alla conoscenza della frutta antica del Molise verrà di sicuro dal grande volume, di prossima pubblicazione, che Michele sta curando, dove saranno fornite le schede pomologiche e la descrizione scientifica di tutte le varietà raccolte. Non possiamo che augurarci che l’attività dell’associazione prosegua con profitto e che l’Arca Sannita possa salvare le specie antiche dal diluvio dell’omologazione e della banalità.

Arca Sannita | http://www.arcasannita.it/

a cura di Antonino Pittà

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